Katy Perry è la prima popstar a volare nello spazio

da | LIFESTYLE

Quando il pop diventa cosmico

“Là dove nessuna popstar è mai giunta prima”. Non è fantascienza, non è un nuovo verso di una canzone né un estratto da un videoclip postmoderno: è realtà, è storia. È il 14 aprile 2025 e Katy Perry entra ufficialmente nella leggenda, diventando la prima cantante pop al mondo a volare nello spazio, a bordo della navetta New Shepard di Blue Origin. Un evento che ha già il sapore della rivoluzione e dell’icona.

Una parabola, quella di Katy, che parte dalle luci sfavillanti dei palchi e arriva alle stelle vere, quelle che non si accendono con gli interruttori di un palco, ma brillano da miliardi di anni e ti guardano, impassibili, dallo spazio profondo.

Un equipaggio tutto al femminile: tra simbolo e sostanza

Ad accompagnare la popstar californiana in questa missione spaziale interamente al femminile, ci sono nomi altrettanto emblematici: Lauren Sánchez, compagna di Jeff Bezos e figura sempre più influente nella narrazione spaziale contemporanea; Gayle King, icona del giornalismo americano; Amanda Nguyen, attivista per i diritti civili; l’ingegnera aerospaziale Aisha Bowe e Kerianne Flynn, filantropa e leader nel settore tech.

Non un semplice viaggio suborbitale di 11 minuti, ma un volo carico di simbolismi: per la prima volta dal 1963, dai tempi del leggendario volo della cosmonauta Valentina Tereshkova, uno spazio esclusivamente femminile viene proiettato oltre l’atmosfera terrestre.

Katy Perry: showgirl tra le stelle

La Perry non si è limitata a salire a bordo. No, ha portato con sé la teatralità tipica del pop, la voglia di stupire e commuovere. Fluttuando in assenza di gravità, ha intonato “What a Wonderful World” di Louis Armstrong. Non un brano a caso, ma una dedica struggente al pianeta azzurro che scivolava sotto i suoi piedi, minuscolo e meraviglioso.

Al rientro, visibilmente emozionata, la cantante ha baciato il suolo texano (nemmeno fossero passati decenni, anziché dieci minuti)  in una scena che ha fatto il giro dei media, dichiarando: “L’ho fatto per mia figlia Daisy, perché sappia che il cielo non è il limite, è solo l’inizio.” Una frase che, ne siamo certi, finirà in un documentario – o magari nella sua prossima canzone.

Critiche, dubbi e il peso della celebrità

Ovviamente, il volo di Katy Perry nello spazio non è stato privo di critiche. In un mondo che lotta contro disuguaglianze, guerre e crisi ambientali, il lusso di un viaggio stellare di 11 minuti può sembrare un capriccio per pochi eletti. Ma è proprio qui che la Perry risponde, e lo fa alla sua maniera: “Lo spazio non è un parco giochi per miliardari, è il prossimo confine. E deve essere aperto a tutte e tutti. Anche alle artiste.”

È il momento, forse, di riscrivere la narrativa: non più solo astronauti e scienziati, ma anche musicisti, narratori, attivisti. Perché lo spazio, in fondo, è anche questione di immaginazione.

Blue Origin, nient’altro che spettacolo e strategia

La missione è anche un’operazione chirurgicamente costruita da Blue Origin, l’azienda spaziale di Jeff Bezos. Dopo voli a bordo di celebrità come William Shatner (il “Capitano Kirk” di Star Trek), oggi la compagnia spinge l’acceleratore sul fronte dell’inclusività e dell’impatto mediatico.

E chi meglio di Katy Perry, regina degli schermi e dei social, poteva incarnare questa nuova frontiera? Con 200 milioni di follower e un brand globale, la popstar si trasforma in ambasciatrice della normalizzazione del volo spaziale commerciale, destinato a diventare, nei sogni di Bezos, “il turismo del futuro”.

Tra le stelle: fine o inizio?

Il volo di Katy Perry è stato breve – solo quattro minuti in assenza di gravità, ma il suo impatto culturale potrebbe durare decenni. È il segnale che la pop culture è pronta a colonizzare l’ultima frontiera, a renderla emozionante, popolare, perfino poetica.

In un mondo dove il confine tra scienza e spettacolo si fa sempre più sottile, la prima popstar nello spazio è una storia che non poteva non accadere. 

Photocredits: Pinterest