Il sovraffollamento turistico è un fenomeno globale che negli ultimi anni è progredito in tutta Europa, interessando in particolar modo le grandi città e le mete turistiche estive più ambite. Overtourism è: “Il fenomeno secondo cui una destinazione popolare o un particolare scorcio vengono invasi dai turisti in modo insostenibile”.
In molte città italiane il turismo rappresenta una delle fonti primarie dell’economia. Arte, storia e cultura, spiagge paradisiache e vette da cui ammirare stupefacenti panorami. L’Italia è uno dei pochi paesi dotati di tutte queste meraviglie, che ogni anno conta circa 460 milioni di presenze turistiche ( stima del Centro Studi Fiaip, ndr.).
Non a caso, infatti, l‘Italia risulta il Paese con maggiori siti riconosciuti patrimoni dell’umanità dall’UNESCO.
Ma, nonostante il settore turistico sia così importante per l’economia del Bel Paese, i flussi eccessivi di turisti creano problematiche legate all’ambiente, abbassano la qualità dell’esperienza dei visitatori e di vivibilità per le comunità del posto.
Cos’è il sovraffollamento turistico o overtourism?
Il turismo di massa è un fenomeno complesso che implica un eccesso di visitatori verso le mete di tendenza.
È causato dalla sempre più semplice accessibilità al viaggio caratteristica dell’era contemporanea.
Ma esso implica effetti potenzialmente gravi ai siti del patrimonio naturale e culturale, che rischiano di perdere la loro attrattività.
Il sovraffollamento turistico viene anche detto “overtourism”. Si tratta di un termine coniato da Rafat Ali, CEO e fondatore di Skift, – società di analisi del settore viaggi – nella prefazione di un articolo che lanciava l’allarme sui pericoli di sostenibilità in Islanda, derivanti dal turismo di massa.
Per fornire un’ulteriore definizione più specifica, secondo il giornalista Greg Dickinson, in un articolo pubblicato sul Telegraph, Overtourism è “Il fenomeno secondo cui una destinazione popolare o un particolare scorcio vengono invasi dai turisti in modo insostenibile”.
Un’arma a doppio taglio
Il sovraffollamento turistico è un’arma a doppio taglio. Come abbiamo detto sopra, il settore turistico è trainante all’interno dell’economia di un paese. Ma, questo potrebbe, invece di incrementare, ridurre le entrate generate, siccome spesso, queste, devono essere reinvestite in pulizie o risarcimenti danni.
Inoltre, dobbiamo considerare l’impatto che il turismo di massa ha sull’ambiente.
I parchi nazionali e le riserve marine sono minacciate dai turisti, per questo motivo, per preservare i territori alcuni luoghi vengono chiusi al pubblico per un paio di anni, per essere poi riaperti ma a numero limitato.
Ma chi sono i veri responsabili dell’overtourism?
Complici della crescita esponenziale di questo fenomeno sono le compagnie aeree low-cost, che offrendo voli a basso prezzo, incrementano e facilitano gli spostamenti. Oltre alle nuove piattaforme di prenotazione online, assieme ai social media.
Le ultime generazioni sono attente e interessate a preservare ciò che ci offre il pianeta. E anche in questo ambito cercano di essere migliori rispetto alle generazioni precedenti. Nonostante certe volte cedano al fascino dei social.
Quante volte avete visto una fotografia di un’attrazione turistica diventata “di tendenza” perché postata da tanti influencer o altri utenti con un certo seguito, e l’avete inoltrata alla vostra amica, scrivendo “Ci andiamo anche noi?!”.
Quando un posto o una località diventa Instagrammabile è inevitabile che inizino a circolare immagini, reels e quant’altro, relativi ed esso. E, come ben sappiamo, tutto ciò che diventa virale sui social, suscita desiderio di condivisione e partecipazione negli utenti. È questo che intendo quando parlo di progressiva concentrazione del flusso di visitatori dovuta ai social media.
Perciò, come fare a gestire l’eccesso, senza danneggiare la crescita socioeconomica e il benessere di una nazione?
Se spaventati e cacciati, i visitatori potrebbero non tornare più e generare l’effetto opposto.
Rimedi:
I governi si sono messi in moto per contrastare questo fenomeno, bloccando l’entrata e chiudendo alcune località per un determinato periodo; incentivando e promuovendo viaggi fuori stagione. E sensibilizzando i visitatori sull’importanza del turismo informato e sostenibile.
Alcuni comuni, non riuscendo ugualmente a gestire con le proprie dotazioni il sovraffollamento estivo, chiedono aiuto allo Stato per gestire la situazione. In risposta, sono state inserite tasse di ingresso, instaurate politiche del numero chiuso mettendo a disposizione visite prenotabili su siti facilmente accessibili (Un esempio è la spiaggia La Pelosa in Sardegna). Oltre a, sanzioni per il cattivo comportamento, divieto di aprire nuovi hotel e imposizione di restrizioni a piattaforme, come Airb&b (Come avvenuto qualche giorno fa in Puglia, dove i cittadini hanno protestato per chiedere limitazioni inerenti a questi siti).
Quali città sono maggiormente soggette al sovraffollamento turistico?
Le principali vittime dell’overtourism sono le grandi città: Venezia, Milano, Roma e Firenze. Non solo, anche le classiche mete estive sono soggette ad un alto tasso di sovraffollamento, tra queste la Riviera Romagnola, la Costiera Amalfitana e le Cinque Terre, ma anche Bolzano e Trento.
Venezia è la capitale mondiale di questo fenomeno. Per contrastarlo, dal 25 aprile di quest’anno, durante i ponti e nei weekend estivi, è stata imposta la prenotazione obbligatoria con un versamento di 5 € di contributo.
Alle Cinque Terre, lo scorso anno venivano sanzionati i turisti che si trattenevano troppo a lungo per selfie, con multe fino a 275 euro per coloro che fermavano il traffico.
Anche la Spagna è stata molto colpita da questo fenomeno.
Soprattutto nelle Isole Baleari, le proteste sono state intense. I proprietari che affittavano ai turisti sono stati multati fino a 40mila euro.
A Ibiza e a Maiorca è stato vietato il consumo di alcol in strada dalle 21.30 alle 8, la trasgressione sarà sanzionata fino a 1.500euro.
Nelle zone interne, sulla Rambla di Barcellona, lo scorso 6 luglio, i residenti sono scesi in piazza per manifestare. Hanno bloccato i turisti all’interno di bar e ristoranti, spruzzandogli acqua con pistole giocattolo. Avevano anche cartelli con su scritto frasi come “Barcellona non è in vendita” e “Turisti a casa”.
Da fenomeni, come questo del sovraffollamento turistico, possiamo renderci conto che la globalizzazione non sempre è un vantaggio.
Immagini: Wired, Pinterest