Dicono ci sia qualcosa di affascinante e inquietante nel volto della Medusa. Quel simbolo antico, di bellezza e terrore, oggi sembra riflettersi in Donatella Versace, la donna che ha ereditato il peso e la gloria di un marchio che non è soltanto moda, ma potere, storia, mito. Ora, a poche settimane dalla scadenza del suo contratto come direttore creativo, il mondo della moda si chiede: che ne sarà di lei? Che ne sarà della Medusa?
Versace, la fine di un’era?
Gli articoli si susseguono. WWD, Fashion Magazine, MFF, tutti a rincorrere la notizia che Donatella potrebbe lasciare la guida creativa di Versace. Che Capri Holdings, il colosso che ha acquistato il brand nel 2018, starebbe lavorando con Barclays per vendere sia Versace che Jimmy Choo. E come sempre, in questi casi, la domanda è una sola: chi sarà il prossimo?
Si fa il nome di Dario Vitale, il talentuoso design director di Miu Miu, come possibile successore di Donatella. Ma fermiamoci un attimo. Non è forse troppo facile parlare di successione, di cambi di poltrona, come se la moda fosse un gioco di società? Versace non è una maison qualsiasi. È il tempio della provocazione, del coraggio, della sensualità sfrontata. Versace è Gianni, è Donatella. E non si sostituisce Donatella come si cambia un abito.
Eppure, il tempo scorre. La moda cambia. Il mercato, cinico e impietoso, detta legge. E i grandi gruppi – Kering, LVMH, Capri Holdings – non fanno eccezione. Vogliono numeri, risultati, profitti. Ma cosa accade quando la creatività incontra il capitalismo? Quando un brand come Versace, nato per sfidare le convenzioni, deve piegarsi alle logiche del mercato? La risposta è sotto i nostri occhi: speculazioni, manovre, giochi di potere.
Questione di identità
Certo, Donatella non è più la ribelle che negli anni ’90 scandalizzava con le sue sfilate audaci. Ha dovuto adattarsi, smussare gli angoli, trovare compromessi. Ma la sua presenza è ancora lì, forte e iconica. E allora, davvero qualcuno può pensare che basterà un nuovo designer per continuare il mito? Davvero si crede che la Medusa possa sopravvivere senza il suo volto?
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La moda, in fondo, è una questione di identità. E Versace, oggi più che mai, rischia di perderla. Se Donatella dovesse davvero lasciare, cosa resterà di quella visione ribelle, di quell’essenza sfacciata e mediterranea? Resteranno abiti, accessori, logo stampato ovunque. Ma senza anima, senza cuore.
E così, mentre le voci corrono e le poltrone traballano, mi chiedo: cosa direbbe Gianni, da lassù? Lui che la moda l’ha trasformata in arte, in rivoluzione. Forse sorriderebbe, forse scuoterebbe la testa. Forse ricorderebbe a tutti che la moda non è solo business. È passione. Cultura. Identità.
E Donatella, la donna con il volto della Medusa, lo sa bene.