Su Instagram un grande fotografo che scatta foto all’America selvaggia vista dal suo finestrino da camionista, in realtà risulterebbe un truffatore. Chi è (davvero) Ry Shorosky.
Scorrendo su Instagram, in questi giorni, mi sono imbattuta nella storia di Ry Shorosky, un direttore e fotografo che ad oggi conduce una doppia vita. Prima che pensiate male vi spiego di cosa si tratta.
A rigor del vero, quando mi sono trovata la sua storia davanti, si parlava del suo essere un camionista on the road che fa foto a quello che vede, all’America che si staglia oltre il suo finestrino. Un’artista, o meglio, viene raccontato come un regista e fotografo che ora crea grazie a questa sua seconda professione. Aprendo il suo sito internet, poi, si scopre che questa è la realtà che ha vissuto negli ultimi 7 anni, vivendo e lavorando come autista di un autocarro con rimorchio. Il quale viaggia per tutti gli Stati Uniti.
Raccontare e condividere la cultura americana attraverso ciò che vede. Ma…
…ma navigando su Internet, viene fuori che nel 2019 lo stesso Ry Shorosky è stato al centro di uno “scandalo”, come protagonista. Sembra che abbia messo in vendita delle sue stampe, alla gente sono piaciute e hanno iniziato a comprarle, ma Ry non ha mai spedito alcunché.
Prima di andare avanti c’è da dire che le foto sono davvero belle. Molto saturate, dai colori forti e pochi soggetti. Principalmente si vedono le strade, i camion, panorami che vengono incorniciati dai finestrini. Insomma, quello che ci si aspetterebbe di vedere se fossimo dei camionisti in strada e avessimo a disposizione un ottimo bagaglio di capacità e una fotocamera non male (più un computer per post-produrre, aggiungerei).
Al di là del fatto che sul suo profilo si annoverano clienti come Abercrombie, Herschel, W Magazine e anche Vogue, il creativo, ahimè, non si porta dietro una bella nomea in quanto a professionalità.
“Ho comprato questa stampa da @ryshorosky nell’aprile del 2018 – o almeno l’ho pagata”.
Questo era quello che succedeva nel 2019, quando iniziano le prime lamentele rivolte al fotografo. Morale della storia, nel 2016 i suoi lavori iniziano ad essere notati accaparrandosi pubblicazioni anche su Time e altri magazine di alto livello. Si è guadagnato un bel seguito come fotografo sulla ridente Instagram, ai tempi, creando immagini che vanno da morire tra millennial e amanti dell’arte Gen Z.
A questo punto la gente inizia a comprare delle stampe con queste bellissime foto semplicemente scrivendogli un messaggio sui social dove lui risponde immediatamente. Dopodiché viene fatto il pagamento e il prezzo medio si aggira sui 120$. A volte i soldi vengono mandati direttamente a lui, altre volte a un certo David Nieves, che risulta poi essere un suo caro amico che gli presta l’account PayPal quando si trova a dover affrontare qualche problema con il suo.
All’inizio risulta super semplice comunicare con lui. Ad alcuni è stato anche chiesto di pagare un supplemento per la spedizione, che veniva pagato, nonostante fosse inclusa. Inoltre, quando accettava i pagamenti via PayPal, chiedeva di fare una transazione con la modalità “amici e familiari”. Una scappatoia che ti permette di non pagare nessuna commissione e avere il pagamento intero, cosa che non succederebbe con l’opzione business.
Il blocco di PayPal
Ad un cero punto ad alcuni comratori viene chiesto di segnalare di aver ricevuto il prodotto in modo che i soldi fossero sbloccati subito. Così da poterli usare per stampare le foto e spedire il prima possibile. Questo perchè PayPal tende a mettere in hold alcuni pagamenti, in modo che se ci sono dei problemi è possibile interrompere il trasferimento e segnalarlo. Dopo aver pagato, nonostante le tante avvisaglie a cui molti hanno prestato attenzione, si aspetta. E si aspetta. Si aspetta. E ancora.
A un certo punto la gente inizia a chiedere un aggiornamento a riguardo e Shorosky risponde che era davvero molto occupato e in un brutto momento della sua vita personale. Quindi gli acquirenti aspettano ancora. E si arriva alle richieste di rimborso. I messaggi allora vengono ignorati, a volte addirittura letti e mai risposti, altre volte l’artista chiede compassione e pazienza. Qualcuno è arrivato perfino a scrivere ai suoi genitori dalla disperazione, ma a un certo punto la comunicazione con l’artista si interrompe.
Shorosky ha perfino cancellato i commenti negativi al riguardo o le domande sugli ordini dai suoi post di Instagram. A chi postava qualcosa di negativo su di lui, veniva chiesto di cancellare il post.
VICE risce a contattare il famoso amico dell’artista.
