Il Principe Azzurro è in bilico tra passato e presente.
Cosa ci rimane di quell’ideale di uomo, di saldi principi, che ci veniva a salvare sul suo cavallo bianco?
Abituati a vedere il Principe Azzurro -Charming in inglese- che ci piace tanto, come una figura indelebile presente nelle nostre vite, viene spontaneo chiedersi…ma ora?
All’interno di una società in continua evoluzione, dove le cose cambiano ogni giorno il principe azzurro sarà sempre quell’ideale a cui aspirare, la perfezione dell’immaginario che nella nostra mente ci rende la vita completa e perfetta?
Prince Charming
Siamo in una società moderna, diversa da quella di cento anni fa, quando, un certo Walt Disney mise nero su bianco questa figura.
Dalla fiaba dei fratelli Grimm fino alle più recenti trasposizioni televisive -come potrebbe essere la serie tv Once Upon a Time- che ben tredici anni fa ci dava una visione completamente rimodernata del mondo delle favole, dove Biancaneve insegna alle elementari e la Regina Cattiva, infondo, cattiva non è.
Con un Principe Azzurro visto come un uomo tormentato dal peso delle proprie aspettative e, dalla necessità di conformarsi a un ruolo che non gli appartiene pienamente. Questa rappresentazione più sfumata e realistica del personaggio permette di riflettere su temi come l’identità, la libertà e la necessità di superare gli stereotipi di genere.
E ne vediamo sempre di più, ora ci viene insegnato, che non dobbiamo contare sul nostro principe, perché -molto probabilmente- potrebbe essersi perso.
In Shrek, invece, è lo specchio della vanità -oltre a mettere il lipgloss- ed è soppiantato da un orco.
Eroe senza macchia e senza paura
Il Principe Azzurro, figura ricorrente nelle fiabe classiche, rappresenta l’archetipo del cavaliere senza macchia e senza paura, destinato a salvare la principessa e a condividere con lei il “e vissero felici e contenti”.
Questo archetipo maschile, presente in fiabe come Cenerentola e Biancaneve, ha profondamente influenzato l’immaginario collettivo, plasmando le aspettative romantiche di intere generazioni.
Tuttavia, se da un lato il Principe Azzurro incarna un ideale di amore romantico e di salvezza, dall’altro rappresenta un modello maschile piuttosto stereotipato e limitante.
La sua funzione è essenzialmente quella di un eroe passivo. Attende il momento giusto per agire e trova la sua realizzazione solo nel momento in cui salva la fanciulla in difficoltà.
Critica e decostruzione del cliché
Con l’evoluzione sociale e culturale, questo modello ha iniziato a mostrare i suoi limiti. Negli anni del movimento femminista, in particolare dagli anni ’60 e ’70, è emerso un forte rifiuto della figura del “principe azzurro ” come ancora di salvezza per una donna.
Questa narrativa tradizionale cominciava ad essere vista come limitante, sia per le donne, che erano costrette a un ruolo di passività, sia per gli uomini, a cui era richiesto di incarnare un’immagine monolitica di forza e invincibilità.
L’uomo sensibile ed empatico
Con il tempo, l’immagine maschile, ha subito una profonda trasformazione. La società ha iniziato ad apprezzare e valorizzare qualità come la sensibilità, l’empatia, e la competenza emotiva.
Gli uomini nelle storie moderne spesso accompagnano le protagoniste in un percorso di crescita reciproca, senza dover per forza “salvarle” o “completarle”. Questo cambiamento riflette un approccio più egualitario, in cui entrambi i partner sono autonomi, forti e vulnerabili al tempo stesso.
Un modello?
Oggi, la figura dell’uomo “Principe Azzurro” non è più un modello univoco. La società -e di conseguenza le narrazioni- hanno iniziato a riconoscere che gli uomini possono permettersi il lusso di essere anche vulnerabili, complessi, insicuri.
Ma anche pieni di desideri e mancanze emotive da colmare. Questo cambiamento è riflesso anche nella crescita di rappresentazioni maschili che cercano una connessione autentica e reciproca.
Valorizzando, così, le donne non per la loro dipendenza o fragilità, ma per la loro forza e individualità.
Passato e Presente
Oggigiorno, si evidenzia una società che accoglie sempre di più la complessità di entrambi i sessi, sfumando il concetto di “Principe Azzurro”.
Ci si orienta verso una figura maschile libera da stereotipi e aperta a un’interazione più autentica e paritaria.
Le donne si salvano da sole, sempre più, e anzi l’uomo molto spesso – nella fantasia e purtroppo, tristemente, anche nella realtà – è più il vile antagonista che il valoroso salvatore. Si tratta di un simbolo potente.
Nonostante ciò chi non sogna ancora il suo principe sul cavallo bianco? Tuttavia è importante decostruirlo e rivederne il significato alla luce della società contemporanea.
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