L’11 settembre del 2001 la caduta delle Torri Gemelle a New York cambiava le sorti del mondo. L’11 settembre del 2024, invece, nella stessa New York, si conclude la fashion week e la moda non cambia affatto.
È finita la fashion week di New York, che ha inaugurato il fashion month. La chiusura della settimana dedicata alla moda americana si conclude in una giornata particolare: l’11 settembre. 23 anni fa, nel 2001, gli Stati Uniti, e con loro il mondo intero, venivano scossi dalla caduta delle Torri Gemelle. Oggi l’America si sta preparando ad un altro possibile, ma non certo, cambiamento. Per la prima volta questo novembre il Paese potrebbe nominare una donna come presidente. Insomma è momento di cambiamenti e la moda, al contrario, tenta di rassicurare.
Pochi sono stati colpi di scena in questa New York Fashion week e pochi sono anche quelli durante l’ultima giornata. In un momento così complicato pare che i designer vogliano dare agli spettatori un apparente senso di normalità. Una quotidianità persa, scossa, giorno dopo giorno, da notizie sconvolgenti, spesso in negativo. Ecco allora che da Kallmeyer la moda è elegante, semplice e pulita. Una collezione “bella” intesa come indiscutibile perchè talmente normale da non smuovere le coscienze. Tailleur rigorosi e colori neutri dominano lo show. A qualche drappeggio e pochi colori è consegnato l’arduo compito di distinguere questa collezione. Sullo stesso stile, ma decisamente più colorata, è la sfilata di Alejandra Alonso Rojas. Una tipica collezione primaverile dove fiori, sete, trasparenze e colori chiari la fanno da padrone. Collezioni completamente avulse dal contemporaneo come quella di Loveshackfancy che trasporta il pubblico in un universo rosa, sognante e poetico.
Difende a spada tratta il classico stile americano il brand Fredrick Anderson. Con una collezione dal finish super glamour fatta di occhiali scuri e riferimenti che rimandano ad un certo esotismo. E se qualcuno vuole rassicurare altri si preparano ad un imminente guerra. Tra questi Jane Wade che trasforma i look da ritorno in ufficio in armature con spalle strutturate e dettagli metallici degni di un eroe contemporaneo. Non rassicura affatto, al con orario, sconvolge la moda di Ronald Van Der Kemp. Sulle passerelle americane finalmente un po’ di quel gusto dell’eccesso che tanto aspettavamo. Una notevole ondata di assurdità. Fil Rouge dell’intero show la bandiera a stelle e strisce che, trasformata in mille modi, ricorda agli americani il loro essere cittadini. E, soprattutto, il loro dovere di andare a votare.
Questa settimana della moda si conclude con lo stesso impegno politico con la quale si era aperta. Mentre in Italia ignoriamo il senso politico della moda e una sedicente presidente di Fashion Week Milano Moda si prende gioco dell’ex ministro della cultura, e di tutto il Paese. In America Vogue scende in piazza per il voto e i giornali si interrogano sulle scelte vestimentarie dei politici intese come parte delle campagne elettorali.
Foto: Vogue