Proporre l’arte attraverso l’intelligenza artificiale, un nuovo mezzo che potrebbe diventare anche un’arma per gli artisti. Dietro l’opera c’è un umano o una tastiera?
Mario o Quasimondo, il suo pseudonimo
Mario Klingemann è un artista tedesco nato nel 1970 in Germania. Si definisce come un’artista e uno scettico con mente curiosa che lavora con reti neurali, codici e algoritmi che negli anni 80 si ha insegnato da solo. Da lì ha continuato con il suo desiderio di capire, interrogare e sovvertire le dinamiche interiori di qualsiasi sistema. Parte e crea dalla convinzione che i “Machine Artists”, artisti delle macchine, saranno in un futuro molto più interessanti che gli umani grazie al progresso della tecnologia. Vuole sfidare la percezione umana e la teoria estetica attraverso l’intelligenza artificiale e le sue opere.
Mario usa il pubblico come una fonte di data interessante e un ingresso imprevedibile. Quello che li piace di più è l’inaspettato e che certe cose siano fuori il suo controllo. E si capisce qua il perchè delll’uso dell’intelligenza artificiale dove si crea una relazione di coppia in cui uno obedisce e l’altro ordina. Un feedback tra il medio e l’artista. Preferisce creare cose rischiose e non sapere effettivamente come andrà e che giro prenderà il suo modello. L’intelligenza artificiale puo creare un’opera ma non sarebbe mai possibile se dietro nessuno provede delle indicazioni. Mario Klingemann istruisce e programma la macchina, insegna loro ad essere più “umane”. Senza lui affianco, la macchina non produce. Oppure si.
Memories of Passerby, l’ha creato Mario?
Nel 2018, Mario Klingemann presenta “Memories of Passerby”, una macchina che ha creato che continuerà a generare ritratti di persone che non esistono per sempre. Allenò le reti neurali con ritratti dipinti da, principalmente, artisti dell’Europa Ovest e genera un ciclo dove continumente si creeranno dei visi che cambieranno, fluttueranno e svaniranno per dare posto ad altri. È una cosa che il suo modello fa da solo. Dentro la sua cassa, la macchina è allenata per creare i ritratti mentre vengono guardata.
La tastiera permette a lui di scrivere i codici, e come spiega Mario, per lui sono dei penelli che ha imparato ad usare. Come un figlio che cresce, dopo avere insegnato tutto ciò che rendiamo utile per la loro vita, c’è il momento in cui si deve fidare e lasciar andare. Mario Klingemann in queste opere ha lavorato con l’inaspettato.


Appropiate Responses, l’installazione della vulnerabilità
Nel 2020 presento “Appropiate Response” che vuol dire risposta appropiata presentata a Madrid. Mette in una stanza un teleindicatore a palette, come quelli presenti anni fa in stazioni e aeroporti, e un inginocchiatoio. Programma la sua macchina con piu di 60.000 frasi e aforismi presi dall’internet e di questa forma, il modello prese conoscenza di come funziona la lingua, i concetti generali e i concetti semantici. Mario Klingemann vuole ribadire l’importanza e il potere delle parole e si fece la domanda: quanto significato si possono dare a solo 125 parole?
Chi si presenta riceve la frase che da la macchina e ognuno prenderà la frase secondo il contesto personale e la applicherà alla sua vita. Mario Klingermann l’ha spiegato anche in termini botanici. Lui getta il seme, la frase, e dipenderà da noi, la terra, se porge un fiore o meno. Crea un momento di vulnerabilità che è completamente effimero. Dopo che viene letta la frase, sparisce e avanti il prossimo. Come umani, secondo l’artista, pensiamo di incontrare il significato della vita in queste frasi e aforismi che persistono da anni, viene pensato per rivelarsi a noi come un consiglio che un umano darebbe.

Si potrebbe paragonare a un sessione in terapia ma Mario Klingemann decide di proporre un inginocchiatoio. La tecnologia in questa installazione diventa Dio e la domanda da porsi è, chi è effettivamente l’artista? Sia con “Memories of Passerby” che con “Appropiate Reasons”, lui ha indicato alla macchina come muoversi e i suoi limiti ma i risultati effettivi non sono stati generati da lui. Con il passo del tempo, la tecnologia continuerà a crescere e appropiarsi dei campi nella nostra vita, sarà questione di tempo capire se sarà il nuovo Dio o solo un nuovo mezzo per creare.
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