La danza è vita. Una vita dedicata alla danza è una vita di sacrifici, gioia e passione.
La danza non è “un Pliè, un Battement Tendu e un Relevè”. La danza è molto più di ciò che pensate, è tutto quello che non vedete.
Durante uno spettacolo, vi sembra tutto facile, coordinato, morbido, senza imperfezioni. Se la pensate così significa che il ballerino o la ballerina che avete guardato ha fatto bene il suo dovere.
Ciò che vedete sul palcoscenico vale il 10% del lavoro di un ballerino; il 90% avviene in una sala, con degli specchi, delle sbarre di legno e un pavimento in linoleum, dove i ballerini (professionisti) trascorrono tre quarti della loro vita intera. Per questo vi dicevo “una vita dedicata alla danza è una vita di sacrifici”.
In Italia, la danza non è considerata alla pari delle altre arti o discipline. In Italia abbiamo una cultura, non si sa bene per quale ragione, per cui se la pratichi per lavoro, devi per forza avere anche un altro impiego per mantenerti, ma dovendoti allenare diciassette ore su ventiquattro, per riuscire almeno ed emergere un poco in quel mondo così ostinato e dedito alla perfezione assoluta, non vedo dove tu possa trovare ore, anche solo per avere un minimo di vita sociale.
Se, invece, la pratichi per passione, diventa, come dice la parola stessa, solo una passione. Una, due o tre volte alla settimana, se ne hai la possibilità, ma sai già che non andrai da nessuna parte, e che rimarrà per sempre il tuo hobby del cuore e nulla di più.
La danza classica è un mondo a sé
Si sa, la danza non è per tutti. O almeno la danza classica. Vi sembrerà una cosa assurda, quella che sto dicendo, ma per diventare qualcuno in questo ambito, o ci nasci o ci nasci. Diverso è, se parliamo di moderna, hip-hop, contemporanea o break-dance. Con costanza e impegno, giorno dopo giorno, è possibile migliorare le proprie abilità, facendo spettacoli, crescendo con l’esperienza e riducendo, mano a meno, le imperfezioni. Anzi, questi generi di danza si nutrono anche delle imperfezioni.
Vi spiego meglio. Contemporanea o hip-hop hanno anch’essi una tecnica ben precisa e strutturata, come la classica, ma nella loro natura possono modificarsi e acquisire valore in base alle caratteristiche e alle peculiarità del danzatore che sta eseguendo i passi. Mentre, la danza classica è stata codificata in un determinato modo quando è nata, e così deve rimanere. Da molti è considerata retrò e passata di moda per questo motivo, ma ognuno ha il suo punto di vista.
Nella danza classica esistono dei metodi d’insegnamento diversificati in base al luogo in cui sono nati: il metodo russo, chiamato Vaganova, quello italiano, Cecchetti, quello inglese, RAD, danese Burnonville, e americano Balanchine. Poi esistono, ad esempio, il metodo francese, tramandato solo oralmente, e quello cubano. In ogni metodo le differenze possono ritrovarsi in alcuni nomi, in determinati passaggi o nell’esecuzione di un passo, poi ogni insegnante o coreografo decide come adattare la tecnica, ma la base è sempre la stessa. Ecco perché diventare ballerini classici è più complicato rispetto alle altre discipline.
Non basta la passione o il duro lavoro
“Doti fisiche, tecnica, stile, carisma, spirito di sacrificio, carattere e molta intelligenza e passione sono le caratteristiche che deve avere un danzatore per essere un grande artista”, scrive Alessandra Celentano, sul suo sito https://alessandracelentano.it/
È inutile continuare a parlare di inclusione o di body positivity, perché in questo ambito il fisco è essenziale, insieme a dei requisiti tecnici e artistici. I danzatori lavorano con il proprio corpo, perciò è bene che esso sia preparato ed allenato per supportare e affrontare ogni nuova sfida. Soprattutto nei tempi odierni, in cui il danzatore è, a tutti gli effetti, un atleta. In antichità, i ballerini erano molto meno muscolosi, perché la danza era più statica, composta da oscillazioni delle braccia, meno elevazioni; oggi, virtuosismi e tecnicismi, che richiedono controllo e forza, sono all’ordine del giorno.
Inoltre, il fisico dei ballerini classici deve avere delle caratteristiche, che sì, si possono ottenere con il duro lavoro, ma sono anche, quasi sempre, innate. Fra queste: grande elasticità, un bel collo del piede sporgente, mobilità articolare, capacità di salto, flessibilità, portamento, proporzioni, linee, altezza, tonicità ed equilibrio. Come potete vedere sono tanti i requisiti e purtroppo esserne dotati fin dalla nascita non è una fortuna di tutti, anzi.
La danza allena il corpo e la mente
La danza è disciplina. Insegna l’educazione, il comportamento, l’atteggiamento e molto altro. Tutte cose che si riflettono nel mondo esterno. Se praticata fin da bambini aiuta a crescere in modo consapevole.
Per esempio, l’ordine che sta in una chignon ben fatto, nell’uso della divisa scelta dal maestro, nell’assenza di braccialetti o collane severamente vietate in questa disciplina, sia per questioni estetiche, che per la sicurezza, le unghie al naturale, sono tutte cose che possono sembrare banali, ma che, se rispettate, creano una forma mentis applicabile anche in ogni altro ambiente. La memoria nel ricordarsi i passi eseguiti da una lezione all’altra, la puntualità, il rigore, il rispetto verso gli altri, la sana competizione, ecc. Sono tutti elementi fondamentali che formano una persona e che la rendono adeguata nel mondo circostante.
Oltre alla bravura nell’esecuzione dei passi, un/a ballerino/a deve avere cultura. Con le “gambe alte” (Così si usa dire nel mondo del balletto), ma senza cultura, non si va più da nessuna parte. È importante conoscere e soprattutto avere nozioni in merito alla storia della danza, alla storia dell’arte, della musica e avere cognizione dei tempi che corrono. Per esempio, se ad una ballerina viene chiesto di interpretare una delle quattro variazioni del balletto Les Sylphides, deve conoscere in quale periodo è stato concepito, da chi e in che modo è stata composta la variazione, in che tempi musicali viene eseguita e tutto il contorno necessario per interpretarla al meglio.
Roberto Bolle e la rivoluzione
Tutto questo per dirvi che la danza è un mondo meraviglioso, pieno di storie, che non viene valorizzato abbastanza. Negli ultimi anni, c’è stata una figura che ha cercato di portare la danza alla portata di tutti, di farla conoscere, portarla fuori dai teatri, per renderla qualcosa che anche la gente comune potesse apprezzare, conoscere e imparare, oltre che lasciarsi meravigliare.
Roberto Bolle è una figura fondamentale nel mondo della danza. Non solo per la sua bravura, e il titolo di étoile che gli è stato conferito, ma per la sua missione di fare arrivare la danza a tutti, anche coloro che ne sanno poco e niente. In questi ultimi anni sono stati tanti gli appuntamenti che lo hanno coinvolto. Dall’ultimo Viva la Danza, a OnDance – Ballo in Bianco (dal 2018 fino ad oggi), al programma che ha aperto il primo dell’anno, dal 2018 fino al 2022, Danza con me.
E la grande tournée Roberto Bolle and Friends, che anima i teatri di tutta Italia.
“La danza è considerata d’élite. Riuscire a portarla tra la gente non è facile, ma qualcosa sta cambiando. Mi è capitato di ballare in piazza davanti a 50.000 persone, mi aspettavo di tutto. Invece mi hanno guardato in religioso silenzio, un’esperienza bellissima”. Roberto Bolle.
Immagini: https://robertobolle.com