Prince è stato la colonna sonora dell’ultima fashion week. Ora su Airbnb si può affittare la casa che ha fatto da sfondo al film Purple Rain. Cosa ci ha lasciato il principe di Minneapolis.
A Parigi la moda ha sfilato a suon di “When doves dry” di Prince. Sia Chanel che Stella McCartney hanno reso omaggio al Principe di Minneapolis. Il re della musica degli anni ’80 del secolo scorso. Padre di capolavori come “Purple Rain” ed innovatore senza eguali. Se pensate che oggi qualcuno, nello spettacolo, abbia inventato qualcosa, al 99% vi sbagliate perchè, probabilmente, Prince l’aveva già fatto prima. Non c’è storia, il principe di Minneapolis è un’icona che non regge confronti. Un’artista impareggiabile antesignano di un mondo ancora in evoluzione.
Prince ha creato, attorno a se, un’aura ce va molto al di là della musica. Ha reso il suo nome un vero e proprio brand, nel senso più artistico del termine. Prince non era solo un cantante, era uno stile di vita. La sua casa, il suo look, tutto parlava la sua lingua. Un’iconografia talmente potente che, ad un certo punto, non ha più nemmeno avuto bisogno del suo nome. Sostituito da un misterioso simbolo impronunciabile e dal suo colore icona: il viola. Pittoresco stratagemma di ribellione nei confronti della sua casa discografica: la Warner Bros.
Un logo che, in se, racchiude, alla perfezione tutto il mondo di Prince. Lo stesso artista aveva spiegato che il simbolo era l’unione dei generi maschile e femminile. Ed è Prince la perfetta sintesi tra i due generi canonicamente definiti. In grado di andare oltre le barriere del perbenismo con l’aiuto die suoi look. Costumi di un’incredibile avanguardia che abbattono le barriere dell’abito borghese maschile a suon di tacchi alti, pizzi e cristalli luminescenti. Uno stile che pare arrivare da un altro pianeta quanto a modernità ed innovazione. Chiari sono i riferimenti alla moda 700esca. Quando il vestire maschile era fatto di broccati, jabot, pizzi e vezzosi merletti. Ma non solo quello. I look di Prince hanno anche evidenti richiami ad incredibili star come Elvis e irriverenti artisti come Rick James.
A lasciare senza fiato però non sono tanto i riferimenti al passato, piuttosto le spiccate spinte verso il futuro. Dalle catene che piovevano sul suo volto ai rimandi all’erotismo. Un bondage ante litteram fatto di body sgambati e pantaloni che lasciavano il sedere nudo. Non per nulla la più famosa collaborazione di Prince con il mondo della moda è quella con casa Versace. Il brand della medusa ha vestito Prince, fidato amico di Donatella, contribuendo a c ostruire questo immaginario irriverente ed indimenticabile. Come è stato indimenticabile quando, per la sfilata di Versace del 1995, Prince compie la colonna sonora “Pussy Control”. E, per non farsi mancare nulla, regalò a tutti gli invitati una cassetta con le tracce inedite del suo prossimo album.
The Artist non si limitò solo a rendere unici i suoi look e la sua musica. Anche la sua casa, il famoso Peasley Park, è un luogo sacro della musica. Impensabile che qualcuno, oggi, possa soggiornare il quel mausoleo del pop. Su Airbnb è però arrivata la possibilità di dormire, per una notte, all’interno di un’abitazione ispirata al film Purple Rain.
All’interno della casa gli ospiti troveranno una perfetta atmosfera in stile Prince. Completa di oggetti che hanno fatto la storia dell’artista. Un’occasione imperdibile ile commentata così da Wendy Melvoin e Lisa Coleman: “La casa di Purple Rain è un tributo al nostro caro amico Prince, al personaggio senza tempo da lui interpretato e all’influenza che continua ad avere ancora oggi sulle persone. Ci auguriamo che questo luogo offra ai fan uno sguardo su questo mondo così eclettico da lui creato e che i visitatori possano immedesimarsi in lui, personalmente e artisticamente”.
Foto: Pinterest/ Airbnb