Causa Olimpiadi, la settimana dell’alta moda è partita in anticipo ed è terminata il 27 giugno. Sui catwalk 30 maison, da Armani Privè a Christian Dior, da Schiaparelli a Thom Browne. Riviviamo insieme i momenti salienti della settimana più elegante di Parigi.
Ad aprire le danze è stato Schiaparelli con le creazioni immaginate da Daniel Rosberry. Seguito da Christian Dior, Thom Browne, Giambattista Valli, e Iris Van Herpen, che ha portato, invece, i suoi abiti in mostra con un’installazione. Fra gli highlight della Haute Couture week c’è stato sicuramente lo show di Jean Paul Gaultier che ha ceduto anche questa volta il suo spazio a una collaborazione. La settima per l’esattezza, che vedrà il direttore creativo di Courrèges Nicolas Di Felice rileggere i codici di JPG. Fermo con il suo abituale spot nel calendario, non è mancato Chanel, che era sotto i riflettori per la recente separazione dalla creative director Virginie Viard. Questa nuova collezione Haute Couture è stata presentata dall’atelier Chanel, in attesa dell’arrivo del prossimo direttore artistico.

Daniel Roseberry e il tributo a Elsa Schiaparelli
La sfilata Haute Couture di Schiaparelli è un tributo alla capacità della fenice di reinventarsi continuamente. Come fa una donna con gli abiti. Il tributo del direttore creativo di Schiaparelli, Daniel Roseberry, parte da una stola di piume. Già dal 1932 – il suo primo anno d’oro – Elsa Schiaparelli era un bellissimo enigma agli occhi della società amante della moda. A convalidarne l’immortalità artistica fu però una specifica stola, interamente rivestita di piume bianche. Questa stola le avvolgeva le spalle e voleva richiamare le piume di cigno. In omaggio alla sua amica, la ballerina Anna Pavlova iconica per l’interpretazione ne Il lago dei Cigni di Tchaikovsky. Se però Pavlova era associata a un cigno, Schiaparelli si sentiva fortemente una fenice, l’unica creatura di fuoco, mitologica, con l’incessante capacità di reinventarsi. La sfilata Haute Couture di Schiaparelli si chiama La Fenice proprio per questo. Onora l’incessante potere di rinascita che Elsa riusciva a conferire non solo alla sua persona ma anche alla sua moda. Rivive, nello show, in ogni silhouette, tessuto e tecnica di realizzazione.


Il massimalismo di Gaultier incontra il minimalismo di Nicolas Di Felice
Ad illuminare questa settimana di fermento è stata la sfilata di Jean Paul Gaultier che ha portato in passerella delle guerriere minimal e un sodalizio romantico tra drammaticità e geometria. Con la collezione Haute Couture 2024 di Jean Paul Gaultier, il guest designer Nicolas Di Felice ha dimostrato cosa avviene quando un designer minimalista incontra l’archivio di una maison notoriamente massimalista. Le silhouette si asciugano, gli accessori si rimpiccioliscono, la palette diventa monocromatica e i look ancora più scultorei. Invece di provare a mettersi nei panni dell’enfant terrible della moda, il direttore creativo di Courreges ha scelto di riscriverne i codici estetici secondo il proprio metro artistico. Per assurdo, il risultato è riuscito a indirizzare la maison verso una dimensione più moderna pur conservando tutto ciò che al pubblico della fashion industry è più caro di Gaultier: corsetti, teatralità, un’attenzione scientifica per il corpo femminile e infine appassionati riferimenti a culture lontane. È la prima volta nella storia del progetto di guest design di Jean Paul Gaultier Couture, cominciato nel 2020, che il brand sperimenta con un direttore creativo così “severo”.

Chi è mancato durante l’Haute Couture?
Oltre le solite conferme ci sono stati però anche degli assenti, come la maison romana Fendi. Che lo scorso mese aveva spiegato a MFF che non avrebbe presentato la sua collezione di alta moda a Parigi «per via di una riorganizzazione degli show futuri». Ma a mancare sono stati anche Maison Margiela artisanal, guidata dalla creatività di John Galliano, e Valentino. Per cui bisognerà attendere ancora per poter osservare la versione alta moda di Alessandro Michele per la maison romana, mentre per il rtw, un primo assaggio è stato già svelato durante la Milano fashion week, con la pubblicazione della collezione «Avant des débuts».
Foto: Vogue