Il corpo spesso comunica ciò che le parole non riescono a esprimere. C’è un forte legame tra emozioni represse e manifestazioni fisiche, e il corpo può svelare verità nascoste e non dette. «Il corpo grida ciò che la bocca tace» — Pierre Janet
Emozioni che cambiano forma

Ci sono emozioni che non se ne vanno, semplicemente cambiano forma. Rabbia non detta, tristezza negata, paura mascherata. Le custodiamo in silenzio, nel nome dell’armonia, della compiacenza o dell’evitamento. Ma le emozioni non espresse non scompaiono: si trasformano in nodi alla gola, tensioni muscolari, insonnie insistenti, stanchezze che non si spiegano.
Il corpo ricorda tutto

La mente può censurare, ma il corpo ricorda tutto. E lo fa con il linguaggio che conosce: emicranie, mal di stomaco, fiato corto. Come affermava Carl Jung: «Ciò che non affrontiamo nella coscienza si manifesta nel destino.» Potremmo dire che ciò che non sentiamo nella psiche, lo incarniamo nel corpo.
La cultura del controllo emotivo

Siamo cresciuti dentro una cultura che ci premia per il controllo, per la compostezza, per il “saper stare al proprio posto”. Ma la repressione emotiva non è equilibrio, è disconnessione. Il buonismo emotivo, quel voler sembrare sempre pacifici, accomodanti o razionali, è spesso solo una forma sofisticata di evitamento. Un modo per non disturbare, per non essere “troppo”.
Le Emozioni come messaggi da ascoltare

Eppure, le emozioni non sono un problema da gestire: sono messaggi da ascoltare. La rabbia può essere confine, la tristezza è testimonianza di perdita, la paura è richiesta di protezione. Ignorarle significa perdere l’orientamento interno. Ma come riconoscere quando un’emozione è stata sepolta? I segnali ci sono, se impariamo ad ascoltarli: una tensione che torna sempre nella stessa parte del corpo, un’insofferenza inspiegabile verso qualcuno, una reazione sproporzionata a un evento minimo. Le emozioni represse si travestono da sabotaggi quotidiani.
Riscoprire le proprie emozioni

Fortunatamente, è possibile riconnettersi a ciò che si prova, risvegliando un dialogo interno più autentico. Esistono tecniche, come la body scan meditation, che ci aiutano a riportare l’attenzione al corpo, alla sensazione, al presente. Non per “guarire” subito, ma per riconoscere e accogliere. E ancora il focusing, sviluppato da Gendlin, filosofo Americano, per favorire la consapevolezza delle sensazioni corporee e facilitare processi di cambiamento interiore. Non da meno la scrittura espressiva del sociopsicologo Statunitense Pennebake, utile per esplorare le emozioni profonde attraverso la riflessione scritta.
La libertà di esprimersi

Esprimere non significa perdere il controllo. Significa creare spazio per sé. Come diceva Nietzsche: «Ogni emozione repressa ritorna sotto forma di destino.» Solo che non è il destino a essere crudele: è la nostra dimenticanza di noi stessi. Imparare a sentire – davvero – è un atto rivoluzionario. Perché non c’è libertà più grande di quella che si conquista quando si smette di trattenersi e si inizia a vivere con pienezza ciò che si è.
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