Tony Effe viene escluso dalla kermesse del concerto romano di Capodanno per i suoi “testi divisivi”. Siamo ancora al punto di censurare la musica?
Il concerto evento di capodanno al Circo Massimo si avvicina, e non mancano le polemiche. Dopo l’annuncio degli ospiti la kermesse subisce degli scossoni. Tutto comincia con l’esclusione di Tony Effe. Accusato dal sindaco Gualtieri di testi troppo divisivi, sessisti e violenti. “È inopportuno usare le risorse dei cittadini per ospitare Tony Effe a Capodanno” spiega il sindaco che ha anche detto, riguardo i testi del trapper: “si sono urtate alcune sensibilità su valori fondamentali come la libertà delle donne e la lotta contro ogni forma di violenza nei loro confronti. Il Concerto di Capodanno ha senso solo se è una festa che unisce e non divide la città“. Insomma pare che il problema della violenza di genere stia tutto nelle canzoni di Tony Effe.
Ad alzare la polemica sono stati diversi esponenti politici, provenienti da entrambi i poli. Tutti fermamente convinti che i problemi del Paese, in fatto di diritti delle donne, abbaino origine nella frase: “Prendo una bitch, diventa principessa, le ho messo un culo nuovo, le ho comprato una sesta” cantata da Tony in Miu Miu. Così, dopo le innumerevoli polemiche politiche, è stato chiesto a Tony Effe di ritirarsi spontaneamente dal concerto. Cosa che, chiaramente, lui e il suo management non hanno accettato arrivando quindi all’esclusione forzata. Una censura a tutti gli effetti, checchè ne dica il Sindaco Gualtieri che ci tiene a specificare che non si tratti affatto di tutto ciò.
La risposta degli artisti
Tony Effe sceglie la strada del silenzio, twittando, semplicemente: “Amo tutte le donne, ci vediamo il 31 dicembre“. Per poi aggiungere un post Instagram in cui ringrazia tutti quelli che hanno preso posizione (Tony ci siamo anche noi!). Ad occuparsi di fare rumore sono, invece i suoi colleghi stufi della strumentalizzazione della musica. Ad esprimersi nella maniera più dura sono Mahmood e Mara Sattei che decidono di ritirarsi dal concerto. “Ritengo sia una forma di censura per cui decido anche io di non partecipare al Capodanno della Capitale” scrive Mahmood su Instagram. A loro si accodano le riflessioni e la solidarietà dell’industria della musica italiana. Da Emma a Lazza, passando per Giorgia e Vasco Rossi, ma anche Gaia, Noemi e tanti altri.
Tra i commenti più precisi c’è quello di Junior Cally investito da una polemica simile a Sanremo 2020. L’artista scrive: “é evidente che questi episodi non riguardano solo un dibattito sulla musica rap italiana e i suoi testi, ma c’è un gap generazionale di grande incomprensione che in passato non c’è mai stato“. La sua riflessione continua toccando un punto molto interessante. Il rapper cita, infatti, una canzone di Masini che ha calcato i palchi più importanti d’Italia e che nessuno si è sognato mai di censurare. Si tratta di “Bella Stronza” che recita: “Bella stronza, che hai chiamato la volante quella notte… Mi verrebbe di strapparti quei vestiti da puttana e tenerti a gambe aperte, finché viene domattina“. Ma non è di certo l’unica della storia della musica. Avete presente in quante canzoni Faber cita le prostitute?
E allora perchè se la prendono con Tony Effe?
Semplice! È un bersaglio facilissimo. Capobanda di quel genere deviante e sovversivo che è la trap, almeno agli occhi dei boomer. Che la vedono come il male peggiore che possa esistere. Il modello negativo che seguono i giovani fuori controllo. Che poi, ma chi ha detto che la musica e i cantanti devono essere un modello? Se pensiamo alle grandi star della musica internazionale come modelli oggi dovremmo essere tutti morti per overdose. La musica non insegna, la musica racconta. Ed ogni genere ha il suo linguaggio e il suo livello di approfondimento. Non possiamo leggere ed interpretare un testo di Tony Effe come analizziamo la Divina Commedia di Dante. Non si tratta di testi approfonditi e intrisi di critica sociale. Sono canzoni, nella maggior parte dei casi, leggere, orecchiabili e adatte a diventare hit da discoteca…e va bene così! La musica non può e non deve essere tutta impegnata, vorrei bene vedervi in discoteca a ballare “Destra-sinistra” di Gaber.
Il fatto è che il problema non possono essere in alcun modo i testi di Tony Effe. Perfino sue colleghe donne hanno espresso la solidarietà nei suoi confronti. Ancora più terribile è la scelta di nascondere un’insensata censura sotto le spoglie della difesa dei diritti delle donne. Per l’ennesima volta strumentalizzati ad arte dalle classe politica italiana che ha deciso, improvvisamente, di diventare giudice di un talent show. Se il Sindaco Gualtieri pensava di evitarsi le polemiche escludendo Tony dal concerto si sbagliava di grosso. D’altronde mai mettere i piedi in testa al “fottuto ottavo Re di Roma“.
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