Il secondo giorno di New York Fashion Week si chiude senza particolari colpi di scena. Silenziosamente la moda newyorkese continua e in pochi ne parlano.
Sarà che a noi italiani quel gusto un po’ americano non è mai piaciuto. Ma chissà coma mai quest’anno della settimana della moda di New York si sente così poco parlare. Il calendario è ricco, ma orfano di quei nomi altisonanti che permettono l’audience al di fuori delle filiere del fashion system. Ed ecco allora che gli show, fatti di abiti e non di performance rutilanti, non attecchiscono sul web. Forse anche la vicinanza con il red carpet veneziano non ha giovato alla fama, almeno nel Belpaese, della moda newyorkese eppure qualcosa è successo!
New York torna all’essenza. Le forme degli abiti, spesso argute, morbide oppure scultoree, predominano in passerella. Lasciando a chi non sa parlare con i capi location mozzafiato e grandi coup de théâtre. Insomma New York torna a dialogare con la moda. Soprattutto con quella proposta dalle nuove generazioni. Da Patricio Campillo, primo show della giornata, abiti tinti di tramonto sono arricchiti da dettagli tridimensionali. Lo stilista messicano, sulle note di “Que No Quelle Huella” reinterpreta il look del charro in chiave metropolitana.
Tra gli show più interessanti della giornata c’è, sicuramente, quello di Tibi. Il brand indaga sul senso della formalità proponendone una nuova veste più contemporanea. I singoli pezzi sono studiati nei minimi dettagli, laddove si nasconde l’originalità di uno show che potrebbe risultare banale.In effetti, ad un Primio sguardo, i look sembrano essere estremamente noiosi, ma la bellezza si nasconde nei dettagli. Bottoni applicati sul bavero della giacca, che ne permettono una nuova chiusura. Passanti da cintura posizionati sul fondo di maxi pull ed e zip al centro dei pantaloni rendono ogni look un ingegnoso mondo tutto da scoprire.
E con tutto questo sguardo al futuro non può mancare un tuffo nel passato. È il brand Who decide war a catapultare il pubblico della Grande Mela nell’epoca vittoriana. Antica corsetteria, veli ed imponenti sottogonne si vestono di innata novità. Quella di Who decide far è una collezione dall’aria quasi futurista, apocalittica. Invece si tratta di un attento occhio clinico ad un passato, a volte, più moderno del presente.
All’effetto wow non rinuncia Palomo Spain con una collezione che grida assurdità da tuti i pori. Una mosca bianca in questa New York così delicata e sottotono. Piume, pellicce, borchie e paillettes. Da palmo si respira tutto l’effetto wow sorprendente che mancava, nel bene o nel male, negli altri show. E infine come non concludere con Sergio Hudson. L’apoteosi dello stile americano nella sua declinazione più pura e glamour. Paillettes e completi dal taglio fitte compongono il guardaroba della perfetta donna americana.
Foto: Vogue