La rubrica mensile ideale per conoscere coloro che hanno scritto la storia della fotografia di moda. I protagonisti di oggi sono: Erwin Blumenfeld, Irving Penn, Richard Avedon
La fotografia di moda negli anni ’40 e ’50
Nella storia della fotografia di moda, questi due decenni si distinguono per il loro carattere diametralmente opposto. Mentre negli anni ’40 la fotografia di moda riflette il clima di austerità imposto dalla guerra, attraverso immagini sobrie e spesso propagandistiche, con il dopoguerra negli anni ’50, la fotografia di moda cambia radicalmente. Il lusso torna in primo piano, trainato dal New Look di Dior e dall’idea di una femminilità raffinata e sofisticata. Le immagini si spostano dalle ambientazioni cupe agli scenari opulenti, con scatti realizzati in studio e in location esclusive. Le modelle diventano vere e proprie icone di stile, incarnando un ideale estetico di grazia e perfezione. La fotografia di moda si fa più glamour, costruendo l’immaginario sognante che dominerà quel decennio.

La fotografia artistica di Blumenfeld
Nel panorama della fotografia di moda del ‘900, pochi nomi riescono ad avere l’impatto visivo e culturale di Erwin Blumenfeld. E in caso non ne aveste mai sentito parlare, sicuramente avrete visto almeno una volta nella vita queste due cover realizzate per Vogue USA. Due immagini che hanno segnato l’inizio di una nuova era.


Nato a Berlino, Blumenfeld è riuscito ad intrecciare la sperimentazione tecnica con l’arte surrealista ed il linguaggio pubblicitario, il che lo rese un vero e proprio artista visivo. Ha collaborato con le più importanti riviste del suo tempo, da Vogue ad Harper’s Bazaar, trasformando la fotografia editoriale in una forma d’arte.
I suoi scatti hanno segnato un’epoca, portando un nuovo modo di rappresentare la figura femminile, il corpo, e l’estetica della moda, attraverso immagini che ancora oggi risultano contemporanee e cariche di significato. Fotografie misteriose dove le donne oltre a rispecchiare il fascino della femme fatale, conservano una naturalezza disarmante.
Il suo approccio era audace: lavorava con tecniche di doppia esposizione, solarizzazione e collage fotografici, anticipando metodi che sarebbero diventati comuni nell’era digitale. La cosa più interessante del suo lavoro, è che seppur non abbia avuto nessuna connessione ufficiale con il surrealismo, la maggior parte delle sue immagini risente dell’ influenza di questo movimento (specialmente per gli scatti pubblicitari). Per questo, ridurre Erwin Blumenfeld ad un semplice fotografo di moda sarebbe limitante. Il suo lavoro si muove sul confine tra arte concettuale e fotografia commerciale, tra provocazione estetica e comunicazione visiva.


Il minimalismo innovativo di Irving Penn
Anna Wintour diceva di lui che “La sua grandezza finiva per innalzare anche ciò che Penn era ‘costretto’ a fare per lavoro”, e questo riassume perfettamente il suo estro creativo.

Comunemente riconosciuto come uno dei maestri della fotografia di moda del 20° secolo, Irving Penn non si dedicò solo alla moda, ma adorava realizzare ritratti in still life di nature morte e oggetti quotidiani, che contraddistinguono gran parte del suo lavoro. Le sue composizioni, illuminate minuziosamente, sembravano dare vita all’inanimato. La sua serie di mozziconi di sigaretta e detriti stradali – che oggi potremmo definire come ‘foto aesthetic’ – sfida la nostra percezione di bellezza, costringendoci a rivalutare gli oggetti che spesso trascuriamo nella nostra vita giornaliera.


La sua collaborazione con Vogue è durata fino alla sua morte (nel 2009), per cui realizzò ben 158 copertine, un numero mai raggiunto da nessun altro, e grazie alle quali è riuscito ad introdurre un linguaggio visivo completamente nuovo, essenziale ma potentissimo.
In un’epoca di eccessi e teatralità, infatti, Penn ha scelto il minimalismo. Fu proprio tra i primi a ritrarre i suoi modelli davanti a uno sfondo grigio o bianco, semplice e austero. Fondali neutri, luce naturale, pose essenziali ma espressive. Un linguaggio rivoluzionario, che trasformava la modella in opera d’arte, esaltandola con geometrie perfette e spazi studiati al millimetro.


Richard Avedon: opere di un perfezionista
Lui è uno dei fotografi di moda più importanti della storia, diventato rapidamente famoso per la sua eleganza, la sua inventiva e la natura indagatrice del suo occhio; per questo, non stupisce il fatto che il suo portfolio vanti una polivalenza di opere che vanno dal reportage di guerra alla fotografia di moda, dalla ritrattistica alla pubblicità.
Se fosse vivo oggi, probabilmente adorerebbe la possibilità di scattare all’infinito grazie al digitale. Perfezionista instancabile, riempiva interi rullini pur di catturare l’attimo perfetto. Lo dimostra il celebre scatto di Dovima tra gli elefanti: un’immagine studiata nei minimi dettagli, così armoniosa da sembrare un dipinto.

Avedon è stato un collaboratore di lunga data per Vogue. Le sue immagini per la rivista hanno segnato un’epoca, contribuendo a definire lo stile e l’immaginario visivo degli anni ’50 americani e oltre. Come fotografo di moda, in quegli anni spiccarono diverse campagne pubblicitarie, come quelle per Gianni Versace, con il quale ebbe un rapporto significativo. Versace, che amava l’idea di un’arte visiva che fosse tanto potente quanto la sua moda, trovò in Avedon il perfetto interprete del suo spirito, ed insieme crearono campagne audaci, fresche e coraggiose, come le loro personalità.

Da qui, vediamo susseguirsi le più grandi topmodel dell’epoca: da Linda Evangelista, Christy Turlington, Kate Moss e Veruschka, fino ad Aya Thorgren e Sharlom Harlow. Certamente, però, la modella più legata al nome del fotografo è Nastassja Kinski, fotografata per Vogue in una posa sensualissima, avvolta da un pitone. Un’immagine simbolo degli anni ‘80 che vendette oltre due milioni di copie quando venne successivamente pubblicata come poster. In quello scatto è congelato il momento esatto in cui la lingua del pitone arriva quasi a leccare l’orecchio della modella: se non è questa una tentazione…

La visione creativa di Richard Avedon risuona ancora nella fotografia contemporanea, ed oggi viene celebrato dalla mostra Italian Days al Gagosian di Roma: una rassegna comprendente più di 20 fotografie scattate per le strade della Capitale, della Sicilia e di Venezia. Presentata per la prima volta nella sua interezza, comprende anche ritratti iconici di importanti figure culturali che definiscono il suo stile distintivo, tra cui Marilyn Monroe e Samuel Beckett.
Foto: Artnet
Clicca qui per scoprire gli altri appuntamenti di Flashbackz