Si è appena conclusa la moda uomo a Milano e a Parigi, e come ogni Fashion Week ci sono trend che arrivano e trend che scompaiono. Vediamo più nel dettaglio quelli che ha portato con sé la Moda Uomo 2024.
Per cinque giorni le metropoli di Milano e Parigi hanno catalizzato tutta l’attenzione su di loro, diventando le protagoniste assolute. Per questa Fashion Week Uomo a Milano ci sono stati grandi ritorni e anche importanti debutti. Tornano infatti in calendario Gucci e Fendi e debutta per la prima volta, in oltre cinquant’anni di storia e successi, Stone Island.
Anche il calendario parigino ha subito delle variazioni, tra i diversi rientri ci sono stati Balmain e Maison Margiela. Valentino, per questa Moda Uomo 24/25, è tornato a Parigi dopo la parentesi milanese di Giugno, momento in cui il brand ha sfilato all’Università Statale di Milano con la collezione “The Narratives”. Oltre alle new entry però, ci sono state anche le storiche conferme di maison come Dior, Givenchy, Chanel, che hanno presentato una collezione in omaggio alla loro storia.
Assistiamo in passerella, e non solo, ad una moda che punta sulla praticità e sull’essenzialità. Una moda con pochi fronzoli, fatta di tanta concretezza, pragmatica e di idee concrete. Possiamo dire a tutti gli effetti che quella moda astratta e un po’ utopica sia finita. Adesso si preferisce l’essere pratico, una moda che non sia solo bella ma che si possa indossare tutti i giorni. Un esempio lampante può essere la sfilata di Officine Generale, dove l’intero show si è concentrato sull’utility wear.
Gli accessori e gli outfit proposti, non a caso, possono essere facilmente indossati nel nostro ambiente naturale e quotidiano, spostandosi dal workwear allo sportswear. L’ispirazione, sia per Milano sia per Parigi deriva dalle uniforme da lavoro, come quelle dei meccanici o degli operai. Proprio sulla passerella di Sacai, Chitose Abe si fa protagonista di una collezione che gioca con la funzionalità e l’abbondanza. Tra giacche ispirate al mondo militare e tessuti leggeri, tagliati e ricuciti per creare camice e abiti. Da Sacai il focus è sulle maniche: sono balloon ed esagerate.
Ciò è stato confermato dalla presenza di capi molto morbidi e colori rassicuranti come il grigio, il nero, il tortora e il blu notte per la sera, oppure tonalità che riportano la mente alla terra come il marrone quercia o il muschio. Come è successo nel caso di Fendi che ha unito nella sua collezione la campagna con la città, dando vita a un uomo molto country, chic e urban. O ancora Givenchy o Armani che hanno optato per la stessa palette di colori dove tonalità spente e rassicuranti facevano da protagoniste.
Un tema ricorrente è stato quello della trasformazione, dato dalla sperimentazione di materiali nuovi, come nel caso di K-Way, ma anche per le citazioni e collaborazioni con artisti come Franco Albini e Anna Franceschini, i quali hanno preso la materia e l’hanno plasmata in base al loro gusto e praticità. La volontà di provare materiali innovativi si è vista anche con gli stivali gonfiabili della sfilata FW’24 di Rick Owens, che sono stati realizzati in collaborazione con Straytukay. Il designer è specializzato proprio nella realizzazione di outfit contraddistinti da inserti gonfiabili in grado di donare volumi e silhouette inaspettate ai propri look.
Un accessorio che ormai sembra non abbandonare più le passerelle, sono i mocassini che compaiono in molte delle collezioni della MFW Uomo 24. Questa calzatura riesce ad unire perfettamente la moda degli anni 60 alla pratica comodità del giorno d’oggi. Ed è forse questo il motivo principale per cui sono sempre presenti. Prada ad esempio è riuscita a rendere il mocassino una calzatura must-have da avere a tutti i costi. Dal 2020 sono molte le it-girls, modelle, influencer e imprenditrici a scegliere il mocassino, come loro calzatura preferita.
La maglieria risulta spiccare attraverso lana e cashmere, un esempio è la sfilata di Zegna, che ha fatto del cashmere il protagonista assoluto. Non a caso infatti la collezione si chiamava “The oasi of cashmere”, e al centro della passerella era presente una montagna di cashmere sui toni dell’arancio. Ed è proprio tra questa montagna che ha preso forma l’eleganza del cashmere e soprattutto l’eleganza di Zegna, che ha omaggiato quel tessuto che l’ha reso tanto celebre.
In generale l’intero settore della maglieria è stato al centro dell’attenzione anche durante le sfilate parigine, e ha assunto significati diversi in base agli show. Ad esempio le maglie di Valentino si sono fatte portavoce di morbidezza e comfort. E questo perché Pierpaolo Piccioli ha voluto conferire a tutta la sua collezione un fil rouge morbido “per dare agli uomini nuova grazia e gentilezza”.
Le location, come sempre, sono parte integrante delle storie raccontate dai brand. E in questo caso rispecchiano appieno questa voglia di quotidianità e normalità portata in passerella. Un nuovo capitolo ha inizio per la moda e MSGM ha scelto per il suo racconto un luogo comune e quotidiano come la metropolitana in Porta Venezia.
Anche le location dei defilé parigini mutano e si trasformano sempre, dalle canoniche passerelle si può passare da un momento all’altro ad una semplice biblioteca. Proprio come è successo nel caso di Winnie, dove i vestiti facevano un tutt’uno con i libri. Per il suo show il brand americano ha infatti deciso di sfilare in uno dei luoghi pubblici per eccellenza: la biblioteca. Un’idea innovativa e fuori dal coro. Un modo per abbattere gli elitari e limitanti schemi del fashion: dalle passerelle alla metropolitana, perché la moda è di tutti e non conosce luogo di appartenenza.
Foto: Vogue Runway
Testo di: Martina Bertolani e Benedetta Capone
Hanno collaborato: Filippo Cancellier, Matilda Fossati, Margherita Marzi, Emanuela Scavo e Lorenzo Zanardini