IA: opportunità e limiti

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Quando parliamo di intelligenza artificiale, ci troviamo di fronte a un progresso straordinario che solleva speranze e interrogativi.

Da un lato, c’è l’entusiasmo per un futuro pieno di opportunità; dall’altro, la consapevolezza che ogni grande conquista comporta nuove responsabilità. Ed è proprio in questa tensione tra promessa e rischio che si colloca il ruolo dell’IA nella nostra società.

Immaginatevi nel 1910 in un bar del North Carolina, tre anni dopo il primo volo a lungo raggio. Due esperti discutono l’invenzione dei fratelli Wright. Quello pessimista esclama: “Bisogna fermare quella macchina! Presto avremo qualcuno che ci butta delle bombe sulla testa per farci esplodere”. L’ottimista replica: “Non ti rendi conto, un giorno potremo andare da San Francisco a Roma in meno di mezza giornata, riposandoci, guardando un film e mangiando ottimo cibo”. Entrambi, in fondo, hanno ragione. Questo dialogo, riportato in un articolo de Il Giornale, rispecchia perfettamente l’ambivalenza che accompagna ogni innovazione e oggi più che mai quella dell’intelligenza artificiale.

L’IA ha rivoluzionato molti aspetti della nostra vita, migliorando la medicina e l’accesso alle informazioni. “Si prospetta un futuro in cui potremo fare la foto di un neo con lo smartphone e sapere immediatamente se sia pericoloso, riducendo i tempi di diagnosi e abbattendo i costi della sanità” afferma Jerry Kaplan. Eppure, come ogni innovazione, l’IA porta con sé anche dei rischi. Tra questi, uno in particolare suscita il mio interesse: l’impatto sulla creatività e sullo sviluppo del pensiero critico dei più giovani.

L’arrivo di ChatGPT

Il 19 dicembre 2024 è stato annunciato l’arrivo di ChatGPT, il chatbot più conosciuto al mondo, direttamente su WhatsApp. Con pochi semplici passi, è possibile aggiungerlo come contatto e avviare una conversazione. L’obiettivo è rendere l’IA accessibile a tutti, utilizzando uno strumento familiare e quotidiano. Per i ragazzi, questo significa avere sempre a disposizione un “amico perfetto”, pronto a rispondere in ogni momento, senza giudizi, senza conflitti e, soprattutto, senza il rischio di essere ignorati. Ma questa perfezione, in realtà, è un’illusione che può avere conseguenze profonde.

IA e i giovani: un rischio per la creatività?

Una delle preoccupazioni principali degli esperti è che ChatGPT diventi una scorciatoia per evitare lo sforzo creativo e il confronto umano. Secondo un sondaggio condotto da TGM Research per NoPlagio, il 71% dei ragazzi italiani usa l’IA per cercare informazioni, il 60% per fare i compiti o esami e il 33% per imparare. Quasi l’80% degli studenti utilizza ChatGPT per scrivere. Questo potrebbe sembrare un passo avanti verso l’efficienza, ma nasconde un costo significativo: il rischio che ci si abitui a delegare il processo creativo all’intelligenza artificiale, limitando la capacità di generare idee originali.

La creatività è come un muscolo che va allenato e alimentato. Non è un dono riservato a pochi, ma una competenza che si sviluppa attraverso l’esercizio e la pratica. Usare ChatGPT per completare un compito riduce l’opportunità di allenare questa abilità, trasformando lo studio in un’attività passiva. 

Inoltre, c’è il rischio che i ragazzi accettino le risposte dell’IA come verità assolute, senza verificarne l’accuratezza. Per capire meglio la qualità delle informazioni che ChatGPT fornisce, occorre comprendere come funziona il chatbot. ChatGPT è un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM), progettato per imitare il linguaggio umano. Quando genera una risposta, non conduce una ricerca o controlla le pagine web, ma produce una serie di parole basandosi sui dati di addestramento. Questo processo può portare a errori, noti come “allucinazioni”, ovvero informazioni errate o distorte.

Il risultato del modello è influenzato dai dati di addestramento, che possono introdurre distorsioni o imprecisioni, e dal processo di messa a punto, che coinvolge revisori umani. È quindi fondamentale affrontare le risposte di ChatGPT in modo critico e verificare le informazioni da fonti affidabili. 

Il valore del confronto umano

ChatGPT non solo rischia di limitare la creatività ma la nuova formula disponibile su WhatsApp, può anche influire sulle relazioni umane. La disponibilità costante e la mancanza di conflitti rendono l’IA un interlocutore preferibile rispetto agli amici o ai genitori, che invece offrono un confronto più complesso ma fondamentale per la crescita personale. Le relazioni reali, fatte di conflitti, silenzi e incomprensioni, insegnano a sviluppare empatia, resilienza e capacità di comunicazione. L’abitudine a interagire con un chatbot perfetto potrebbe invece portare a difficoltà nel gestire le dinamiche reali delle amicizie.

C’è qualcosa, però, che l’intelligenza artificiale non ha e non potrà mai eguagliare in futuro: l’empatia umana. L’empatia dell’intelligenza artificiale, purtroppo, è inesistente: per quanto venga spesso implementata come strumento psicologico o emozionale, non può interessarsi davvero allo stato d’animo del proprio interlocutore, non è in grado di dare consigli che provengono dal cuore. La semplicità delle risposte dell’IA non può sostituire l’empatia autentica e la profondità di una conversazione umana.

Verso un uso consapevole dell’IA

Non dobbiamo demonizzare l’IA, ma imparare a utilizzarla in modo consapevole. Come afferma Horst Klaus, fondatore di NoPlagio: “Gli stessi insegnanti dovrebbero approfondire la materia per guidare i ragazzi verso un utilizzo corretto dell’IA”. Questo significa insegnare loro a non delegare il pensiero critico e a verificare sempre le informazioni ricevute. Significa anche promuovere attività che incentivino la creatività autonoma, come la scrittura manuale, il brainstorming e la collaborazione diretta con gli altri.

L’intelligenza artificiale offre opportunità straordinarie, ma non possiamo permettere che sostituisca il pensiero umano. Come dice Jerry Kaplan, “le domande sono il centro di tutto e per indirizzare le macchine dobbiamo fare quelle giuste”. Insegnare ai ragazzi a fare le domande giuste, a interrogarsi sul mondo e a esplorare le proprie idee è il miglior antidoto contro i rischi dell’automazione del pensiero.

In un’epoca in cui la tecnologia trasforma ogni aspetto della nostra vita, è fondamentale ricordare che la creatività non è un lusso, ma una necessità. E per mantenerla viva, dobbiamo continuare a esercitarla, ogni giorno.

Tuttavia, per quanto l’intelligenza artificiale evolva, per quanto si sviluppi, non dobbiamo mai dimenticare che ci sarà sempre bisogno, a monte, di una mente umana a gestire, regolare e controllare il tutto. L’IA può assistere, ampliare e migliorare molti aspetti della nostra vita, ma rimane uno strumento che necessita della guida del pensiero umano, della supervisione critica e della responsabilità etica. Solo così potremo garantire che la tecnologia lavori al servizio dell’umanità, e non il contrario.

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