Legami emozionali e moda, da Alberto Zambelli a Sergei Grinko

da | Fashion, LIFESTYLE

Secondo esperti e analisti, tra i trend che coinvolgono lusso e moda, figura un concetto destinato ad avere un peso sempre maggiore: si tratta della capacità di un marchio di stabilire un legame emozionale con i propri consumatori.

Le emozioni, dunque, diventano un punto cruciale e le ragioni sono molteplici, dall’impatto del consumismo alla crescita di un nuovo pubblico attento a tematiche maggiormente legate alla sfera delle emozioni.

Il consumismo sfrenato ci presenta oggi un conto alquanto salato: un recente forum delle Nazioni Unite a Ginevra ha evidenziato,per l’ennesima volta,come l’industria del fast fashion rappresenti un’emergenza ambientale quanto a consumo d’acqua ed emissioni nocive. Ed è un’emergenza che non possiamo più ignorare.

Per fortuna, i Millennials si confermano come consumatori più attenti verso tematiche etiche e sostenibili: gli studi mostrano che gli appartenenti a talegenerazione (e si parla di una percentuale pari al 70%) vogliono spendere tempo e denaro per marchi capaci di sostenerele cause che giovani e giovanissimi hanno a cuore.

Non solo, la stessa parola “sostenibilità” sta cambiando significato nel tempo, andando ad assumere un senso sempre più ampio e che comprende una serie di questioni interconnesse, dalla parità di gener e alla filantropia, dalle campagne pubblicitarie che promuovono concetti di inclusione a quelle che fanno uso di immagini non ritoccate.

I marchi italiani sono spesso in linea con questa filosofia di pensiero: in occasione della recente Milano Fashion Week, diversi brand hanno puntato il riflettore su tematiche sociali e sentimenti.

Tra le collezioni che rivelano un nucleo fortemente emozionale c’è quella di Alberto Zambelli: per la sua collezione FW 2018 – 19, lo stilista è partito dall’idea che ogni essere umano è unico, poiché nessuno di noi è identico a un altro.

Personalità e unicità ci caratterizzano, tuttavia esiste qualcosa che ci fa smettere di essere tanti singoli per metterci in connessione con i nostri simili diventando collettività: si tratta dell’abbraccio, un gesto semplice quanto primordiale che ricompone due singoli.

Alberto ha pensato di tradurre la gestualità dell’abbraccio in abiti, attraverso un linguaggio fatto di rappresentazioni figurative e di materiali avvolgenti che si incontrano. Come avviene, appunto, in un abbraccio.

La naturalezza dell’abbraccio è stata così tradotta in capispalla sartoriali, caldi e avvolgenti, mentre fasce che percorrono abiti e top e strutture tridimensionali simili a origami si palesano come braccia che stringono il corpo in una stretta morbida e calorosa.

Trasformando il gesto in rappresentazione grafica, Alberto ha inoltre creato stampe dal gusto rigoroso nonché preziosi ricami in cristalli.

In un momento storico in cui il concetto di women empowerment è sempre più risonante anche grazie a movimenti sostenuti da hashtag quali #Metoo e #Timesup, lo stilista Sergei Grinko ha dato un titolo eloquente a collezione e sfilata: “That’senough! Stop violenceagainstwomen”.

Senza distinzione né tra Paesi né tra classi sociali, quelle sulle donne continuano a figurare tra le violazioni dei diritti umani più diffuse al mondo: dalla violenza domestica fino alle mutilazioni genitali, gli stereotipi di genere impattano quotidianamente sulla vita di moltissime donne fin dall’infanzia.

Sergei è da sempre impegnato a legare la sua visione stilistica a tematiche sociali: con la collezione FW 2018 – 19, lo stilista ha voluto esprimere la sua indignazione per il presente ma, nel contempo, ha anche voluto dare voce alla speranza che le nuove generazioni sappiano creare uno scenario futuro più equo e dignitoso, uno scenario in cui uomini e donne possano vivere in reale armonia.

Ed è alle nuove generazioni che Grinko pensa con i suoi abiti attraversati da un’energia impetuosa e irriverente, applicando alla tradizione artigianale italiana un’attitudine decisamente moderna e che desidera scardinare il passato: in quest’ottica, decostruisce la silhouette in nome di una visione più sciolta nella quale si gioca con i generi, mischiando abiti femminili e capi dal sapore maschile per un risultato libero e rilassato.

Da varie stagioni, lo stilista ha fatto propria la tendenza a unire collezioni uomo e donna in un’unica sfilata e l’ha fatto anche stavolta: l’emozione è diventata palpabile quando, insala, sono entrati un ragazzo e una ragazza, fianco a fianco, con outfit coordinati uniti dallo slogan “Stop violence against women”.

Dall’abbraccio alla parità di genere, la moda conferma dunque la sua capacità di stabilire legami emozionali importanti.

Emanuela Pirré