New York Fashion Week: la settimana dei fashion drama

da | STYLE

Terza giornata di sfilate nella metropoli americana: New York. Tra invitati che andava bene lo stesso se restavano a casa, sfilano dei capi interessanti e alcune collezioni già old ancora prima di uscire.

La Fashion Week riunisce molte persone e per quanto quella attuale non sia nell’elegante Parigi, sembrerebbe che la si stia un po’ troppo buttando in caciara. Gente che durante la sfilata si alza e cammina in passerella tra una modella e un’altra. Altri che sono in ritardo e invece di chiamare il PR e avvisare, decidono di sedersi nel bel mezzo di una catwalk. Non ci siamo New York…

Ma per fortuna la Fashion Week non riguarda gli spettatori, ma lo spettacolo, quindi parliamo di quello.

La giornata di moda si apre con Ulla Johnson, che decide di mettere in primo piano l’arte andando a ricoprire interi pannelli con alcuni dettagli del dipinto “Comet”, di Lee Krasner. Il dipinto è del 1970 e i pannelli rappresentavano il fulcro del set design dello show. Anche la collezione rimanda all’arte con capi dalle stampe audaci e colorate. Gli abiti presentano diversi volumi e silhouette sfilando una passerella mai noiosa. Forte della sua ispirazione all’arte, le diamo ottimi voti nella rappresentazione.

Poi tocca al primo colosso della giornata: Off-White.

Marchio americano, based in Milano con allo storico sfilate a Parigi, Off-White decide di tornare a New York per questa Fashion Week. Location più americana che mai: il Brooklyn Bridge Park’s Pier 2, sede di campi da basketball e pallamano. Al di là di questo, si ha una vista mozzafiato sui grattacieli di Manhattan. La vibe a inizio sfilata risulta coerente con quello che è lo stile del marchio: linee dritte, elementi sporstwear e capi colorblock. Andando avanti compaiono stampe e inserti che ci fanno inclinare la testa, in bene (spesso). Qualche dettaglio sembra preso qua e là da altri designer, ma chiudiamo un occhio.

Con il caldo del pomeriggio arriva anche la sfilata di Jason Wu. Jason sfrutta la geometria presentando capi dalle linee dritte e precise. Presenti un mix-and-match di stampe e tessuti che riprendono il DNA dello stilista americano, che dal 2007 crea abiti per donne che non sono solo fiercely fashionable, ma sono anche potenti e femminili. Molto presente il plissettato che viene elaborato e inserito in diversi modi.

In chiusura di giornata tocca a Tommy Hilfiger presentare la sua SS25. Ed è quadretti signori! Rosso, blu, bianco, strisce e feeling collegiate preppy. Tutto programmato, Hilfiger voleva portare in passerella una collezione totalmente in linea con i codici del brand. La sensazione è quella di una ricerca Pinterest sullo stile old money. Sicuramente in linea con l’etica del brand, sarà però in linea con la richiesta di mercato? Trench, jeans e cardigan con le iniziali. Un bel tuffo nel passato che forse potevamo evitare? Al di là di questo sentimento di nostalgia per i bei tempi andati, alcuni capi presentano delle semplici ma interessanti sovrapposizioni.

A chiudere definitivamente la giornata di passerelle c’è Eckhaus Latta. Lo show non era chiaro se fosse una cena o una vera e proprio sfilata. Tenutosi in un loft a Tribeca ha lasciato tutti gli ospiti incuriositi e contenti. Per questa stagione il brand voleva utilizzare materiali semplici e giocarci in diversi modi. Ecco che la collezione si compone di diversi capi che se visti appesi darebbero filo da torcere a chi in cerca di spiegazioni sul come indossarli. Divertente, no? Molta la maglieria ed effettivamente con le silhouette e i tessuti si è giocato molto, dando vita a una collezione semplice nella resa dei conti, ma molto interessante e semplice da indossare. Detto questo, i look sono qualcosa di già visto e con forse un po’ di confusione per quanto riguarda il mood generale.

Il terzo giorno di New York Fashion Week quindi mantiene la sua vibe di concrete jungle con diverse collezioni che fanno avanti e indietro tra trend e stagioni. La medaglia di collezione della giornata la darei a Jason Wu, che elabora la sua visione dando vita a capi molto interessanti. Stellina d’oro anche per Ulla Johnson che ha presentato un concept accattivante che è riuscita a mantenere anche nella sua collezione.

Cartellino giallo invece per gli invitati. Ragazzi, behave!