La parola dell’anno è “Rispetto”

da | CULTURE

“Rispetto” è la parola eletta da Treccani per l’anno 2024

Ti faccio una domanda. Che cos’è il rispetto? Fermati e riflettici. Difficile da spiegare a parole… no? Il rispetto è tutto e niente. Vi do io una definizione: il rispetto è un sentimento che nasce dentro di noi quando prendiamo consapevolezza del valore di qualcuno o di qualcosa. Deriva dal latino respĕctus e dal verbo respicere: “guardare nuovamente” o “guardare all’indietro”. 

Questa è la spiegazione, ma ciò che provate quando avete rispetto o non lo avete verso qualcuno è ben diverso da una semplice frase composta da delle parole.

Fermarsi e guardare indietro

Durante il nostro percorso di vita guardiamo sempre in avanti; la strada è lunga e da bambini ci viene insegnato di ascoltare, osservare ed imitare. Mano a mano che cresciamo cerchiamo di puntare sempre più in alto, il focus è la cima, ma mai una volta che ci giriamo indietro a guardare cosa c’è stato prima: la fretta di arrivare è ogni giorno più opprimente. Finché un giorno ci fermiamo. Ad ognuno di noi, in momenti diversi, ad età diverse e in luoghi diversi, accadrà di fermarsi e riflettere. Ci guarderemo indietro e ci accorgeremo che qualcuno o qualcosa ha catturato la nostra attenzione, ha guadagnato la nostra stima e ci ha fatto capire delle cose che da soli non avremmo mai compreso. 

Il rispetto è un sentimento che genera connessione tra le persone, ci mette tutti alla pari, perché implica, in qualche modo, l’avere riguardo verso l’altro e l’umiltà di girarsi ed ascoltare nuovamente. Solitamente, più cresciamo e meno ascoltiamo, perdiamo l’abitudine di sentire cosa gli altri hanno da raccontarci. A volte (Spesso) la cosa più importante è non parlare e prestare attenzione a ciò che accade, ed è questo ciò che facciamo quando nutriamo stima verso l’altro.

Il rispetto non è qualcosa di concreto, né qualcosa che possiamo comprare al supermercato, è un costrutto sociale, nasce ed esiste insieme alla società; il rispetto non si chiede, si guadagna con il tempo. Per questo motivo, forse, quando sentiamo di essere rispettati da qualcuno ci sentiamo appagati e quasi euforici… è una sensazione difficile da spiegare a parole. 

Alcuni percepiscono il rispetto come una debolezza (?!), quando invece è un segno di intelligenza. 

Il rispetto si crea verso un famigliare, un amico, un fidanzato, un insegnante, un collega…

Esistono tante forme di rispetto: 

Relazione amorosa

Rispettare gli spazi. In una relazione si è in due, e proprio perché si è in due, uno non deve sovrastare o annullare l’altro. L’amore deve aggiungere e sprigionare qualcosa di più che ancora non avevamo tirato fuori; l’amore non deve reprimere. La gelosia è un’opposizione al rispetto. Ognuno deve, nel rispetto (appunto) dell’altro, poter esprimere se stesso anche da solo. 

Amicizia

Senza rispetto non ci può essere fiducia e quindi amicizia. L’invidia è una brutta bestia, si dice. In un’amicizia bisogna trionfare per le vittorie dell’altro e mai invidiare. Quando c’è invidia, non c’è rispetto.

Sul lavoro

Il rispetto sul lavoro sembra scontato, ma non lo è. Viene erroneamente percepito come un obbligo, verso il capo o il direttore, verso il collega della scrivania a fianco, ma anche in questo contesto deve essere raggiunto, passo dopo passo. 

Governo verso i cittadini 

Anche questo spesso è sottovalutato. Proprio perché eletto dai cittadini, dovrebbe rispettare il loro volere.

Ideologia o opinione

Bisogna imparare ad ascoltare gli altri, analizzare altri punti di vista, nonostante siano differenti dai nostri. In questo ambito rientrano la religione, le ideologie e l’orientamento sessuale.  

Probabilmente la genz è più rispettosa verso il prossimo, in confronto alle gen precedenti. L’inclusività di cui tanto si parla, alla fine può essere tradotta in rispetto verso le ideologie altrui.

Quando domandiamo quale tipo di rispetto fra questi è il più importante, molti tendono a rispondere “Quello legato ad una amicizia o quello in una relazione amorosa”. Non è sbagliato, assolutamente, ma c’è qualcosa che forse è più importante di tutto questo.

Si parla sempre di rispetto altrui, ma si parla poco di quello verso se stessi. 

Rispettare se stessi 

Spesso ci si dimentica, ma rispettare il proprio io, è una sorta di accettazione di ciò che si è. Il rispetto comincia nell’individuo. Tutti abbiamo una relazione con il nostro io interiore, per questo dobbiamo averne cura. Quando facciamo qualcosa che non ci va di fare, non stiamo rispettando noi stessi; generalmente sono le insicurezze e le paure che ci bloccano. E sapete come si fa a capire cosa ci fa stare bene davvero? Ascoltare. Sembra banale, ma ascoltare se stessi è il modo migliore per capire cosa desideriamo. 

Se in primis non rispettiamo noi stessi, non riusciremo neanche a farci rispettare dagli altri.

“Il rispetto di sé è il frutto della disciplina; il senso della dignità cresce con la capacità di dire di no a se stessi” – Abraham Joshua Heschel

Rispetto è la parola dell’anno

Rispetto: “Sentimento e atteggiamento di stima, attenzione, riguardo verso una persona, un’istituzione, una cultura, che si può esprimere con azioni o parole”.Il Dizionario dell’italiano Treccani.

L’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto per il 2024 la parola “Rispetto”.

Il motivo di tale scelta è l’estrema attualità e rilevanza che questo termine ha nella nostra società, dicono Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, co-direttori del Vocabolario Treccani.

In un mondo come il nostro abbiamo bisogno di più rispetto declinato in ogni forma.

È necessario educare al “Rispetto delle persone, delle istituzioni, delle diverse culture, dell’ambiente e di tutti gli esseri viventi”, ribadisce la Treccani.