Tra pochi giorni a Parigi andrà in scena la settimana dell’alta moda, ma anche in Italia abbiamo i nostri punti luce per la couture e uno di questi è Francesco Scognamiglio, che non ha nulla da invidiare ai nostri cugini d’oltralpe
“Nel mezzo un prato e coperta di verdeggiante muschio da una roccia sgorgava una vena d’acqua perenne e ad essa Fauno soltanto si dissetava” scrive il poeta latino Ovidio nella raccolta “Fasti” narrando la storia del fauno, la creatura mitologica che ha dato lo slancio creativo alla collezione d’alta moda dello stilista pompeiano Francesco Scognamiglio.

Ispirandosi proprio alla statua del Fauno di Pompei il couturier immagina una femminilità intrecciata con la natura. Crea così una collezione leggera, impalpabile. Fatta di tessuti evanescenti che permettono il dialogo tra grazia antica e nuova sensualità. “È la trasformazione della bellezza classica in icona contemporanea” spiega Francesco Scognamiglio. E questa trasformazione avviene su chiffon ricamati, georgette fluide e organze leggere che diventano il fulcro di eleganti abiti da sera e tailleur androgini.

Scognamiglio ridefinisce la femminilità con dolcezza. Piume, pellicce e cristalli aggiungono matericità e carattere a look eterei da ninfa contemporanea. Scattati nel cuore del Palazzo Reale di Napoli, tra stucchi barocchi e neoclassici, la collezione di Francesco Scognamiglio è un nuovo rinascimento sartoriale. La firma di un’Italia che vuole resistere all’egemonia francese portando avanti il suo artigianato con l’eleganza e lo stile che la contraddistinguono.

Rimane da chiedersi, in un mondo tempestato da guerre e disgrazie, in che occasione indossare gli abiti da sogno di Scognamiglio. Che, per certi versi, sembrano anacronistici rispetto a quanto accade oggi. Eppure in alcuni momenti, forse, l’alta moda non ha che il compito di farci sognare distraendoci, per un momento, da ciò che accade al di là del nostro armadio.

La collezione di Francesco Scognamiglio riporta in auge il potere evasivo della moda. Quello che ci permette di chiudere gli occhi di fronte alle bruttezze del mondo. Ma pare che oggi non ce ne sia troppo bisogno, d’altra parte gli occhi li sappiamo chiudere benissimo.