Dal Genio di Demna Gvasalia alle Collaborazioni che fanno storia
Nel panorama mutevole della moda contemporanea, Balenciaga si distingue come un faro di disorientamento creativo. Guidata da quasi un decennio dall’enigmatico Demna Gvasalia, la maison parigina continua a spingere i confini dell’estetica e della provocazione. Se è vero che la moda, non deve offrire risposte ma stimolare domande, allora Balenciaga e il suo direttore creativo stanno adempiendo perfettamente alla loro missione.
Collaborazioni che parlano una lingua unica
Le collaborazioni di Balenciaga sono la traduzione visiva del linguaggio di Demna: irriverente, sovversivo, ma incredibilmente autentico. Negli ultimi tempi, la maison ha concluso così tante collaborazioni che quasi si fa fatica a contarle. Ognuna apparentemente contrastante ma coerente nella sua missione di sorprendere e stimolare. Non sono mai semplici operazioni di marketing bensì atti creativi che amplificano la sua visione. Pensiamo alla partnership con Crocs, che ha trasformato un oggetto di culto dell’antimoda in un lusso desiderabile. Oppure alla recente collaborazione con Adidas, che fonde l’heritage del marchio sportivo con l’irriverenza sartoriale di Balenciaga. O ancora alla partnership con Scholl, simbolo del comfort funzionale o alla potente unione con Lamborghini, emblema di lusso e velocità. Ogni mossa parla un’unica lingua, quella di Demna, dove l’alto e il basso si contaminano, generando nuove prospettive, creando oggetti provocatori e desiderabili.
Sovversivo, Controcorrente: L’Impatto di Demna Gvasalia
Sovversivo, controcorrente, Demna Gvasalia ha avuto il merito di definire il nuovo corso di un marchio istituzionale come Balenciaga e della storia della moda stessa. Mai come con lui, i paradigmi specifici dello streetwear sono stati introdotti nella couture. Unendo così, due mondi apparentemente opposti e aprendo le porte a un pubblico dapprima estraneo al marchio di lusso parigino.
Con Gvasalia, giovanissimi, clubber, ragazzi di strada, sono diventati i codici identificativi di uno stile virale che continua a influenzare la moda contemporanea.
La sua capacità di trasformare simboli quotidiani in oggetti di culto è straordinaria. Ogni elemento diventa una dichiarazione di appartenenza a un mondo che rifiuta di conformarsi ai canoni tradizionali.
Il direttore creativo è un abile provocatore e continua a dimostrarlo. Il suo lavoro non è solo questione di design, ma una critica sociale e culturale che sfida lo spettatore a interrogarsi sui propri pregiudizi estetici. Questo approccio ha ridefinito il significato di lusso, rendendolo profondamente contemporaneo.
Il fil rouge tra Cristóbal Balenciaga e Demna
Eppure, per quanto possa sembrare distante dall’eleganza dirompente di Cristóbal Balenciaga, il lavoro di Demna Gvasalia ne rievoca il coraggio e la visione rivoluzionaria. Cristóbal, negli anni ’50 e ’60, compie un atto grandissimo: libera la silhouette femminile dal famigerato punto vita, proponendo abiti abbondanti e spalle pronunciate. Una visione che anticipa i tempi e offre alle donne una nuova libertà estetica, perfettamente à la page per madame e mademoiselle pronte a osare.
Allo stesso modo, Demna non fa altro che tradurre quel linguaggio per il presente, adattandolo ai ritmi e ai codici dell’era dei social. Ma anche nella scelta dei modelli in passerella, le analogie sono sorprendenti. Negli anni ’60, Vogue osservava come Cristóbal Balenciaga evitasse deliberatamente modelle dall’aspetto dolce e romantico. La sua preferenza ricadeva su volti intensi, dai tratti decisi e pieni di personalità, soprannominati “i mostri”. Tra queste, Colette si distingueva per la sua camminata con la testa inclinata in avanti, le spalle ricurve e uno sguardo imperturbabile. Non è forse una prefigurazione di ciò che vediamo oggi?
Anche Demna Gvasalia predilige figure non convenzionali, personaggi con un carisma unico. I suoi casting, sono un mosaico di origini disparate: scouting sui social, serate nei club underground, la strada, il caso, e persino gli amici degli amici. Tutto ciò crea un ponte tra il passato e il presente, dimostrando che la visione del fondatore Balenciaga sopravvive e si rinnova attraverso una lente contemporanea.
Demna non sta facendo altro che proseguire questa tradizione, trasformando il linguaggio couture in un discorso globale, una narrazione che rifiuta di piegarsi al conformismo.
La Campagna di Balenciaga con Juergen Teller
La campagna “This is a Balenciaga Campaign”, firmata dal celebre fotografo Juergen Teller, è un altro tassello nella narrativa provocatoria della maison. Ambientata in scorci urbani di Parigi, con l’aggiunta di mobili vintage della collezione personale di Gvasalia, le immagini trasmettono un senso di cruda autenticità. La collaborazione con Teller, noto per la sua estetica diretta e priva di orpelli, amplifica il messaggio di Balenciaga: non cercate risposte, cercate significati.
La City Bag Balenciaga e il paradosso dell’omologazione
Lo stesso vale per quella del 27 Novembre, con cui Balenciaga ha presentato la collezione di borse Le City, realizzata dalla regista e fotografa Lauren Greenfield . La scenografia ricrea l’energia del front row di una sfilata Balenciaga, popolato da un mix eterogeneo di personaggi cari a Gvasalia. Al centro della scena torna la leggendaria City Bag, trasformata in un’icona di contemporaneità e contraddizione. Una fila di influencer sedute al front row, ciascuna con la borsa simbolicamente appoggiata in grembo, incarna il paradosso di Gvasalia: un oggetto di lusso che diventa culto, simbolo di appartenenza e, allo stesso tempo, omologazione.
Questo tema porta alla luce una contraddizione fondamentale. La moda proclama di voler combattere l’omologazione, promuovendo l’unicità e la creatività individuale, ma troppo spesso si piega a logiche che premiano i numeri sui social, riducendo l’autenticità a una questione di metriche. Gvasalia è davvero un sostenitore del potere evocativo di un’immagine così palesemente legata al marketing, o sta orchestrando un’ennesima provocazione per esporre le incoerenze del sistema stesso? Ancora una volta, il designer ci sfida a riflettere su queste domande, alimentando il dibattito e lasciandoci in una continua ricerca di significati.
Il Lusso di farsi domande
Balenciaga si distingue per la sua capacità di disorientare. Le sue collezioni non vogliono essere capite immediatamente; vogliono essere esplorate, discusse, interrogate. E in questo processo, Gvasalia ci ricorda che il vero lusso non è la certezza, ma il dubbio.
Forse non sapremo mai se Demna sia un genio o un provocatore. Ma forse non importa. Quello che conta è che ci costringa a guardare il mondo – e noi stessi – da un’altra prospettiva. E non è proprio questo il potere della moda?
Foto: Pinterest