MuZic: la tracklist GenZ – 08.10

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MuZic la rubrica bisettimanale dedicata ai talenti emergenti di tutte le età della scena musicale ascoltati dalla GenZ. Oggi vi presentiamo: Arianna Pasini, Tueri Damasco, Marta Del Grandi

Gli artisti dalla rubrica MuZic di oggi:

ARIANNA PASINI

Originaria di una paesino in provincia di Ravenna, Arianna Pasini, classe ʻ93, è una musicista, cantante, ma anche una sperimentatrice nata. 

Come racconta lei stessa, ha sempre scritto, quasi come riponesse i suoi pensieri in un diario, in modo spontaneo e disordinato; le canzoni nascevano da fatti più o meno rilevanti della sua vita. Testo e musica crescevano insieme, armoniosamente, ma non aveva il coraggio di farli uscire dalla sua stanza da letto: erano molto intimi, era lei. 

Dopo oltre dieci anni dalla sua prima canzone, scritta nel 2013, inizia a realizzarsi il sogno: a marzo è uscito il suo primo album, Verso una casa. 

VERSO UNA CASA

Il suo album d’esordio Verso una casa è un progetto che colma lo spazio tra cantautorato e indie-rock. Nelle tracce si alternano strumenti vintage a registri vocali, rumori, versi di zebre; tutto è curato nei minimi dettagli. È questo ciò che la distingue da altri artisti.

Ascoltando le melodie, sembra quasi di essere dentro ad un sogno, la mente è libera di vagare tra i pensieri. I brani sono dolci, delicati quasi quanto una carezza sulla pelle; è questa la percezione che si ha ascoltando le sue canzoni.

Anche la Triennale di Milano l’ha ospitata per un concerto a fine giugno 2024.

TUERI DAMASCO

Lorenzo Fabbri, in arte Tueri Damasco, nato in provincia di Viterbo, fra le campagne, a otto anni si trasferisce in Valtellina, tra le Alpi: sempre natura è. Scrive di persone ed eventi, dei loro rami e delle loro radici. 

Il primo brano è stato Primo rischio assoluto, uscito a inizio 2024; poi il secondo, Mi consuma, e segue a questi due l’album Analisi portafoglio danni (La Tempesta Dischi).

ANALISI PORTAFOGLIO DANNI

Composto da nove brani nati dal disordine, ma curati dal tempo e dall’introspezione, l’album non era pianificato, è cresciuto dal nulla, spontaneamente, giorno dopo giorno. 

Il titolo, alquanto bizzarro, deriva dal linguaggio manageriale e indica la strategia di raggruppare un determinato tipo di rischi che chiunque di noi può correre nella sua vita; il processo consente nel valutarli, verificare la probabilità statistica, e capire quale potrebbe essere il prezzo da pagare al fine di assicurare un soggetto nel caso in cui quel rischio accada.

Ha scelto questa espressione perché in un qualche modo rappresenta anche il processo con cui Tueri Damasco si approccia alla realtà e a come ha scritto il suo primo album: affrontare tutto ciò che gli accade, analizzando ogni cosa, i sentimenti, le relazioni, i rischi e tutto ciò che li concerne, al fine di cercare di prevedere ogni scenario possibile.

Musicalmenteè un mix di alt-rock, folk e post-rock, con tocchi sperimentali e sonorità audaci ed eleganti. Lo spirito emo però rimane costante e sempre presente, è il filo conduttore del disco. 

MARTA DEL GRANDI

Definita cittadina del mondo, per aver soggiornato in Belgio, poi Cina, Nepal e India – per questo scrive i suoi pezzi in inglese -, Marta Del Grandi è nata in Italia. Inizia il suo percorso nella musica a Milano, dove ha frequentato il conservatorio, specializzandosi in canto jazz. Fonda la sua prima band MartaRosa nel 2016, pubblicando l’album “Invertebrates”; viaggia in lungo e in largo per esplorare nuove culture che influenzano la sua musica e nel 2021 si unisce a Fire Records pubblicando la sua traccia di debutto, “Taller than his shadow“, scritta per il film “Radical Landscapes” di Elettra Fiumi.

SELVA

L’album che l’ha resa nota in Italia è “Selva“: è un vortice di jazz, blues, post-rock rigenerato e contaminazioni elettroniche, da luoghi lontani e mondi diversi. 

Il titolo è un’evocazione dantesca che lei stessa ammette: «È una parola dalla forte valenza letteraria, un topos, un luogo archetipico, uno scenario per miti e fiabe, dov’è facile perdersi».

Ci sono inoltre metafore a livello linguistico che riprendono il mondo della botanica e animale, che è uno degli elementi che la caratterizzano a livello di scrittura; il bello di questo album è che ognuno può dare una propria interpretazione di quello che sente, non tutti percepiamo la stessa cose né abbiamo le stesse sensazioni.

Selva era stata scritta per un’installazione di design al Fuorisalone della sorella, che aveva dato il compito Marta di sonorizzare il suo lavoro. In seguito ha poi scritto un haiku, che circa dodici parole in italiano ispirate all’idea della selva. 

«Selva rispecchia il contesto post pandemico che ho vissuto e sicuramente in questo rispetta il cambiamento che ho vissuto nella mia vita, detto questo non lo so se rispecchia il vivere in Italia anche perché con il fatto che ho vissuto qua e là, per via del tour, sono sempre stata un po’ in giro, diciamo che rispecchia un po’ questo dinamismo della vita degli ultimi due anni».

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Immagini: IG

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