Saper insegnare non è per tutti. Bisogna essere portati per farlo, avere una vocazione. Non è un mestiere come gli altri. Non è una semplice professione che oggi ti va di fare e domani non ne hai più voglia.
Insegnare è un’arte. L’insegnamento è un processo in continuo divenire e incessante mutamento; richiede impegno e tempo, e ripone le sue fondamenta nel rapporto allievo-maestro, per la quale, senza uno dei due componenti, non esisterebbe.
«Sii un artista della parola, sicché tu sia potente. La lingua è la spada dell’uomo», insegnamento per Merikara, X dinastia.
L’arte di saper insegnare
Secondo la visione dell’uomo contemporaneo occidentale, Socrate è l’archetipo dell’insegnante per eccellenza. Ma in realtà, dai suoi tempi ai nostri sono cambiate parecchie cose in materia.
Tutta la società della Grecia Antica si fondava su un principio di base, ossia che in mancanza di educazione non potesse esserci cultura. Qui, però, a differenza della concezione che abbiamo noi dell’insegnamento, non venivano trasmesse delle conoscenze, ma lo scopo del maestro era tirare fuori la verità dalle menti degli adepti. Per noi, invece, l’educazione è pensata esclusivamente come un passaggio di testimone (in questo caso “di sapere”) da una persona matura ad una in via di maturazione. È qui l’errore: ridurre il ruolo del maestro ad un semplice travaso di nozioni. Ed è proprio Seneca, che ritorna ad essere moderno nonostante i suoi 2027 anni di età, e ci fa capire l’importanza del dibattito fra più parti, che implica la messa in discussione delle proprie opinioni; solo in questo modo, tramite il ragionamento, la riflessione e il confronto, possiamo apprendere.
Il Maestro
Questo metodo ricorda anche quello Orientale, in cui la base dell’istruzione si ritrova nella formazione di sé e nella ricerca delle capacità dell’allievo. Il maestro non “guida” gli allievi come, invece, farebbe un capo, ma li sprona e li aiuta a comprendere cosa sia da migliorare e a capire quali sono la abilità e sfruttarle al fine del sapere.
In molte culture la figura dell’insegnante, viene indicata con il termine maestro. Questa differenza nei termini rappresenta una differenza nel concetto. Vi spiego meglio, se vi parlo di insegnante, so già che vi starete immaginando automaticamente un professore scolastico, questo perché nella cultura occidentale, che si basa sull’individualismo, siamo abituati a pensare all’insegnante come una persona con conoscenze in un determinato ambito, che ha il compito di farci apprendere ciò che sa. In realtà, la figura del maestro/insegnate è molto più di questo.
Se pensiamo all’Oriente, con la parola Sensei si indica un termine onorifico giapponese che tradotto significa “maestro”. Già solo il fatto di definirlo onorifico, implica una differenza rispetto alla nostra concezione… e inoltre, non si riferisce soltanto ad un educatore scolastico, bensì indica una persona ricca di esperienza e di sapere che possa indottrinarci alla vita; ecco perché Sensei significa letteralmente “maestro di vita”.
Insegnare non è per tutti
Insegnante, Maestro, Educatore, Istruttore, Docente sono tutti modi per descrivereuna persona saggia, in grado di fare guida e di stimolare i suoi allevi all’apprendimento e alla conoscenza di cose che fino a prima venivano ignorate.
Saper fare qualcosa non implica per forza saperlo insegnare e perciò saperlo trasmetterlo. Conoscere la propria disciplina non significa saperla insegnare.
Essere un educatore non designa solamente essere competenti ed esperti di ciò che dovrà essere trasmesso, ma saper applicare quell’insegnamento teorico alla realtà e alla vita che viviamo ogni giorno.
Colui che sa insegnare riesce a trasmettere l’amore e la passione che ha verso ciò che sta insegnando, solo in questo modo riuscirà ad essere coinvolgente e a rendere partecipe i suoi allievi. Lo scopo è arricchire i propri allievi, tramite se stessi.
Ciò che è in grado di trasmettere un bravo insegnante ti rimarrà per sempre, e non ti servirà studiarlo a memoria, ma lo assimilerai e lo utilizzerai nel corso della tua vita al momento del bisogno.
Non imporre, ma spiegare
Un maestro saggio non impone le proprie conoscenze, ma forgia la mente al fine di far ragionare e creare così una personale opinione. Insegnare a pensare è uno dei compiti più difficili per l’istruttore.
Un buon maestro è, inoltre, capace di accettare le critiche, ma soprattutto è consapevole di poter sbagliare e perciò è aperto ad imparare sempre cose nuove, anche dal rapporto che si crea con gli studenti. L’istruzione è un percorso che segue due rette perpendicolari, l’allievo e il maestro; entrambi possono imparare l’uno dall’altro.
Gli allievi devono avere fiducia nei docenti, ma sono questi ultimi a doversela guadagnare, infatti gli educatori non devono scordarsi di quando erano loro stessi studenti…
Fare l’istruttore implica essere disposti a spiegare una cosa anche cento volte, se si comprende che dall’altra parte c’è la voglia di imparare.
Buoni o severi?
Un’altra cosa su cui si fa spesso confusione l’essere buoni e gentili. Non per forza queste due caratteristiche sono sinonimo di saper insegnare. Insegnare implica anche l’essere rigidi e severi. Spesso ci rendiamo conto di aver avuto un bravo insegnante dopo anni, quando ammettiamo a noi stessi che dietro il suo essere severo c’era una motivazione.
Un buon insegnante non dice sempre e solo “Bravo e bravissimo”, ma deve invece riprendere l’allievo quando sbaglia, al fine di permettergli un miglioramento, senza criticarlo inutilmente; sarà solo nel momento necessario, che si mostrerà appagato e fiero dei risultati ottenuti dall’adepto. Anche perché ciò che viene seminato, verrà raccolto dall’allievo, ma anche dal maestro; un allievo rispecchia sempre il suo insegnante.
La materia “la fa” il professore
La motivazione di uno studente deriva da quella del suo insegnante. A scuola, per esempio, è il professore che “fa” la materia. Vi sarà capitato di odiare una materia per anni, perché non la comprendevate, finché un giorno, con un nuovo insegnante siete arrivati ad apprezzarla, per il semplice fatto che eravate stimolati dal nuovo insegnante nel comprenderla e nel cercare di approfondire.
Ma non solo a scuola, in ogni ambito, nello sport, nel lavoro, ecc. incontrerete sempre persone che avranno il compito di educarvi in qualcosa, ma che non lo sapranno fare e sarà quello il momento in cui vi accorgerete di chi vi ha lasciato qualcosa nel cuore e nello spirito.
MOLTO IMPORTANTE!
È importante sapersi rapportare con ogni allievo in maniera differente in base a chi ci si trova davanti. Ci sono alunni da spronare in modo più rigido, mentre altri con parole più calme; se si utilizza la stessa modalità per tutti si rischia di perdere allievi durante il percorso.
Il docente non deve essere visto come un nemico e un’antagonista, non deve intimorire, né spaventare, ma deve essere percepito come un aiutante, una persona in grado di mettersi a disposizione e fornire tutta la sua esperienza al fine di formare e far crescere un’altra persona.
Prendere la strada dell’insegnamento comporta una grande presa di coscienza e di responsabilità, ecco perché essere professionisti in un settore non significa anche saper insegnare.