David conferma di aver aiutato Ry accettando questi pagamenti su PayPal per lui. Era completamente all’oscuro di quello che stava accadendo. Finché a un certo punto ha iniziato a ricevere email da persone che chiedevano della loro stampa o di un rimborso. Quando ha parlato a Shorosky di queste cose, lui ha spiegato che era “pieno fino al collo”. Nieves ha anche spiegato che a un certo punto PayPal ha iniziato a rimborsare le persone, lasciandolo con un negativo di 1,700$ sul suo account personale.
Ha di nuovo contattato Ry per farsi ripagare più e più volte, in quanto il suo account ora non è più utilizzabile. L’ultimo messaggio mandato è stato nel 2020 chiedendo, ancora, i suoi soldi. La risposta di Shorosky? Si è offeso, lo ha accusato di ricatto e lo ha minacciato di condividere informazioni su di lui con VICE per rovinargli la reputazione.
Arrivano le stampe, però…
Qualcuno è perfino riuscito a ricevere una stampa, ovviamente in carta di bassa qualità, altri non hanno mai visto la stampa o il rimborso.
C’è chi è andato alla polizia, chi ha contattato i piani alti di Instagram e l’Olimpo di influencer, così da dare una smossa alla situazione. Ma chi forse è riuscito ad ottenere di più è stato VICE, che ci ha perfino parlato al telefono nel febbraio 2020. In quell’occasione Shorosky ha parlato di come la realtà che vivono i camionisti sia davvero dura. Di come il loro lavoro sia invisibile e la vera spina dorsale che permette all’America tanti dei suoi privilegi. Si dipinge come un uomo per strada che fa fatica ad andare avanti e che ora cerca di sistemare con chi deve farlo.
Shorosky spiega che non ha calcolato nel modo giusto i costi di spedizione, che era completamente disorganizzato e che usare Instagram come piattaforma di vendita ha finito per essere uno svantaggio.
Troppi ordini, niente stampe
nizialmente Shorosky avvia la vendita delle stampe per fare soldi velocemente, ma poi si riempie di ordini e non ha la possibilità di assumere un assistente per occuparsene. VICE gli ha comunque chiesto come mai, nonostante le situazioni spiacevoli e i messaggi ricevuti, ha comunque continuato a vendere le stampe. L’artista ha spiegato che aveva bisogno di vendere altre stampe per riuscire a stare a galla un altro po’, recuperare qualche stampa e cercare di ripartire con gli ordini.
A detta sua, la rabbia dei suoi acquirenti è ingiusta e dimostra una mancanza di compassione. Oltre che l’incapacità di capire cosa sta affrontando. VICE a riguardo dice che è abbastanza difficile capire le difficoltà quando questa persona si mostra a suo agio sui social. Arrivano delle scuse, si parla di alcuni refund e poi ancora.
Nel 2021 VICE prova a ricontattarlo
Dopo la promessa di ripagare la maggior parte delle persone, il suo account viene buttato giù, poi riappare. Nel 2021 VICE prova a ricontattarlo, ma alla fine Shorosky scompare. L’artista non vuole più parlare e si esprime solo su come gli effetti del COVID “come potete immaginare”, abbiano colpito anche lui. Eccetera, eccetera. Morale della favola? A maggio 2021 posta un’altra vendita di stampe. Pochi giorni dopo viene sponsorizzato sulla pagina Instagram di Adobe Photoshop Lightroom. E se per chi ha comprato spetta la rabbia e la frustrazione, “per Shorosky il cielo rimane sempre tinto di rosa e le strade sono desolate e bellissime”, conclude VICE.
Possibile che stiamo per caderci di nuovo? Magari anche no. La vera morale della storia? Non è tutto senza filtri ciò che si cela dietro Instagram. A volte un cielo troppo bello per essere vero è davvero troppo bello e non è per nulla vero. Per adesso l’account dell’artista conta “solo” 66mila follower e secondo me si possono lasciare così. Che si tratti di truffa o di una chiara mancanza di responsabilità e maturità, l’ultima delle cose che vorrei vedere è l’andare in auge di queste foto, soprattutto se promesse in A4.
Un altra cosa che gli si potrebbe recriminare è aver cavalcato l’onda delle vendite di Instagram. O meglio, di aver sfruttato lo spazio che spettava a creativi che davvero ne avevano la necessità. Small Business che durante il COVID avevano la necessità di fiducia e sostegno in un momento che ha visto tutti quanti in seria difficoltà. Se le scuse erano davvero sincere, perché questa situazione si è ricreata più e più volte? Perchè non mettere un post di scuse sul proprio sito, invece che la lista dei clienti partendo dal nome più influente. Forse perchè scattare la foto al cielo d’America è davvero una scelta e non un bisogno.