Aprire un brand non l’ha prescritto il dottore

da | LIFESTYLE

Notizia shock! Sembrerà strano, ma è la verità. Non è obbligatorio aprire un brand anche se, nel 2024, sembra così!

La follia imprenditoriale sta conquistando la chiunque. Oggi, nel 2024, ognuno ha il desiderio di aprire un brand. Che sia un marchio di moda, un brand di gioielli o qualsiasi altro tipo di prodotto. Insomma tutti vogliono qualcosa che porti il proprio nome.

Abbiamo davvero bisogno di tutti questi marchi?

Viviamo in un mercato saturo di qualunque cosa. Per qualsivoglia prodotto esistono un’infinità di marchi che lo realizzano in altrettante varianti. Eppure continuano a nascere piccoli o grandi nuovi brand, molto spesso insignificanti. La moda, la cosmesi e la gioielleria sono tra i settori più gettonati per questo meccanismo. Tutti si improvvisano designer o esperti, ignorando lo studio che sta dietro a queste realtà, e i risultati si vedono.

Così ogni giorno nasce un nuovo brand di t-shirt bianche stampate o di cosmetici identici con pack diversi. Tutta roba di cui non abbiamo assolutamente bisogno. Aprire un marchio non significa solo investire dei soldi e immettere sul mercato l’ennesimo prodotto insignificante. Creare un marchio significa portare qualcosa di nuovo, che possa fare la differenza. Nulla di semplice, non tutti sono in grado di aprire un brand, ma non è nemmeno così necessario.

Aprire un brand senza conoscere tutto del segmento di mercato in cui si andrà ad operare è, in partenza, un buco nell’acqua. Se un tempo erano solo le celebrities ad aprire brand a profusione, che potevano anche funzionare forti della loro fama, oggi chiunque si mette in proprio e le chance sono pochissime.

Sono tutti in grado di aprire un fashion brand?

La moda, fra tutti, è forse il settore maggiormente scelto per questi brand che nascono come funghi. Secondo chissà quale assurda convinzione pare si tratti di un mondo in cui studio ed esperienza non sono necessari, ma non è affatto così. Certo, con qualche soldo in banca, tutti riescono a mettere in piedi un marchio che produca tre magliette, cinque felpe e qualche cappellino, ma la moda gioca un altro campionato. L’ennesimo marchio di t-shirt stampate acquistate da 4 amici della zona, dalla zia e dalla figlia della vicina non porterà nulla nel sistema. E allora perchè aprirlo? Per un’assurda smania di chissà quale potere imprenditoriale? Che senso può mai avere aprire un marchio che produce abiti quando non si è nemmeno in grado di infilare il filo nella cruna dell’ago?

Il discorso potrebbe aprirsi a qualsiasi settore, ma quello della moda è davvero un caso singolare. Fino a ieri ammiravamo con devozione religiosa le creazioni degli stilisti, pensando che non saremmo mai stati in grado di fare qualcosa di simile. Oggi, al contrario, tutti ci sentiamo degni eredi di Cristóbal Balenciaga, cos’è successo?

Senza dubbio ha influito il cambiamento estetico avviatosi nella moda. L’onda dello streetwear che ha sostituito , in passerella, gli abiti da sera con felpe, jeans e t-shirt ha contribuito a dare un’idea della moda più semplice, ma non è tutto come sembra. Quello della moda è ancora un mondo fatto di studio, perfezionamento e passione che non possono essere sostituiti con un’incontrollata smania imprenditoriale. Con tutto il rispetto aprire un brand di moda non è come aprire un’azienda qualsiasi, significa dare forma ai sogni, alle aspirazioni delle persone, interpretare il senso del tempo e non tutti lo sanno fare.

Oggi ci sentiamo quasi obbligati a dover avere qualcosa di nostro. Vogliamo affermare su tutti la nostra identità quando nemmeno noi stessi siamo in grado di conoscerla. Pensiamo che aprire una propria realtà sia la via della libertà, dell’autodeterminazione e del successo. Forti dei discorsi tenuti su Tik Tok da qualche “fuffa guru” che insegna come se non sei un imprenditore sei un fallito, un buono a nulla. La verità è che non tutti siamo imprenditori e, a volte, è meglio avere la consapevolezza che questo non fa per noi piuttosto che farsi del male lanciandosi a capofitto nel mercato senza nessun tipo di salvagente.