Ogni città è promotore dello stile di abbigliamento dei suoi cittadini. Ogni stile vestimentario si compone di codici codificati e riconoscibili in qualsiasi parte del mondo. Fattori climatici, miti e credenze antiche, storia nazionale, cultura locale ed economia, sono tutti elementi determinanti nella costruzione dello stile di un paese e di una nazione.
Lo stile è questione di funzionalità o estetica?
Il clima è uno dei fattori preponderati per la creazione e la diffusione di uno stile d’abbigliamento. Tutto parte dalla necessità di ripararsi dal freddo o dai climi torridi; sulla base di questo si sviluppa, in un secondo momento, l’estetica.
Molti capi, dei nostri guardaroba di oggi, hanno origini antiche e provengono da diverse epoche. Un esempio, sono quelle mode nate negli anni ’60 con l’affiorare delle subculture, tutte fondate su comportamenti, credenze politiche e valori, interessi e gusti, comuni ad un gruppo di persone. Nate, non a caso, ma da necessità della società, sono state talmente forti che ancora oggi vengono riprese e ri-utilizzate. La nostra non è più una moda nuova, ma una rielaborazione del passato, di ciò che è già stato creato, e a cui viene dato un nuovo significato.
Lo stile quindi deriva dal mix tra estetica e funzionalità.
Città o paese?
C’è una grande differenza fra le grandi città e i piccoli paesi provinciali, dove non si è liberi di sperimentare, a causa del giudizio degli altri. Nelle cittadine di piccole-medie dimensioni è come se la mentalità, soprattutto tra i più giovani, fosse rimasta quella che hanno i ragazzini delle medie o delle superiori, secondo cui avere un proprio stile veniva visto in malo modo, e giudicato da sguardi critici. Nei piccoli paesi bisogna essere tutti uguali, tutti fatti con lo stampino: è questo che viene considerato un punto di forza. Ma non è con l’omologazione che ci sentiamo davvero noi stessi, con le nostre idee, i nostri valori e la nostra personalità. Dobbiamo essere liberi di esprimerci, e i vestiti ci permettono di farlo.
Gallery: Outfit e città
Londra, nonostante le numerose influenze, si divide nettamente in due stili: da un lato c’è lo stile punk, dall’alto l’eleganza e la sobrietà del trench coat. Il primo esploso negli anni Settanta, quando Vivienne Westwood e Malcolm McLaren aprono a Londra il primo negozio punk della storia, “Let it Rock”. È caratterizzato da t-shirt con slogan e scritte anti-sistema, spille da balia agganciate ovunque, corsetti destrutturati e elementi con richiamo al mondo bondage. Inoltre, il pattern di riconoscimento di questo stile è il tartan, presente in ogni capo.
Dall’altro lato, al suo opposto, troviamo l’eleganza, la sobrietà e la raffinatezza britanniche, nate, invece, da uno dei brand portanti della storia della moda inglese: Burberry.
Ma la verità, che in pochi sanno, è che il simbolo dell’abbigliamento inglese, il trench, non è stato inventato da Burberry, bensì da Aquascutum, che nel 1853 rivoluzionò il guardaroba britannico.
Trench coat e tweed sono, quindi alla base dello stile British: che opta per un look impeccabile e raffinato su qualsiasi donna o gentleman che si rispetti.
L’estetica berlinese
Nota per la sua iper sexuality, influenzata dal mondo della notte e dei club, dalla musica elettronica e composta dalla stratificazione di tessuti in pelle o in latex, con ornamenti, quali borchie, lunghe catene e occhiali da sole, è sicuramente la fashion wave più trasgressiva nel panorama europeo.
Nelle regioni scandinave, si è sviluppato un stile minimale e funzionale: i colori prevalenti sono bianchi, grigi e beige che ricoprono maglioni di lana e capispalla imbottiti, abbinati ad anfibi più scuri. La pioniera di questo stile è la fashion blogger Pernille Teisbeak. Conosciuta in tutto il mondo, l’editor danese pubblica ogni giorno tutti i suoi look sui social, dove ha un altissimo seguito (1,4M di followers). Ha scritto anche un libro, definito una “Bibbia dello stile danese”, dal titolo “Dress Scandinavian: Style Your Life and Wardrobe the Danish Way”.
Lo stile Parisienne è a tutti gli effetti un’espressione artistica. Cura al minimo dettaglio, femminilità e buon gusto, permettono di esprimere la propria personalità attraverso ogni outfit. I must have? Un semplice paio di jeans, ma di alta qualità, stivali con tacco e blazer over, da uomo. Se volete potete aggiungere anche un bel cappotto abbinato ad una coppola, per dare quel tocco di classe, sempre ben visto in Francia.
E in Spagna? Non si parla spesso di abbigliamento spagnolo, ma quando incontrate un ragazzo spagnolo, sapete subito riconoscere la sua nazionalità. Casual è la parola d’ordine. Stoffe leggere e tessuti traspiranti sono molto usati, soprattutto nelle regioni dove il caldo è prevalente; jeans comodi abbinati a t-shirt colorate, molti pattern e fantasie eccentriche, spesso combinate insieme; tuniche e caftani. Il guardaroba spagnolo è molto vasto, ma il segreto è il mix and match tra colori e forme.
La nuova moda marocchina
Colori chiari, beige e bianchi sono preponderanti visto le alte temperature; outfit larghi e confortevoli, tessuti leggeri, abiti lunghi e turche morbide per consentire il movimento costituiscono lo streetstyle tipico marocchino. Oltre a fantasie colorate, leggins, gonne effetto svolazzante, pantaloni e camice a maniche lunghe, entrambi in lino e sciarpe di seta. Un elemento che deriva dalla tradizione sono i ricami fatti a mano.
Approdiamo infine in Italia, la patria della moda.
L’Italia non ha un particolare stile d’abbigliamento identificativo, ma è caratterizzata da tanti stili diversi. Ad esempio, nella città di Milano c’è tutto, o per meglio dire, ognuno ha il suo stile, che corrisponde alla propria personalità. È presente una grande mescolanza di stile.
Esiste una pagina Instagram (@milanesiamilano), interamente dedicata agli outfit dei milanesi. Le fotografie vengono scattate dai piedi al collo, per rispettare la privacy e mostrano cosa piace indossare agli abitanti della città meneghina.
Mentre, nelle regioni del sud Italia, esiste uno stile che riprende un’epoca particolare, quella della Dolce Vita. Abiti in lino, fantasie anni Settanta, cappelli a tesa larga, foulard legati in testa, occhiali colorati, pantaloni Capri, mocassini per l’uomo e Mary Jane, sandalini o ciabattine per la donna.
Una tradizionale estate italiana.
L’abbigliamento indica ciò che siamo; che lo vogliamo o no, è il primo biglietto da visita che offriamo al prossimo.
Non trascurarlo.
Immagini: Pinterest