Star di Hollywood, regina di stile e umanitaria: Audrey Hepburn l’icona infelice che non conoscevamo.
AUDREY – OLTRE L’ICONA
Audrey Hepburn non è stata solo la musa di Givenchy, un’icona di moda e di bellezza, l’attrice di Colazione da Tiffany. O ancora il talento che, all’età di 24 anni, ha vinto il suo primo Academy Award. Audrey Hepburn è stata una moglie, una madre, una donna che sognava la sua privacy, un’amante degli animali e un’appassionata del balletto. La regista Helena Coan ce ne regala un nuovo ritratto nel suo documentario Audrey, in molti aspetti inedito, incentrando proprio sulla donna che, nonostante la popolarità, ha fatto per tutta la sua vita i conti con il proprio passato.
Un documentario che delinea un forte contrasto tra una donna dal fisico esile, desiderosa di protezione e di rifugiarsi negli affetti familiari. E un’attrice dal talento straordinario e dalla grande forza caratteriale. Il film è composto da un mix di rare registrazioni d’archivio con la voce della stessa Hepburn. Interviste ad amici e familiari e sequenze di danza, il primo e grande amore dell’attrice.
Ma chi era la vera Audrey Hepburn?
Malnutrita da bambina, abbandonata da suo padre e cresciuta sotto l’occupazione nazista in Olanda, Hepburn ha affrontato per tutta la vita una battaglia con i traumi vissuti in gioventù. Il documentario non solo racconta la carriera dell’attrice ma anche e soprattutto la donna e le sue istantanee di vita, vissuta non sempre felicemente. Dal film emerge una personalità complessa, che univa fragilità e forza, un’artista che voleva soprattutto essere amata e che, nonostante la popolarità, incontrò diverse delusioni affettive.
Alla fine della sua carriera, Audrey ha saputo trovare la pace interiore, usando la sua popolarità come ambasciatrice globale per l’UNICEF e compiendo così un cerchio nella propria storia personale: prima vittima di guerra, poi fonte di sollievo per milioni di persone. Per questo Audrey amava credere nel colore rosa, perché era convinta che, un giorno, anche lei avrebbe avuto un lieto fine.
Foto: Vogue Italia