Capita a tutti e ovunque, il cherry picking è un BIAS di ragionamento che non ci permette di superare le problematiche, ma ci fa vedere solo quello che ci piace e ci fa comodo. Ecco come superarlo.
Quante volte raccontando un avvenimento, saltiamo le parti in cui non facciamo una bella figura. Per esempio spiegando come una persona ci abbia risposto male senza motivo, saltando la parte in cui abbiamo reagito in malo modo a nostra volta. Se mi dite mai, tanto non vi credo. Capita, a volte non abbiamo voglia di sentire la ramanzina da parte di qualcuno o semplicemente vogliamo fare bella figura e sfogarci. Questo tipo di situazioni accadono anche quando troviamo una notizia riguardo a una cosa che ci sta a cuore e la consideriamo solo perchè è positiva e avvalora la nostra tesi, ignorando completamente le altre informazioni che potrebbero non darci man forte a portare avanti una precisa idea. Ecco, questo si chiama “cherry picking”.
Inteso letteralmente come “scegliere le ciliegie più buone”, il cherry picking avviene quando scegliamo dati e informazioni solo se ci aggradano e combaciano con le nostre convinzioni.
Di per sè non è un errore, ma semplicemente tendiamo a concentrarci su un solo dato quando questo ci è conveniente. Così facendo non consideriamo cose come il contesto o tutte le altre informazioni che lo circondano. Quello che potrebbe succedere leggendo una ricerca o un testo in contrapposizione con le nostre idee è la tentazione di sminuire quello che leggiamo e sopravvalutare quello che invece si avvicina alla nostra idea.

Si tratta di un vero e proprio BIAS, ossia una distorsione del nostro modo di ragionare. Nello specifico, il cherry picking è un BIAS di ragionamento. Ma guardate che capita davvero a tutti, anche a esperti e ricercatori.
Superare questo empasse è possibile, ad esempio leggendo tutte le ricerche, focalizzarsi con attenzione proprio su quello che va contro le nostre convinzioni ed eliminando i pregiudizi su quello che pensiamo di sapere mettendoci sempre in discussione.
So che sembrano cose scontate e abbastanza banali, ma è proprio così che funziona. Se crediamo di essere esperti di qualsiasi cosa, non saremmo mai disposti a impararne di più. Figuratevi che in psicologia si parla di come chi crede di sapere tutto invece non sappia nulla e chi pensa di sapere troppo poco, sia invece più esperto di quanto pensi. Anche perchè per essere esperti, non possiamo basarci su mere e infondate convinzioni personali, ma a parlare per noi dovrebbero essere i dati, quelli ufficiali, belli e brutti che siano.
Vi faccio un esempio concreto, così da capire meglio come inciampiamo in questa dinamica. Nel 2024 l’Istat ha stimato che per la prima volta gli occupati in italia abbiano superato i 24 milioni. Molti politici hanno quindi sfruttato questo dato a loro favore, millantando che fossero le loro politiche ad aver contribuito a questo miglioramento. In realtà però così facendo, hanno ignorato altri indicatori importanti.

Per esempio, non si è considerato che l’aumento dell’occupazione potrebbe essere influenzato da fattori demografici come l’invecchiamento della popolazione, o la crescita del lavoro precario e quello part-time. Andando anche più a fondo, guardando una serie di dati più grande, l’aumento del numero degli occupati è cominciato prima che l’attuale governo si insediasse, in concomitanza con la ripresa successiva alla pandemia. Quindi alla fine dei conti, non è che si possa proprio affibbiare questo successo all’attuale schiera di politici. Vi sembra?
Guardare il trend nel tempo, confrontare i dati con altri indicatori e porsi tante domande per capire il contesto: un grande aiuto per liberarci dal nostro BIAS di ragionamento.
Insomma, il cherry picking è una forma di paradigma cognitivo e comunicativo che si insedia dentro di noi e non si smuove, così facendo non ci permette di attuare un cambiamento dalla zona di comfort mentale che ci teniamo stretta.
Lo so che è comodo e so che è bello rimanere con le proprie convinzioni quando queste ci fanno comodo, ma quello che produciamo facendo così è solo disinformazione e non permettiamo ai cambiamenti di avvenire nel modo corretto, ma soprattuto non aiutiamo a migliorare le cose. Insomma, non la più bella delle prospettive, no? Quindi armatevi di siti d’informazione, inchieste e dati, i più possibili.