Il guardaroba itinerante, ovvero del turista camaleontico

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Ah, il turista del XXI secolo! Non più l’ingenuo esploratore con la guida tascabile e la reflex appesa al collo, ma una creatura istruita e, soprattutto, meticolosamente vestita in base al luogo che si accinge a visitare. Un autentico camaleonte del guardaroba, che piega tessuti e abitudini al volere del luogo, come se ogni città richiedesse un suo costume, un suo personaggio. Perché viaggiare, oggi, è anche e soprattutto una questione di stile.

Si prenda Londra, ad esempio. La capitale del flegma e dell’etichetta, dove l’ombrello è un’estensione del braccio e il trench coat non è un indumento, ma un’istituzione. Ecco il turista che sbarca a Paddington: colletto rialzato, impermeabile beige alla Sherlock Holmes, magari con un libro di Virginia Woolf sottobraccio. Cammina tra Notting Hill e Covent Garden come se il tè delle cinque fosse il suo diritto di nascita, cercando di sembrare più inglese degli inglesi. Naturalmente, fallendo gloriosamente.

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Poi c’è New York – o meglio, l’America nel suo complesso, ma condensata nel caos controllato di Manhattan. Qui il turista si trasforma. Spariscono i vezzi, gli orpelli, le velleità sartoriali: largo a sneakers iper-tecnologiche, jeans vissuti e t-shirt minimali, magari con una citazione di Warhol e l’immancabile cappellino New Era, o un logo che urla “Brooklyn”. Qui anche il turista, assorto nella sua fusione con il lifestyle newyorkese, acquisisce l’unico accessorio davvero irrinunciabile: il non avere tempo. Perché a New York, si sa, il tempo è denaro.

New York, Look

Passiamo alle gelide meraviglie della Norvegia, dove il turista mette da parte ogni frivolezza e si consacra all’outdoor con lo zelo di un esploratore vichingo. Ghette termiche, piumini tecnici, zaini multifunzionali e calze spesse come antichi tappeti persiani. L’unica vanità concessa? Il colore coordinato del completo da trekking. Perché anche mentre si scala un ghiacciaio, un certo decoro estetico va mantenuto.

Norvegia, turista

E infine, la Spagna, con le sue piazze assolate e l’aria che sa di tapas e libertà. Qui il look si fa leggero, spensierato, quasi da siesta pomeridiana. Camicie di lino, sandali di cuoio, abiti ampi e occhiali da sole che sembrano scelti non tanto per proteggere gli occhi, quanto per nascondere il sorriso complice del turista che, per un attimo, si sente iberico fino al midollo.

E così, il turista moderno attraversa confini e climi, trasformandosi a ogni dogana. Forse non comprenderà sempre a fondo la cultura che visita, ma di certo saprà vestirla. Perché in fondo, si viaggia anche per indossare per qualche giorno un’altra vita.

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