Tra boom economico e industrializzazione, l’Arabia Saudita negli anni ‘70 ha vissuto un periodo di grande benessere economico, ma a livello sociale le cose sono diverse: ecco come nasce il Tafheet.
Durante gli anni ’70 nasce il punk, in Italia si legalizza il divorzio e in Sud Africa l’apartheid finisce. Un’altra cosa che succede è l’aumento dei prezzi del petrolio, l’OPEC gonfia tantissimo il costo e il risultato è una crisi energetica globale, assieme all’introduzione di misure di austerità in alcuni paesi. Ora, dovete sapere che ogni qualvolta che un grande avvenimento socio-politico accade, le persone reagiscono in modo inaspettati, a volte perfino inconsciamente. Un esempio ne è il Tafheet.
Il Tafheet, o anche Hajwalah, è letteralmente definibile come Saudi Drifting, corse clandestine acrobatiche che avvenivano nelle enormi e vuote autostrade dell’Arabia Saudita.

Si prendeva un parco auto non modificato, a volte rubato e a volte noleggiato, ci si incontrava nelle gigantesche autostrade e lì si ‘lanciava’ l’auto a destra e a sinistra simulando un’attività di drifting.
Com’è legato questo con l’aumento dei prezzi del petrolio?
Il boom petrolifero ha portato a una rapidissima modernizzazione dell’Arabia Saudita, maggior esportatore. Questa ha portato alla costruzione di enormi autostrade con ampi vali rettilinei con poco traffico. Inoltre, la crescente ricchezza diede modo a un grandissimo numero di giovani di accedere a veicoli potenti come berline giapponesi o americane. Perfette per essere usate nelle acrobazie.
Storicamente il paese è sempre stato privo di opzioni di intrattenimento pubblico o ricreativo per i giovani, sopratutto per via delle dure restrizioni sociali e religioso. Quindi nessun cinema, nessuno teatro o tantomeno locali notturni. Senza spazi di aggregazione liberi, l’unico posto che rimaneva erano proprio le strade fresche fresche di asfalto.
L’auto diventa quindi, non solo un mezzo di trasporto, ma il principale spazio di aggregazione ed espressione per i giovani.
Il Tafheet si è mano a mano trasformato in una specie di competizione virile. Questo sempre per via del contesto culturale che lo ha visto comparire: forza coraggio sono iper-valorizzati, così il rischio diventa merce di scambio sociale. Eseguire manovre spericolare e sfidare la morte rappresentava una prova di coraggio, oltre che di abilità e status, arrivando perfino a definire un re del Tafheet.

Rimasto nascosto nella sua sottocultura, con l’avvento di internet e delle piattaforme di sharing, negli anni 2000 la pratica riscopre una seconda ondata di fama. Così il Tafheet è diventa una subcultura mediatica diffondendosi anche in altri paesi del Golfo Persico.
Il Tafheet è nato come una risposta spontanea alla modernizzazione delle infrastrutture e dalla mancanza di spazi ricreativi alternativi per i giovani che desideravano affermare la propria identità in un contesto sociale rigido.
Tempo libero assieme a una grossa disponibilità di denaro ha creato terreno fertile per questa pratica. Inutile dire che il fenomeno è ad esclusiva maschile, aiutando un’affermazione della mascolinità già ben radicata nel paese.
La pratica si è quindi strutturata in una subcultura con regole tutte sue, ruoli e un linguaggio proprio. Al-Malik rappresentava il driver più abile e audace, spesso conosciuto con qualche soprannome. E’ lui che stabilisce i livelli di abilità e rischio. Gli Al-Mutarrab sono gli spettatori che radunati a bordo strada filmando e incoraggiando l’attività contribuivano a rassodare la pratica, ancora di più.

Non era possibile che questo fenomeno passasse inosservato e lo Stato ha risposto con azioni molto severe.
Visto dallo Stato come una minaccia all’ordine pubblico le autorità hanno aumentato le sanzioni, arrivando perfino al carcere per molto tempo.
Il veicolo veniva confiscato e se ci fosse stato qualche incidente mortale, ma risposta era la pena di morte.
il Tafheet è la dimostrazione che una società avanzata, che si potrebbe leggere come appagata a livello economico, con uno sviluppo enorme, non riesce comunque a ritenersi soddisfatta. La cultura privando la popolazione di spazi in cui svagarsi ha portato questi giovani ricchissimi a doversi inventare metodi alternativi per ritrovarsi, anche arrivando a mezzi illeciti e attività illegali.

Il Tafheet è quindi la rappresentazione di una potente espressione giovanile che interseca la grande modernizzazione del Paese con le sue persistenti restrizioni sociali e cultura di, arrivando a creare una subcultura altamente rischiosa, ma molto importante a livello sociale.


