Wikipedia: qual è la sua storia

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Wikipedia, l’enciclopedia online, sa tutto di tutto, ma noi cosa sappiamo a riguardo? Ecco la storia di uno dei più grandi progetti no profit creati su internet.

Negli ultimi giorni stavo ripensando ai bei tempi scolastici: internet a disposizione e troppi compiti da fare assieme a troppa poca voglia di cercare sui libri. Allora motore di ricerca alla mano ed è subito: “testuggini di Galapagos”. Dopo aver scorso per 12 minuti le immagini, perchè ti attiravano subito le immagini, cercavo la pagina Wikipedia che mi potesse dare tutte le info necessarie.

Tutt’ora lo reputo uno dei siti più affidabili “nell’internet” e a cui faccio davvero molto riferimento. Quando mi capita di cercare qualcosa, e mi capita spesso. Oppure voglio dimostrare di avere ragione mentre discuto con un amico, e questo mi capita ancora più spesso se possibile. Wikipedia è il mio porto sicuro.

Wikipedia è un’enciclopedia online a contenuto libero sostenuta e ospitata dalla Wikimedia Foundation.

(Via Wikimedia Foundation)

Questa fondazione è senza scopo di lucro e ha lo scopo di incoraggiare lo sviluppo e la diffusione di contenuti liberi in tutte le lingue. Fornire gratuitamente a chiunque ne abbia bisogno l’intero contenuto dei suoi progetti Wiki. Tra questi il più famoso è proprio Wikipedia.

Una Wiki, invece, è un’applicazione web che permette di creare, modificare e mostrare pagine all’interno di un sito web. È una raccolta di documenti ipertestuali che viene aggiornata dagli stessi utilizzatori i cui contenuti sono sviluppati in collaborazione con tutti quello che vi hanno accesso. La modifica dei contenti è aperta quindi il testo può essere modificato da tutti gli utenti contribuendo anche cambiando e cancellando quello che già è stato scritto. Lo scopo di queste applicazioni è condividere, scambiare, immagazzinare e ottimizzare le informazioni in modo collaborativo.

Wiki wiki deriva dall’hawaiano e significa “rapido”, “molto veloce”. Il termine viene usato anche come acronimo inverso in inglese trasformandosi in “What I know is” che descrive al meglio la sua funzione di condivisione di conoscenza.

Wikipedia viene messa online per la prima volta il 15 giugno 2001, quando i due fondatori – Jimmy Wales e Larry Sanger – la aprono agli utenti. Il nome viene creato dall’unione di “wiki”, per descrivere la sua struttura, e “enciclopedia”. Questo secondo termine rappresentava la sua ambizione di creare un archivio globale e in costante aggiornamento di sapere condiviso.

La storia di Wikipedia si lega a quella del sito Boris.com che Wales fonda nel 1996. Questo era una specie di indice di pagine web e informazioni di diverso tipo. La particolarità era la possibilità di contribuire e arricchire gli elenchi presenti.

Da questo progetto parte l’idea di dare vita a un’enciclopedia online libera, i cui contenuti potessero essere scritti da chiunque e condivisi senza problemi di copyright. Un’idea che potrebbe aver preso fondo in riferimento alle versione CD-ROM dell’enciclopedia Encarta e Interpedia, un altro progetto di enciclopedia online che negli anni ‘90 aveva avuto un discreto successo.

(Via Baionette Librarie)

Wales, insieme a Sanger, fonda Nupedia che sbarca online nel marzo del 2000, ma che non riscontra un grande successo.

Questo potrebbe dipendere dal fatto che, per pubblicare le voci sul sito, queste dovessero essere riviste da esperti dei settori coinvolti. Una cosa che ha reso il sistema veramente lento e così furono pubblicati solo 24 articoli in tre anni. I due quindi si rendono conto di avere bisogno di un sistema diverso e più pratico per scrivere la perfetta enciclopedia online.

È qui che nel 2000 entra in scena il sistema Wiki. Messo online il 15 gennaio, già nei primi giorni cresce di molto, soprattutto grazie al lavoro svolto da alcuni ex dipendenti di Boris. Un altro contributo arriva anche da alcuni dei collaboratori di Nupedia a cui Sanger chiede una mano qualche giorno dopo la messa online del sito.

Le prime pagine create su Wikipedia furono: Homepage, Wikipedia, Philosophy and Logic, United States, Popular Music e Sports.

La svolta arriva quando nell’estate il sito Slashdot invita chi lo frequentava a farlo crescere, dopo che Encyclopedia Britannica aveva deciso di richiedere un pagamento per essere usata online. Poi nel settembre del 2001 il New York Times ne parla in un articolo. Il giornale racconta che il sito aveva già 10mila voci “da Abba a zigota”.

