Nel terzo giorno di sfilate le catwalk diventano più eleganti, senza abbandonare mai lo stile british con capi punk, preppy ed elaboratissimi.
Good Morning dalla passerella british di Londra. Siamo al terzo giorno di sfilate, tra una tazza di English Tea e l’altra il tempo vola. La London Fashion Week quest’anno compie i suo 40 anni! Lo spirito della città, in ambito moda, è sempre stato quello dell’anticonformismo, sede delle sottoculture ha sempre avuto un animo ribelle e con uno spazio nel cuore per le avanguardie stilistiche.
A Londra non si seguono le regole, si reinventano.
Sede di rivoluzione creativa, tutti ci aspettiamo che anche quest’anno il suo titolo di anticonformista della moda venga rinnovato.
E con la prima catwalk della giornata sembrerebbe proprio di sì. Si tratta di LUEDER. Nato come un brand che voleva esplorare nuove identità maschili, ha una forte chiave punk. Per la SS25 il brand propone delle silhouette morbide e diverse stampe molto particolari, tipiche dello stile del brand. I capi in sé sono semplici e adatti a tutti i giorni, rivisitati in pochi ma essenziali dettagli che li rendono subito molto più alternativi e particolari. Look out per un look accessoriato con pesantissime catene, prese da dove non saprei. Very London Style coded.
Subito dopo tocca a FEBEN, designer emergente formatasi presso la Central Saint Martins. La designer porta in passerella una Londra più chic. La collezione womenswear presentata si veste di colori e stampe super accattivanti e giocose. Una donna sensuale che ama osare nella vita di tutti i giorni, senza esagerare troppo. Insomma, lo fa nel modo giusto. Bellissime le silhouette e i tessuti. I look sono combinazioni che davvero potremmo scorgere in giro per la città, apprezzatissimo questo ritorno alla realtà vera, che forse un po’ manca nella moda.
Verso mezzogiorno ci scontriamo con le sovrapposizioni di Patrick McDowell. Il brand realizza una moda sustainable luxury, su misura e made to order. I capi sono eleganti e alternativi allo stesso tempo. Si percepisce il luxury nei tessuti e nelle composizioni dei look. Presenti stampe semplici, ma particolari. Il punk lo percepiamo nello styling di alcuni look, come il numero 9: gonna in tulle e giacca strutturata. La percezione è quella di un look alternativo più maturo, per un target specifico che sa di avere certe responsabilità, ma che non vuole rinunciare alla sua parte ribelle. Molto interessante.
Nel pomeriggio cambiamo stile e vertiamo verso un English preppy con Kent&Curwen. La catwalk sfila una oh-so-English School uniform reinventata, rielaborata. Ampi blazer, gonne plissettate, baschi e camice&cravatte. Il british della Londra-bene si percepisce nella scelta dei capi realizzati e nei look proposti. Lo stile preppy è forte così come la spocchia che lo caratterizza. Interessante un abito fatto interamente da cravatte, così come le stampe scelte, classiche ma reinterpretate in una chiave più alternativa. Presenti anche look più eleganti e specifici props che danno un’allure misteriosa al messaggio dei capi.
Sull’imbrunire vediamo sfilare un AARON ESH elegantissimo. I capi ricordano molto la stessa eleganza di Saint Laurent, a tratti anche quella di Givenchy. Pelle dal fit quasi totalmente aderente, silhouette morbide in satin, trasparenze e blazer dalle spalle larghe. Abbinati a baseball cap e occhiali da sole. I capi e i look sono bellissimi, su questo non ci piove, ma si ha la sensazione di avere già visto alcuni di questi look in altri brand.
Concludiamo poi con Richard Quinn. Qui troviamo praticamente un’haute-couture. I capi sono elegantissimi con gonne dalle applicazioni elaborate e abiti interamente ricoperti di inserti. Il tutto rimane coerente con l’estetica estremamente elegante del brand, che da sempre propone capi degni di un red carpet o un met gala. Alcune stampe sembrano riprendere alcune già proposte nel 2021 e anche i colori sono riproposti di stagione in stagione. Verso la fine si percepisce di più il dna del brand con un paio di look che, completi di velo, presentano delle silhouette mai viste prima ed estremamente eleganti e dettagliate. Look dopo look, il brand si riconosce nei dettagli che si particolareggiano sempre più.
Possiamo sicuramente ammettere con sicurezza che anche quest’anno il punk serpeggia tra le passerelle, quindi possiamo stare tranquilli e sereni, che la Londra alternativa non ce la toglie nessuno. E se il punk non è morto, ma sta solo dormendo, a Londra le sveglie suonano ogni mattina!