Versace: cosa è successo dopo Gianni?

da | CULTURE

Il 15 luglio 1997, a Miami, la moda perdeva una delle stelle più luminose del sistema: Gianni Versace. Il genio della moda italiana il cui nome è ancora oggi un’icona e il merito è anche della sorella Donatella.

Villa Versace a Miami

Era il 15 luglio del 1997 quando, all’uscita della sua villa a Miami, Gianni Versace venne strappato a questo mondo con due colpi di pistola. A premere il grilletto fu il serial killer Andrew Cunanan, autore di una delle pagine più tristi di tutta la storia della moda. Quel mondo di lustrini e glamour per un attimo si tinse del più triste nero per poi tornare più forte che mai. Tutti piansero Gianni, il jet set mondiale si riunì al Duomo di Milano per dare l’ultimo saluto a quello che è stato uno dei creatori di moda più grandi di tutti i tempi.

Lady Diana e Elton John al funerale di Gianni Versace

Non basterebbe una trilogia di libri per raccontare tutto quello che Gianni ha fatto per la moda, e non solo. Con le sue creazioni ha liberato uomini e donne da stereotipi e falso perbenismo raccontando l’evoluzione di un mondo che aveva bisogno di una rivoluzione. Nemmeno la morte del suo stesso fondatore potè fermare il divenire di Versace che, subito, passò nelle mani della sorella Donatella.

L’era di Donatella Versace

Lunga chioma biondo platino, opera dello stesso Gianni, ed una commovente devozione per il fratello. Donatella Versace, in meno che non si dica, si è trovata sulle spalle due fardelli: la tragica morte del fratello e l’eredità del marchio. Nemmeno il tempo di elaborare il lutto e già era ora di programmare la prossima passerella con gli occhi del fashion System puntati su di lei, pronti a criticare ogni passo falso.

Gianni Versace e Donatella

Fin dal 1978, anno di nascita di Versace, Donatella è stata, insieme al fratello Santo, al fianco di Gianni confortandolo e aiutandolo ad emergere in una Milano che gli era ostile. Una città fatta dalle signore per bene che dicevano che Gianni disegnava “vestiti per le zoccole“, ma che ben presto si innamorarono della medusa. Si occupava delle pubbliche relazioni e dell’immagine del marchio mantenendo i contatti con il mondo del jet set. Fu fondamentale nella storia del brand. Grazie a lei Versace ha cominciato a tessere rapporti con le grandi personalità dello spettacolo. Sono merito suo anche le campagne scattate dai più grandi fotografi della storia come Avedon e Newton. Insomma non era certo estranea alla moda, ma dirigere l’intero marchio era un’altra cosa.


Non fu facile per Donatella lanciarsi nella direzione creativa del marchio, nonostante già gestisse la linea Versus. Il suo battesimo fu ad appena tre mesi dalla morte del fratello con la SS1998. Una sfilata omaggio che segnava un nuovo corso per Versace. In prima fila c’erano tutti: da Lagerfeld ad Armani, passando per Miuccia Prada, pronti a sostenere Donatella. La stampa fu sanguinea. Amy M. Spindler, sul New York Times, scrisse: “La vittoria di questa collezione è stata che, in uno stato di lutto, con così tanta pressione e così tanto dolore, la signora Versace poteva produrre qualsiasi cosa. È una sopravvissuta. E lo sarà anche la sua casa”.


Ci volle del tempo per Donatella per trovare il suo linguaggio. Un nuovo vocabolario Versace fatto di un costante e devoto citazionismo nell’umile convinzione che tutto questo non era opera sua, ma sempre del fratello. In un’intervista a Fabio Fazio spiegò: “Non vesto tutte queste personalità per merito mio, le vesto perchè Gianni è riuscito a creare un sogno con la sua moda, uno stile di vita“.

Quella di Donatella è una missione, è la voglia di mantenere vivo il sogno del fratello. Non di solo citazionismo vive il Versace di Donatella. Lei stessa è stata autrice di pezzi che hanno fatto la storia. Tra tutti il famosissimo Jungle Dress, indossato da Jennifer Lopez ai Grammy Award del 2000, che ha dato il via alla nascita di Google immagini. Tutti cercavano la voto di JLo fasciata nel provocante abito in chiffon di seta e allora Google diede vita ad una sezione di ricerca per le fotografie.

Jennifer Loper in Versace ai Grammy Awards del 2000

La vendita a Capri Holdings Limited

Ulteriore svolta alla storia di Versace è stata la vendita del marchio al gruppo del lusso Capri Holdings Limited nel 2018. L’ex gruppo Michael Kors, da poco acquistato a sua volta da Tapestry, ha acquisito Versace per una cifra di 1,83 miliardi di euro circa. Donatella dichiara: “Santo, Allegra e io siamo consapevoli che questo prossimo passo consentirà a Versace di raggiungere il suo pieno potenziale“. Un passaggio che pareva quasi inevitabile nella storia del marchio. Anche perchè sembra che nessuno dei figli di Donatella sia interessato al lato creativo. Donatella però mantiene la direzione creativa del brand e una parte delle azioni.

Le top model omaggiano Gianni sulla passerella della SS2018 insieme a Donatella

Tirando le fila è chiaro che Donatella non sia Gianni e lei ne è ben consapevole, ma non ha avuto altra scelta. Ha affilato le unghie ed ha mantenuto in forze una maison che, ancora oggi, annovera nell’Olimpo dei marchi più desiderati. Non c’è storia, non ci sarà un altro Gianni Versace ed è inutile continuare a confrontare il lavoro di Donatella con quello di Gianni. È un confronto impari. Uno ha dato vita al suo sogno, l’altra lo sta mantenendo in piedi ripetendosi il mantra: ” Gianni avrebbe voluto così”.

Foto: Pinterest