Vi siete mai chiesti le origini della sigla LGBTQIA+? Ve lo raccontiamo noi!
La sigla LGBTQIA+ nasce negli anni ‘80 nella sua primissima forma, LGB. Le lotte della comunità la porteranno ad essere sempre più inclusiva. Passando dall’inizio ‘900 dove le persone non eterosessuali e/o ciagender venivano chiamate solo con termini dispregiativi; a rivendicare i diritti e l’esistenza di ogni persona che non si identifichi nello stereotipo sessuale sociale di base.
La lotta per i diritti LGBTQIA+
Fino ai primi decenni del ‘900 le parole omosessuale, gay, lesbica e bisessuale non erano comunemente utilizzate, mentre erano più in uso termini dispregiativi, come “Sodomi” o “terzo sesso”, termine che risale addirittura al XIX secolo.Con le prime manifestazioni per rivendicare i propri diritti negli anni ‘60, fu coniato il termine “minoranze sessuali”; come un’analogia al termine “minoranze etniche”.
Solo alla fine degli anni ‘60 con la rivoluzione sessuale vennero realmente sdoganate. Tanto che il termine americano “Gay” venne utilizzato come slogan durante le manifestazioni dei moti di Stonewall, che cambiarono radicalmente la lotta per i diritti LGBTQIA+
I moti di Stonewall
Lo Stonewall Inn, da cui prendono il nome i Moti di Stonewall, era un noto locale nel Greenwich Village di New York frequentato dalla comunità LGBT negli anni ‘60. La polizia era solita fare retate all’interno del locale, in quanto l’omosessualità era ancora considerata illegale. La notte tra il 27 e 28 giugno 1969 si arrivò ad un grande scontro tra la polizia di New York e i componenti della comunità LGBT che finì con diversi feriti e arresti. Ma le proteste continuarono per giorni.
A luglio venne indetta una marcia contro la persecuzione degli omosessuali, il Gay Liberation Front, che fu poi un esempio per i gay pride di tutto il mondo. Questo episodio fu una vera svolta per il clamore mediatico che raggiunsero le proteste per i diritti LGBT+. Fu in quel momento che le persone si fecero forza e uscirono allo scoperto sulla propria sessualità e l’opinione pubblica iniziò a sensibilizzarsi sull’argomento.
L’evoluzione della sigla LGBTQIA+
Nel tempo la comunità delle così dette a “minoranze sessuali” ha avuto grandi sviluppi, accogliendo tutti coloro non eterosessuali e/o cisgender. Come accennato prima la sigla nasce negli anni ‘80, dopo anni di intense lotte, nella sua prima forma di LGB. Per rappresentare Lesbiche, Gay e Bisessuali.
In poco tempo, già negli anni ‘90, venne introdotta la T, LGBT; in quanto anche la comunità transgender fu un pilastro delle lotte degli anni ‘70/‘80, ma faticò molto a rivendicare i propri diritti, anche all’interno della comunità LGB. Da lì in poi si cercò di rendere la comunità sempre più inclusiva.Fino ad allora l’acronimo includeva solo i gruppi degli omosessuali. Così si pensò, alla fine degli anni ‘90, di includere la Q di Queer. Cioè tutti coloro che non vogliono dare un etichetta alla loro identità di genere e/o al proprio orientamento sessuale.
Fino ad arrivare alla forma più recente LGBTQIA+, che include i termini “intersessualità” e “asessuale”, “aromantico”, “agender”. Ad oggi l’acronimo LGBTQIA+ è simbolo dì uguaglianza ed inclusività. Una sicurezza per chi vive in ambienti discriminatori, di poter trovare una comunità che l’accoglie. Un simbolo che permette alle persone di poter essere semplicemente se stessi.
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