Bella Hadid e Adidas: la moda influenza la politica, ancora

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A pochi giorni dai Giochi Olimpici a Parigi, Adidas sfrutta l’occasione e fa uscire una campagna pubblicitaria per promuovere un modello d’archivio del brand, uscito per la prima volta in occasione dalle Olimpiadi del 1972, ma scatta lo scandalo.

A inizio luglio, l’amatissima top model Bella Hadid è stata fotografata sui gradini di un autobus interamente coperto di fiori. Il look è semplice e viene abbinato al focus delle foto: un paio di Adidas SL 72 OG.

Nel mondo della moda, considerata l’influenza della modella sui trend di stile, si vociferava che l’attuale must have Adidas, le Adidas Samba, sarebbero state presto sostituite da questa nuova versione. Pensiero lecitissimo considerato che anche per il modello Samba fu Bella Hadid a battezzarle e a lanciarle nel mondo della moda, facendole diventare la scarpa voluta da tutti.

Il modello Adidas SL 72 OG venne originariamente lanciato per le Olimpiadi di Monaco del 1972, adesso viene rivisto alla vigilia dei Giochi di Parigi.

Quindi tutto va avanti normale, c’è chi si chiede quale sarà il prossimo trend e chi riflette su quello passato, nulla di strano. Ma il “piattume” e la calma che segue un annuncio di collezione sono stati stravolti da niente-di-meno da uno scandalo politico.

Adidas poco tempo dopo annuncia il ritiro della modella Bella Hadid dalla campagna pubblicitaria ufficiale per Adidas SL 72.

Il motivo dietro a questa decisione è l’aperto sostegno che la modella dà al popolo palestinese, con cui condivide le sue origini da parte di padre. Assieme al riferimento ai giochi olimpici del 1972 in cui perdono la vita undici atleti israeliani.

Siamo consapevoli che sono stati fatti dei collegamenti a tragici eventi storici, anche se del tutto involontari, e ci scusiamo per qualsiasi inconveniente o dolore”, dichiara Adidas in un comunicato.

Bella Hadid
messaggio di scuse di Adidas

Ma facciamo un po’ di chiarezza. A Monaco nel 1972, durante le Olimpiadi estive, un commando dell’organizzazione terroristica palestinese, chiamata Settembre Nero, irrompe negli alloggi degli atleti israeliani del villaggio olimpico. Vengono uccisi due atleti che avevano cercato di opporre resistenza e vengono presi in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica di Israele. La polizia tedesca si muove verso un tentativo di liberazione che però porta alla morte di tutti gli atleti sequestrati e ad altre vittime.

Il massacro di Monaco del 1972 è intrinsecamente legato al conflitto Israelo-palestinese data l’origine della fazione radicale degli autori del massacro.

Perché “Settembre Nero” era di fatto una fazione radicale dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina. L’attacco del 1972 fu un atto di terrorismo volto ad attirare l’attenzione mondiale sulla causa palestinese e a fare pressione per la liberazione dei prigionieri arabi.

Ecco che quindi il governo israeliano reagisce alla campagna di Adidas e lo fa su X con un “semplice” post. “Adidas ha appena lanciato una nuova campagna per le sue sneaker in cui fa riferimento alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Undici israeliani furono uccisi da terroristi palestinesi durante le Olimpiadi di Monaco”, si legge nel post. “Indovina chi è il volto della campagna? Bella Hadid, una modella mezzo palestinese che ha una storia di diffusione dell’antisemitismo e di incitamento alla violenza contro israeliani ed ebrei“.

Un messaggio forte, ma che non finisce qui. Infatti il Governo di Israele accusa Hadid e suo padre di promuovere “calunnie di sangue e cospirazioni antisemite contro gli ebrei” e ha chiesto poi spiegazioni a riguardo.

Bella Hadid dichiara che continuerà a sostenere con passione la causa palestinese così come i rifugiati siriani, accusa poi l’azienda di mancanza di responsabilità pubblica per averla resa il volto di questa campagna. “Non ho paura di perdere il lavoro”, dice.

Attivisti palestinesi hanno invitato a boicottare il colosso Adidas in quanto, per loro, la decisione del marchio riflette la sottomissione alle richieste sioniste.

Adidas continua a scusarsi, “Continuano a esserci collegamenti con la terribile tragedia che si è verificata alle Olimpiadi di Monaco a causa della nostra recente campagna SL72. Questi collegamenti non sono intenzionali e ci scusiamo per qualsiasi sconvolgimento o disagio causato alle comunità in tutto il mondo”.

Messaggio lanciato sul social X da una delle ambassador della campagna

Le immagini della campagna poi vengono rimosse ovunque, sia dai social che dal sito dove il modello è in vendita.

Bella Hadid

Sicuramente le scuse sono meglio del silenzio, ma era inevitabile questo scandalo?

Una cosa importante nella moda è la storia, sia di un brand che in generale un po’ di tutto. “Fare moda” prevede una serie di processi che per essere portati avanti hanno bisogno di un qualcuno che faccia dei riferimenti a diverse cose: eventi, persone, date, oggetti, cose. Tutti processi che non possono essere presi alla leggera. Sopratutto quando ci si muove da un podio così grande e influente come quello di un marchio dalla grande influenza, come Adidas.

Forse chi ha deciso di dar vita a questo progetto non ha fatto bene i compiti e si è preso tutto un po’ troppo alla leggera. Bella l’idea di riprendere un capo d’archivio legato alle Olimpiadi e decidere di farlo uscire durante gli attuali Giochi Olimpici. A livello di marketing tutto perfetto, nella realtà dei fatti poi un gravissimo errore.

Davvero non c’era nessun altro modello che si poteva reinterpretare per l’occasione? Un brand come Adidas che nasce nel 1949, ha davvero così poca storia da cui attingere?

Per quanto riguarda la scelta della modella nella rosa degli ambassador per la campagna, è molto semplice giustificarla considerando la grande influenza che Hadid ha sulle tendenze attuali.

Bella Hadid rientra nella top ten delle persone più influenti nel mondo della moda, tutto ciò che tocca diventa tendenza.

Nessuno recrimina la scelta della modella, qualsiasi brand vorrebbe lavorare con un personaggio così influente in occasione di un nuovo lancio. Quello che si recrimina è la disinformazione del team. Bastava informarsi di più e fermarsi molto prima, invece di esporsi, anche involontariamente, in modo così forte in un momento di un’ancora più forte tensione politica.

Questo scandalo ci dimostra che nemmeno la moda è immune alla politica e che, anzi, a volte ha una grande influenza anche lì.

Vista l’attuale situazione è importante schierarsi dalla parte della pace, della libertà. Non ci sono milioni, accordi finanziari e marketing che tengano. Il dolore e le difficoltà che vediamo accadere adesso vanno oltre a qualsiasi cosa. La pace è l’unica cosa che si dovrebbe voler promuovere e pubblicizzare.