I giovani d’oggi sono la prima generazione incredula. Nonostante anni di catechismo nelle parrocchie e di insegnamento della religione cattolica nelle scuole, com’è potuto accadere? La fede è semplicemente passata di moda?
Secondo un recente studio condotto da Demos Coop, solo il 7% degli under 30 considera la dimensione spirituale come una priorità, facendo di questa generazione la più laica nella storia del nostro Paese. I ragazzi non credono più in “Dio”: il 28% si dichiara non credente, mentre solo il 10,5% si identifica come credente praticante e convinto (Ipsos).
Il culto della giovinezza
Siamo ossessionati dall’idea della giovinezza. Essere giovani è il massimo ideale, un valore assoluto da inseguire a tutti i costi. Secondo Don Armando Matteo in “La prima generazione incredula. Il difficile rapporto tra i giovani e la fede”, questo fenomeno di giovanilismo, si manifesta nella continua ricerca di una vita lunga e appagante. Ci si concentra molto sul mantenersi belli e in salute, convinti che il benessere fisico e il successo siano le chiavi per una vita perfetta e senza fine.
Le strutture di significato che una volta trovavano fondamento nella religione e nel senso di appartenenza collettiva sono state sostituite da nuovi modelli, il cui obiettivo principale è il successo personale, l’indipendenza e la costruzione della propria identità, attraverso il lavoro, l’apparenza e i consumi.
Concentrarsi esclusivamente sul corpo e sui successi materiali impedisce di riflettere su questioni più profonde, quali il senso della vita o cosa ci attenda dopo la morte. La fede, che tradizionalmente offriva risposte a questo tipo di domande, appare meno rilevante. La scienza, la tecnologia e il miglioramento personale, diventano l’appiglio all’incertezza del futuro.
Le domande esistenziali vengono eclissate da una società che promette di dare tutto qui e ora.
“La catena della trasmissione”
Il rapporto tra le diverse generazioni è segnato da una profonda frattura culturale e valoriale. In passato, i giovani tendevano a ereditare i valori religiosi dei loro nonni e genitori, ma oggi, questa “catena della trasmissione” sembra essersi interrotta.
Si fatica a identificarsi nelle tradizioni religiose che un tempo erano alla base della vita familiare e sociale. La Chiesa è percepita come lontana dalle problematiche quotidiane dei giovani, incapace di adattarsi ai tempi moderni e di dialogare con una generazione di nuove esigenze e sensibilità.
La mancanza di figure credibili che possano testimoniare la fede, gli scandali e le contraddizioni all’interno della Chiesa hanno contribuito a minare la sua autorità morale e spirituale. Secondo Don Armando Matteo, queste falle hanno allontanato i più, che cercano coerenza e trasparenza, che non sempre trovano nelle istituzioni moderne.
Per i più giovani, la fede cattolica si riduce a semplici pratiche, come andare a messa la domenica e mantenere un comportamento corretto. Su oltre 100 giovani, il 90% ha partecipato al catechismo, ma ciò che ricorda di quegli incontri è principalmente la noia, poiché spesso la formazione religiosa si basa su schemi ormai superati. I percorsi educativi attuali sono ancorati a un’epoca di cristianità che non esiste più.
Gli insegnamenti morali sono stati spesso trasmessi attraverso lenti di mortificazione, sacrificio e “fioretti”, promuovendo l’idea che per essere cristiani sia necessario “rinunciare a”. Questo non rappresenta certamente un messaggio di vita piena, aperta al dialogo e all’accoglienza.
Credere in modo alternativo
Abbandonare la Chiesa non significa abbandonare necessariamente anche la fede.
Dando grande importanza all’individualismo, la società attuale spinge i più giovani a cercare risposte personalizzate piuttosto che quelle fornite da una religione organizzata. In questo scenario, molti si sentono più a loro agio nell’esplorare diverse forme di spiritualità o pratiche alternative.
L’accesso immediato a informazioni e opinioni tramite internet ha permesso ai giovani di esplorare diverse credenze e filosofie. Questa varietà di scelte rende sempre più difficile per le religioni tradizionali instaurare un legame solido e duraturo con le nuove generazioni.
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