La moda cerca sempre di guardare oltre, verso mondi ignoti. E allora quale tema migliore dell’astronomia può affascinarla. Nella storia più volte il fashion si è fatto stregare dal mondo astronomico. E se, qualche volta, è stato un successo, altre sarebbe meglio dimenticarle.
Era il 20 luglio 1969 quando Luis Armstrong e Buzz Aldrin misero piede sulla luna. Già qualche anno prima, precisamente nel 1964, l’universo moda sognava le stelle. “Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”. La moda questo passo lo compí con la primavera estate ‘64 di André Courrèges che diede il via alla famosa “space age”. Una collezione che racchiudeva in se un nuovo senso della moda. Da un lato il look degli astronauti ispirava il designer, dall’altro l’immaginazione di quello che si sarebbe potuto trovare. Al limite tra alieni e astronauti i design di Courrèges erano futuristici e sorprendenti. Fu lui a definire il look della cosiddetta “moon girl”. Abiti dalle forme geometriche con inserti in pvc, cappellini extraterrestri e la totale egemonia di due colori: bianco e argento.
Il sentimento verso la scoperta dell’ignoto, negli anni ‘60, non ispirò solo Courrèges. Fedele sostenitore dell’estetica della spaziale fu infatti Pierre Cardin che sosteneva: “gli abiti che preferisco sono quelli che ho inventato per una vita che ancora non esiste, per il mondo di domani”. Questi stilisti sono diventate pietre miliari nella storia della moda immaginando una vita extraterrestre. Un mondo al di là di quello conosciuto che iniziava a stargli stretto.
Da qui in poi la storia d’amore tra moda e spazio non finì più. Negli anni ‘70 nacquero i famosi Moonboot, precisamente nel ‘78. Stivali da neve ispirati alle “scarpe” della tuta da astronauta. Il designer osservando le immagini dell’ allunaggio si accorse che Armstrong lasciava delle impronte strane sul suolo lunare, allora decise di replicare la stessa forma per gli scarponi da neve. Ecco da dove viene il nome Moonboot. Talmente iconico da non essercene mai chiesti il motivo.
E poi Mugler, Galliano, Lagerfeld e chi più ne ha più ne metta. Tutti si sono fatti ispirare dal mondo extraterrestre, nessuno escluso. Si tratta di una fascinazione imprescindibile. L’universo è talmente oscuro e sconosciuto da scatenare curiosità da ben prima dell’ allunaggio. Madame Schiap, infatti, negli anni ‘30, già decorava i suoi capi con pianeti e stampe ispirate ai segni zodiacali. D’altronde Elsa è sempre stata dieci passi avanti a tutti!
Quando la space age diventa flop
E dopo tutte queste stupende interpretazioni del mondo spaziale tocca ammettere, per dovere di cronaca, che non è tutto oro quel che luccica. Se sei nato tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio del 2000 non puoi non ricordarti di un’immagine terrificante: i leggings con la galassia! Un’altra interpretazione della space age diffusa negli anni ‘10 del 2000. Decisamente non tra le più riuscite, ma senza dubbio ha lasciato il segno! Quei leggings con una stampa fotografica atroce sono ancora l’incubo della Gen Z, ma se tornassero di moda? La fascinazione per il mondo extraterrestre sembra stia tornando in maniera persistente nelle collezioni. Tra tutte l’ultima Haute Couture di Schiaparelli firmata Daniel Roseberry. Mai ci permetteremmo di associare la meraviglia di “Schiapparalien” all’orrore dei leggings con la galassia, ma chi può sapere come tornerà di moda la space age? Attenzione! Il galaxy leggins è vicino e ci sta ascoltando!
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