Anni dopo ci si trovava davanti al grande successo, ma anche di fronte alla consapevolezza che si trattava di una popolare, ma economicamente infruttuosa enciclopedia online. Non era difficile capire che i collaboratori malvolentieri avrebbero accettato l’idea che questa diventasse all’improvviso a pagamento o tantomeno presentasse pubblicità.

Nel 2003, dopo varie critiche, Wikipedia viene trasformata in una fondazione no profit annunciando che l’enciclopedia sarebbe sempre stata gratuita e senza pubblicità. E ancora oggi è così.

(Via Interactive Pasts)

Ci sono state anche alcune controversie e problemi legati all’affidabilità di Wikipedia, ma il sito continua sulla sua strada, ora con alcune regole e limitazioni. Wikipedia, scritta da persone come noi e libera per tutti, risalta come la grande eccezione delle promesse fatte da Internet, perlopiù non rispettate.

Attualmente il sito, ormai ventenne, ha più di 6 milioni di articoli, 52 milioni di pagine scritte in centinaia di lingue e dialetti. 900mila file caricati e più di 40 milioni di utenti registrati. Sono stati sviluppati diversi progetti paralleli dalla Wikimedia Foundation come Wikiquote, Wikinotizie, Wikiversità e Wikivoyage. Esiste anche una rete di associazioni nazionali legate alla fondazione per contribuire alla gestione dell’enorme flusso che il progetto ha portato. Tra queste troviamo anche Wikimedia Italia, un tentativo di creare e distribuire un’enciclopedia libera a ogni singola persona nel mondo nella propria lingua.

Le critiche legate al controllo dei fatti derivano sopratutto dalla mancanza di un processo formale e sistematico di revisione e controllo dei fatti.

Questo accesso universale, caratteristico del sito, oltre ad essere il suo punto di forza maggiore rappresenterebbe un grosso punto debole rendendo gli articoli inaffidabili. Questo perchè gli autori potrebbero non essere abbastanza competenti riguardo a quello che scrivono. Per aggirare questa cosa sono stati inseriti dei metodi per indicare l’origine del materiale che compone le voci. Gli autori possono indicare la provenienza della fonte, il concetto espresso e la data in cui viene inserito il contributo.

Un’altra polemica è sorta per le richieste che il sito, durante il mese di dicembre, fatte attraverso dei riquadri di testo che chiedono di contribuire al finanziamento dell’enciclopedia online più grande del mondo per l’anno che verrà. Questi appelli, spesso, sono scritti con un tono abbastanza urgente: si ricorda che al contrario di grandi siti web come Google o Facebook, Wikipedia non vende a nessuno i dati delle milioni di persone che frequentano le sue pagine ogni giorno.

In questi appelli viene anche raccontato che a rendere possibile l’esistenza stessa dell’enciclopedia sono principalmente le piccole donazioni.

(Via Wikipedia)

Senza nessun tipo di scrupolo sul senso di colpa, aggiungendo perfino un’emoji triste affianco al testo, dicendo che basterebbero 3 euro, “il prezzo di un caffè”, per dare una mano.

Leggendo questo messaggio strappa-lacrime sembrerebbe che Wikipedia sia davvero a corto di fondi e che rischi di chiudere da un momento all’altro. Ma in realtà, nonostante sia spesso attaccata dai governi autoritari che ne contestano i contenuti, economicamente parlando se la cava alla grande. Infatti, la Wikimedia Foundation impiega 700 persone, ha un fatturato annuo di 155 milioni di dollari e un patrimonio netto di 240 milioni.

I volontari che lavorano gratuitamente al progetto di Wikipedia, notata questa discrepanza tra il tono allarmista e la fattuale situazione economica della fondazione, iniziano a storcere il naso. Si è fatto un po’ di rumore e l’enciclopedia ha cambiato sintassi nelle sue richieste di fondi, senza destare troppa preoccupazione e dando un’idea più realistica della situazione finanziaria di Wikipedia.

È normale per le organizzazioni no-profit accumulare soldi per mantenere una riserva di cassa in eccesso rispetto alle spese operative annuali dell’ente di beneficienza.

(Via MarketMovers.it Finanza Personale)

In questo modo, se i costi aumentassero o un grande donatore scomparisse, l’organizzazione non rimarrebbe senza nulla. Quindi non temete, non stanno cercando di fregarci, è tutto nella norma.

Aldilà di questo, la vera chicca si trova nella missione di questa enciclopedia online che da sempre desidera rendere tutto il sapere possibile accessibile a chiunque, riuscendoci da ben 23 anni. Un risultato importante e una cosa da non sottovalutare, viste le diverse controversie che i social network, o la rete in generale, stanno causando. Violazione di privacy, vendita di dati e chi più ne ha più ne metta.

Alla fine di questo articolo, a cui Wikipedia ammetto ha dato una mano, l’idea di donare anche solo il prezzo di un caffè devo ammettere non mi dispiace. E a voi?