Provaci ancora Biancaneve: fuori il nuovo live action

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La prima principessa Disney, Biancaneve, torna al cinema con un live action molto discusso. Un prodotto fin troppo perfetto?

Due sono le cose che vengono in mente quando si guarda una mela: una è la Apple e l’altra sta tornando al cinema dopo 88 anni. Come sicuramente saprete nelle sale arriva “Biancaneve” il live action Disney che rimette in scena la fiaba che ha dato il la alla storia di Walt Disney. La favola del 1937 oggi è ancora in grado di far parlare di se. Ancora prima della sua uscita, infatti, il film di Marc Webb è investito di polemiche. Al pubblico americano non covnince la scelta di Rachel Zegler, attrice latina, per l’interpretazione della protagonista dalla “pelle bianca come la neve”. Anche i nani, realizzati in CGI, fanno storcere il naso: perchè non scegliere attori affetti da nanismo?

Un remake complicato

La scelta di rimettere in scena una fiaba come quella di Biancaneve si è rivelata molto più difficile di quello che poteva sembrare. Pare che la Disney abbia tentato di rendere attuale un prodotto che di attuale non ha nulla. A tal proposito, infatti, la sceneggiatura si è avvalsa di una riscrittura che rende Biancaneve un personaggio più interessante rispetto a quello narrato nel 1937. Il live action la racconta come un’eroina che vuole salvare il suo popolo dalla perfida regina cattiva. Una ragazza capace di combattere al fianco di una banda di briganti sovversivi in stile Robin Hood, e non solo la donna che pulisce la casa dei 7 nani. Lodevole la scelta di dare un quid in più alla storia, ma il risultato non buca lo schermo. La storia è poco approfondita, al suo interno vengono inseriti troppi elementi che vengono poi tralasciati. Anche la scelta di rivisitare alcune scene iconiche, come quella del cacciatore che porta alla regina il cuore di un cervo, sostituito in questo caso con una mela (certo, al giorno d’oggi il cuore di un cervo non sarebbe stata una scelta molto etica), lascia perplessi.

Realtà o fantasia?

La sensazione non è quella di vedere un live action, piuttosto una specie di cartone animato con qualche personaggio reale. L’utilizzo delle tecnologie di CGI è spropositato e contribuisce a rendere il progetto grottesco. Non solo i nani, ma anche tutti gli animali del bosco sembrano essere realizzati con qualche strumento di intelligenza artificiale. In linea generale gioca un ruolo cruciale nel film l’estetica. Anche i costumi con colori irreali e forme troppo rigide somigliano ad abiti di carnevale piuttosto che a veri abiti medievali. Quello di Biancaneve, nello specifico, è fin troppo fedele all’originale e sembra, veramente, un costume carnevalesco più che un abito di scena. Il giallo della gonna è dissonante con la realtà e il colletto inamidato è poco realistico. 

Gal Gadot as Evil Queen in Disney’s live-action SNOW WHITE. Photo by Giles Keyte. © 2024 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.

La colonna sonora originale rimanda subito ai bei tempi dell’infanzia. Peccato per le canzoni aggiuntive di Jack Feldman e Frank Churchill che non convincono del tutto. Al contrario delle attrici scelte per i due ruoli principali, Gal Gadot, già Wonder Woman, e Rachel Zegler che risultano perfette nei ruoli di Grimilde e Biancaneve.

Il vero problema di questo film, in realtà, è che non regge il confronto con i suoi predecessori. Che siano essi gli altri live action Disney o altre riscritture della fiaba. Fra tutte spicca quella del 2012 diretta da Tarsem Singh, con protagonisti Lily Collins, Julia Roberts, Armie Hammer e Sean Bean. Una magistrale reinterpretazione del cartone resa estremamente interessante da una sceneggiatura intrigante, per non parlare dei costumi di Eiko Ishioka che sono valsi una candidatura agli Oscar del 2013. Il live action Disney risulta una via di mezzo tra la scelta di raccontare una nuova versione della storia, e quella di rimanere fedelissimi all’originale del 1937. Spesso però le vie di mezzo non funzionano e questa ne è la prova.