Bonus rammendo: come la Francia vuole contrastare il fast fashion

da | SUSTAINABILITY

Quante volte ci è capitato di gettare un capo rotto per ricomprarne uno nuovo identico? La risposta è troppe! Il governo francese vuole porre fine a questo spreco e per farlo crea il Fonds réparation textile. Un’idea lungimirante da copiare anche in Italia!

Volgarmente l’abbiamo tradotto come Bonus Rammendo, ma il nome corretto è Fondo di riparazione Tessile. Questa l’ultima trovata del governo francese per ridurre gli sprechi. L’industria della moda è tra le più inquinanti al mondo e, mentre tutti sembra facciano finta di niente, la ministra francese all’Ecologia Bérangère Couillard stanzia un fondo di 154 milioni per la riparazione dei beni di consumo legati all’abbigliamento. Una mossa che punta alla ricostruzione di un sistema che nel secolo scorso era la normalità.

Quando vecchio non significa anche fuori moda

Oggi si parla di economia circolare come fosse una novità, ma se chiediamo alle nostre nonne già sapevano tutto! L’usanza barbara di gettare un abito appena si scuce un orlo è tipica del mondo contemporaneo: un mondo in cui comprare un vestito nuovo, in qualche catena fast fashion, costa meno che farlo riparare. Un tempo, invece, il caso era contrario: bene o male tutti erano in grado di rammendare un calzino e buttare un abito era un enorme peccato.

Si parla di un tempo in cui acquistare un capo comportava un dispendio economico maggiore di 19,90 euro; gli abiti erano spesso fatti su misura e venivano conservati con cura. Portare un abito dal sarto era quindi la soluzione più economica quando un capo si rompeva. Questo tipo di realtà è quanto di più lontano dall’oggi dal momento che, solo in Francia, si stima che, all’anno, vengano buttate 700mila tonnellate di vestiti di cui i due terzi vengono distrutte.

Le Nazioni Unite dichiarano quanto succede come “un’emergenza ambientale e sociale”. Allora la Francia tenta di sopperire a questa problematica attraverso il, tanto chiacchierato, Fonds réparation textile. Una bonus governativo che punta a risanare un sistema che fa acqua da tutte le parti.

Ma cos’è questo “bonus rammendo”?

Si tratta dell’ultima azione del governo francese che fa capo alla cosiddetta “legge anti-spreco” del 2020. La manovra ha come scopo quello di aumentare il volume di calzature e tessuti riparati in Francia del 35% entro il 2028 attraverso una serie di agevolazioni. Il governo punta ad incentivare i consumatori ad aggiustare i propri capi piuttosto che comprarne di nuovi tentando di mantenere il prezzo della riparazione di un terzo inferiore al quello di acquisto.

Concretamente il bonus rammendo prevede uno sconto diretto in fattura (che varia dagli 8 ai 25 euro) ai consumatori che si rivolgono a sarti e calzolai per riparare i loro beni. La manovra, oltre a limitare gli sprechi, salvaguarda figure professionali in via d’estinzione. Sarti e calzolai stanno sparendo dalle vie delle nostre città sostituiti dalle grande catene fast fashion che propongono una soluzione che viaggia nel senso opposto: quella del consumo smisurato.

Per aderire gli artigiani interessati possono registrarsi sulla piattaforma Refashion, organizzazione per la moda sostenibile partner del governo francese. Già più di 250 aziende hanno aderito all’iniziativa che pare essere un buon incentivo ad una moda zero waste.

Ci vorrà tempo per capire se la manovra ha avuto senso, intanto pare che i presupposti siano buoni. La domanda ora è: quanto ci metteremo a capire, in Italia, che si tratta di un problema serio e non di capricci radical chic?