Facciamo un aperitivo il mese prossimo? Si diffondono le amicizie a progetto, per occasioni di socialità, rigorosamente programmate. Quasi come una call di lavoro.
Il nostro tempo è caratterizzato da un ritmo frenetico e da un’iper connessione digitale che hanno profondamente modificato il modo in cui viviamo le nostre relazioni, compresa l’amicizia. Ed ecco che, frenesia e amicizie a progetto, vanno di pari passo.
Siamo in tanti, tantissimi, tutti connessi e interconessi ma profondamente soli.
Complici anche i social, le piattaforme digitali e tutto un cambiamento di vita che ci porta a essere sempre da soli.
Situazioni in cui c’è chi ha i fogli Excel delle serate pieni per i prossimi tre mesi, chi manda i Google Calendar per gli aperitivi e le colazioni in modo non ironico: “lo vedo che stai crollando, amico, se ti va potremo prendere una birra, tra una decina di giorni forse ho un buco”.
Se per un imprevisto non ci potremo vedere, avremo perso lo slot, e allora forse sarà tra un paio di mesi.
Mi spaventa sapere che potrei essere anche io, a dire queste parole, e forse lo faccio, anzi…sicuramente lo faccio, è così.
Ho rivisto la mia migliore amica dopo un anno. Un anno esatto.
Amicizie a progetto
Certamente, non posso negare sia vera la considerazione sulle vere amicizie -resistono al tempo e alle distanze- però è triste notare, come, si debba sul serio (per dirla in gergo) calendarizzare un incontro con i propri amici.
Ciononostante accade.
Il termine, spesso usato per definire questi incontri, è “amicizie a progetto”. Cosa sono? Di fatto vere e proprie progettualità sui tempi da trascorrere insieme ai propri amici.
Dal programmare un weekend fuori, a un aperitivo, una cena, una serata al cinema o anche solo un caffè.
Incontri regolarmente schedati, con la triste ironia dei calendari Google, e a volte di breve durata.
Colpa dei social?
L’amicizia è anche fatta di esperienze vissute insieme e ricordi legati ad esse. Tempo condiviso ed esperienze irripetibili, che però molto spesso vengono inquinate dall’utilizzo dello smartphone e dalla mania di condivisione sui social.
Classico esempio, i concerti in cui si passa il 90% del tempo a vedere l’esibizione ripresa sullo schermo del proprio telefono.
Il paradosso del nostro tempo è che, pur essendo più connessi che mai grazie ai social media e alle piattaforme digitali, ci sentiamo spesso soli e isolati.
Le interazioni online, per quanto numerose, non possono sostituire la profondità e la ricchezza di un rapporto umano autentico. D’altronde, personalissimo parere, credo nessuna piattaforma sociale possa sostituire una chiamata, o una mezz’ora di chiacchiere a confidarci segreti, preoccupazioni ma anche solo sciocchi e futili scherzi, con i nostri amici.
L’uso, inoltre, di applicazioni come Instagram oppure siti d’incontri ha ridotto di molto le interazioni sociali. Si preferisce usare un dispositivo per conoscere altre persone, per conversare, per trascorrere qualche ora insieme riducendo il tutto a un mero scambio di messaggi.
La scusa di mancanza di tempo è dettata dalla società, ma, ora vogliamo davvero attribuire solo a questa tutte le colpe?
Quando abbiamo smesso di dedicare -anche solo cinque minuti- a coltivare un’amicizia?
Caro amico ti scrivo
L’amicizia è un bene prezioso che va coltivato con cura.
In un mondo in continuo cambiamento, è fondamentale ripensare il significato dell’amicizia e trovare nuovi modi per costruire relazioni autentiche e durature.
Il dettaglio -triste- di questi ultimi anni, complice anche il mutare delle necessità è il ridurre i contatti umani.
La vera amicizia, quella dei nostri nonni, genitori, quelle amicizie che resistono al tempo è (ormai) un tesoro unico e raro. In un’epoca dove il tempo sembra essere una risorsa sempre più scarsa, le amicizie rischiano di trasformarsi in semplici “progetti” da inserire nell’agenda.
L’esigenza di colmare i vuoti del calendario e di avere sempre una compagnia ci porta a instaurare relazioni superficiali, basate più sull’opportunità del momento che su un vero affetto.
A questo punto, cosa ci rimane? In tutto questo scombussolamento, forse, non saremmo noi a dover cambiare? Riscoprire i valori di una volta?
Può servire ricordarsi di telefonare a chi riconosciamo come un amico, o un’amica , e soprattutto di fare in modo di vederlo senza naufragare in confortevoli scambi su WhatsApp e faccine sui social-network.
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