Tutti pazzi per Louis Vuitton e Takashi Murakami

da | FASHION

Perché la collaborazione tra Louis Vuitton e Takashi Murakami da sempre fa impazzire le celebrities? Proviamo a rispondere a questa domanda, nell’attesa che questa ritorni

La collaborazione tra Louis Vuitton e l’artista giapponese Takashi Murakami iniziò nel 2002, quando la maison era sotto la direzione creativa di Marc Jacobs. Determinato nel modernizzare il brand, decise così di esplorare nuove frontiere grazie all’arte. Nacque così la fusione perfetta fra la tradizione giapponese e l’estetica pop contemporanea, che fece letteralmente impazzire le celebrities.

Il design

Nella prima collezione, Takashi Murakami reinterpretò il monogram Louis Vuitton con uno stile distintivo in ben 33 colori, sullo sfondo bianco o nero. Fu un successo commerciale immediato, che segnò l’estetica e la cultura del primo decennio degli anni 2000.

Le collezioni successive a Monogram Multicolor, furono la Cherry Blossom (2003) con stampe romantiche con fiori di ciliegio, la borsa Panda (2004) ispirata all’estetica anime giapponese, e la Cerises (2005) con vivaci ciliegie stampate, che consolidarono il sodalizio tra il designer e l’artista. Nel 2008, fu il turno della collezione Monogramouflage in vari toni di verde, amatissima dal rapper Kanye West.

Un ritorno inaspettato

Annunciato per Gennaio 2025, la collaborazione tra Louis Vuitton e Takashi Murakami dove il passato torna a brillare con la speciale re-edition che fa accendere di nuovo l’entusiasmo del pubblico: un originale regalo per gli appassionati del brand ed un ritorno nostalgico per chi ha vissuto l’epoca d’oro degli anni 2000.

Perchè le star impazzirono per queste borse?

Le borse di Louis Vuitton e Takashi Murakami divennero veri e propri oggetti di culto che richiamarono l’attenzione di un pubblico molto giovane, come le star americane (all’epoca teenagers). Questo fu determinante per la riuscita della collaborazione, portata avanti grazie all’immagine delle it-girl, tra cui Paris Hilton, Lindsay Lohan, Jessica Simpson, Tara Reid, Rihanna, Naomi Campbell, Bella Hadid, e tantissime altre. Il motivo potrebbe essere perchè, non solo il pubblico più giovane poteva sentirsi finalmente vicino al mercato di lusso, ma anche perchè l’estetica di queste borse rifletteva esattamente l’inizio degli anni 2000, un periodo di frivolezze, eccessi e colori vivaci.

Gli anni 2000 e oggi

All’inizio degli anni 2000, si inizia a parlare di Millennials. una nuova fetta di mercato, fatta da giovani che amano i brand e i loghi, tra cui Louis Vuitton che è uno dei più gettonati . Si sa che gli stili cambiano alla velocità della luce ma c’è un bisogno di differenziarsi e allo stesso tempo essere uniti da un’estetica comune, per sentirsi parte di un gruppo.

Come diceva Simmel: “La moda consente alle persone di differenziarsi e integrarsi simultaneamente”. Forse, è proprio quello a cui pensavano le celebs americane quando indossavano le iconiche borse di Louis Vuitton e Takashi Murakami, diventate uno status symbol.

Sono passati un pò di anni dall’inizio del nuovo secolo ad oggi, eppure alcune regole non sono cambiate. Anche se per la GenZ la parola d’ordine apparire, non ha più quel contenuto vuoto e asettico che apparteneva ai Millennials , l’istinto umano di appartenere ad un gruppo sociale ci spinge verso la moda.

Probabilmente la domanda è: rimanere indietro rispetto agli altri, oggi va al passo con l’essere di tendenze?

Foto: VogueItalia, Pinterest, GettyImage