Nel podcast “Fashion Neurosis”, la famosa stilista Bella Freud unisce moda e psicoanalisi, indagando le motivazioni personali dietro le scelte di stile dei suoi ospiti.
Con Vivienne Westwood ha imparato che la moda è un “linguaggio da indossare”, un universo complesso, spesso semplificato o frainteso.
Non sfugge al confronto con le proprie radici. Porta con sé il peso di un cognome illustre, sentito spesso più come un fardello che un vantaggio. La consapevolezza della propria complessità e di un latente senso di inadeguatezza, spinge la celebre stilista Bella Freud, ad esplorare le dimensioni più profonde del mondo del fashion attraverso il podcast Fashion Neurosis.
Un progetto che unisce moda e psicoanalisi, design, introspezione e dialogo: Freud invita ospiti di rilievo per intrattenere conversazioni intime sul suo divano bianco, ricreando l’atmosfera di uno studio psicoanalitico.
“Onestamente, faccio domande attraverso il prisma dei vestiti”, ha detto la signora Freud, 63 anni. “Ma i vestiti sono solo un modo per iniziare la conversazione”.
La moda è più di un semplice abito: è il riflesso di un rapporto complesso e intimo con il proprio corpo. Di conseguenza diventa l’occasione giusta per parlare di sé, rivelando sentimenti e identità nascoste dietro le scelte di stile.
Il Guardaroba dell’anima: dialoghi con ospiti vip
Ogni ospite di Fashion Neurosis, viene “accolto” da un suono di campanello e da una voce che invita ad entrare nello studio, tra pile di libri e ritratti.
Il primo episodio, indaga l’ossessione per la trasformazione fisica attraverso le parole dell’iconico Rick Owens. Dall’adolescenza trascorsa a confrontarsi con una fisicità robusta fino alla trasformazione dopo decenni di lavoro in palestra, Owens ha plasmato la propria immagine e il suo stile unico. Il designer racconta come la dismorfia corporea vissuta da ragazzo abbia influenzato il suo percorso creativo, spingendolo a trattare l’anatomia umana come una tela da distorcere ed esagerare.
“Distorsare la figura umana è molto più profondo che fare un ricamo che richiede 7.000 ore”
Quello con Courtney Cox? Un episodio particolarmente significativo. La celebre attrice e regista americana, è entrata nelle case di milioni di persone diventando un’icona internazionale con il ruolo di Monica Geller in Friends.
Durante la seduta di Fashion Neurosis, Courtney dimostra l’umorismo e il carisma naturale che la contraddistinguono, accrescendo il suo fascino con una spontaneità che sembra quasi contraddire la sua fama globale.
L’attrice condivide un divertente aneddoto sulla sua collega Jennifer e il suo rapporto con i costumi di scena. Aniston, non solo si è tenuta i vestiti del suo personaggio Rachel, ma anche quelli di Monica, interpretato da Cox, creando una vera e propria collezione personale. La passione di Aniston per la moda vintage è evidente, infatti spesso indossa abiti di scena anche nella vita di tutti i giorni. Iconico è il post del 2022, in cui sfoggia un vestito preso dal set di Friends venti anni prima.
Freud invita poi la “paziente” a riflettere sulla sua personalità e sull’immagine che pubblicamente rappresenta con domande non poco provocatorie: Come si sente a mostrarsi “al naturale”? Qual è il suo rapporto con lo stile degli anni ’90 e con le vistose spalline che hanno segnato quell’epoca? Un’intervista che promette di svelare un lato autentico e personale dell’attrice.
L’Abito come Armatura
Insomma, con Fashion Neurosis Freud svela l’importanza dell’abito come strumento di comunicazione, che aiuta le persone a mostrarsi o nascondersi, a esprimere sicurezza o vulnerabilità.
Bella porta alla luce i lati meno noti della moda, scardinando l’immagine stereotipata e superficiale del settore. Il suo approccio riflessivo e intimo sonda temi universali e dà voce ai pensieri più profondi dei suoi ospiti.
In una dichiarazione quasi autobiografica, confessa di aver trovato nei completi maschili una sorta di armatura, un mezzo per contrastare la propria timidezza e sentirsi più sicura di sé. “Se avessi avuto un corpo perfetto”, ha ammesso in un post Instagram, “non sarei mai diventata una designer”. Questo dubbio costante, questo desiderio di rispondere a insicurezze e frustrazioni attraverso il design, ha dato forma alla sua carriera e continua a ispirarla giorno dopo giorno.
Foto: AnOther Magazine, Apple Podcasts, nytimes, ndependent, instyle, aol.com.