Le elezioni americane, stanno finendo. E’ la nuova generazione, a dover scegliere.
Ma non tutti sceglieranno, c’è una nuova, grande, fetta di elettori che non si sentono parte di questo modello.
La voce della GenZ è diversa.
Le elezioni americane del 4 novembre sono uno dei momenti più attesi e decisivi della politica mondiale.
Queste elezioni, che determineranno il futuro degli Stati Uniti e avranno ripercussioni su scala globale, risvegliano grandi speranze e profonde preoccupazioni.
Tuttavia, emergono questioni cruciali riguardo alla partecipazione delle nuove generazioni, in particolare quella della GenZ. Questa sembra faticare a identificarsi con il modello elettorale americano e con il sistema politico in generale.
Un Modello che Non Rispecchia la Gen Z
Rispetto alle generazioni precedenti, la Gen Z ha una percezione politica e sociale sensibilmente diversa. E’ influenzata da crisi globali come il cambiamento climatico, le disuguaglianze economiche, i diritti civili e le crisi sanitarie, come la pandemia di COVID-19.
In un mondo globalizzato, questa generazione tende a sviluppare valori progressisti e, in molti casi, radicali rispetto a temi di giustizia sociale, ambientale ed economica.
Il sogno americano è ritenuto obsoleto, qualcosa che va sgretolandosi davanti a una nuova società dove i valori, principali, non sono più la carriera e il benessere economico.
Ciò nonostante, il sistema elettorale statunitense appare spesso lontano e poco rappresentativo. Le due opzioni principali offerte agli elettori, solitamente Democratici e Repubblicani, non sembrano riuscire a catturare la complessità e la varietà dei problemi e delle aspirazioni dei giovani.
Molti appartenenti alla Gen Z considerano questo modello antiquato e distante, e lo percepiscono come inefficace rispetto alle sfide globali e sociali del nostro tempo.
Non si fa un discorso di un candidato o un altro. Alle elezioni americane nessuno dei due -attualmente presenti- viene visto come rappresentativo della nuova generazione, e, della sua voce.
Il Disincanto e la Sfida della Partecipazione
Il divario tra la Gen Z e il sistema politico statunitense -e non solo- si manifesta in un crescente disincanto e una partecipazione limitata.
Una parte consistente dei giovani della Gen Z sente di non avere voce in un sistema che sembra privilegiare interessi consolidati e strutture gerarchiche.
I temi cari a questa generazione, come la giustizia climatica, il benessere personale e l’accessibilità economica, non trovano infatti sufficiente spazio nel dibattito politico tradizionale. Questo è troppo spesso orientato da interessi economici e dall’influenza delle lobby.
Molti giovani elettori si chiedono quanto sia efficace votare all’interno di un sistema percepito come lento e obsoleto, e che di rado riesce a rispondere con risolutezza ai problemi del presente.
L’Ascesa di Movimenti Alternativi e di Voci Non Convenzionali
In risposta a questa distanza tra ideali e realtà politica, molti giovani si stanno allontanando dai canali tradizionali di partecipazione.
Alcuni si rivolgono a movimenti alternativi e a organizzazioni che agiscono al di fuori del sistema partitico, come Black Lives Matter, Fridays for Future e Extinction Rebellion, che propongono un approccio più diretto e radicale alle questioni sociali.
Questi movimenti, nati e cresciuti grazie alla mobilitazione online, offrono alla Gen Z uno spazio per esprimere la propria voce e per agire in modo tangibile.
Visione futura?
Inoltre, i social media hanno permesso di trovare nuove forme di attivismo e di amplificare messaggi politici che spesso rimangono ai margini del discorso ufficiale.
Attraverso piattaforme come TikTok, Instagram e Twitter, i giovani hanno accesso a una varietà di informazioni e opinioni non filtrate dai media tradizionali, con la possibilità di entrare in contatto diretto con attivisti e leader di pensiero.
Cos’è accaduto? Il mito statunitense è stato presto (metaforicamente) a calci dalla GenZ?
C’è lontananza nei confronti di un mondo politico, per quel che riguarda le elezioni americane, dovrebbe essere a portata di mano e invece, così non è.
Ora più che mai sorge l’interrogativo: cosa succederà il 4 novembre? E’ davvero verso il futuro che stiamo guardando?
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