Ma perchè ci piacciono così tanto i cattivi dei film? In parte è colpa della moda, che li rende figure tanto complesse quanto affascinanti
Dai capi audaci e punk rock di personaggi come Emma Stone in Cruella, al carisma magnetico e inquietante di figure come Angelina Jolie nel film Maleficent. Gli antagonisti sono sempre di più i favoriti indiscussi dello stile visivo dei film. Se da piccoli abbiamo sempre tifato per l’eroe protagonista, puro e genuino, di recente abbiamo assistito ad un sorprendente aumento di popolarità dei cattivi sul grande schermo. Questo è evidente dal numero crescente di film che si focalizzano proprio su questi personaggi. I più originali, difficili da imitare e spesso interpretati in modo straordinario.

E che si tratti di un’eleganza glaciale o di un carisma travolgente, questi personaggi sembrano trascendere la mera violenza, diventando memorabili nella loro capacità di sedurre lo spettatore.
La psicologia dietro i look dei cattivi
I look dei cosiddetti villain non sono solo un vezzo estetico, ma dei veri e propri strumenti che servono a raccontare della loro psicologia. L’aspetto esteriore diventa quindi una proiezione del loro potere e del loro essere, e questo è forse il motivo per cui li apprezziamo così tanto.
Non sono legati alla moralità, ma agiscono sempre spinti da ambizioni, traumi o visioni personali, e questo può condizionare la nostra opinione. Ad esempio, un ruolo cruciale è giocato dalle debolezze e dalle fragilità del cattivo che vengono messe in evidenza, rendendolo ancor più umano. Il fatto di avere avuto dei traumi o dei tragici trascorsi familiari, attrae inconsciamente la nostra simpatia, diventando così più ammaliante ai nostri occhi.
Pensiamo a Joker di Joaquin Phoenix e Lady Gaga, due personaggi che incarnano una figura tragica e allo stesso tempo irresistibile, pur vivendo in un mondo di dolore e sofferenza.


Silhouette e forme
La silhouette degli antagonisti è spesso più aggressiva, caratterizzata da tagli decisi e spigolosi. Mentre i dettagli come gioielli, scettri, mantelli e tessuti lussuosi, servono a sottolineare il loro status e potere. Il loro stile vuole dunque comunicare autorità e mistero. A differenza invece del protagonista, che solitamente predilige un abbigliamento più pratico, comodo e decisamente sobrio (eccetto per le principesse), con linee morbide e pulite per non distogliere l’attenzione dalla sua missione. La moda riflette quindi una personalità genuina e orientata verso il bene.


L’ armocromia dei personaggi
È risaputo che il cinema utilizzi la psicologia del colore per descrivere personaggi ed emozioni, e in particolar modo per coinvolgere lo spettatore. Dopotutto, il colore ha il potere di influenzare significativamente il nostro stato d’animo. Pensiamo ad esempio a tutti i cattivi dei film Disney: Ursula, Jafar, Ade, Maga Magò e la Regina di cuori.
In questo caso, parliamo di una palette cromatica in cui colori come il verde, il viola, il rosso e il nero diventano simboli ben precisi. Il verde, ad esempio, evoca spesso l’idea di invidia o tossicità (pensiamo alla strega cattiva ne Il mago di Oz). Mentre il viola suggerisce una distorsione della realtà, accentuando il carattere enigmatico e inquietante del villain. Questi colori esprimono il potere e l’eleganza del cattivo, ma anche la sua instabilità mentale e il suo lato pericoloso.
Invece l’eroe gioca solitamente su colori più luminosi e terrosi, come il bianco e il beige, o colori che trasmettono serenità, come il blu e il verde pastello, che simboleggiano la sua purezza e il suo viaggio verso il raggiungimento di un obiettivo positivo.

Ma quindi, dobbiamo allarmarci se gli antagonisti dei film diventano i nostri personaggi preferiti? La risposta fortunatamente è no. Mostrare affinità o empatia verso questi personaggi non significa che siamo delle cattive persone, ma che una parte di noi, in una realtà di finzione, comprende quello che fanno.
O forse, perchè semplicemente ci piacciono i casi umani.