La tecnologia sta riscrivendo le regole (con l’AI in passerella).
Le fashion week sono sempre state un palcoscenico dove la creatività sfrenata e le ultime tendenze si scontrano per definire il futuro della moda.
Negli ultimi anni, però, un nuovo protagonista ha fatto la sua comparsa: l’intelligenza artificiale. L’AI, infatti, sta rivoluzionando il modo in cui pensiamo alla moda, dalla progettazione degli abiti alla loro presentazione in passerella.
L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per generare disegni, modelli e stampe per ottimizzare i processi di produzione al fine di ridurre gli sprechi di materiale e rendere la produzione più sostenibile.
Passerella digitale
Fino ad ora ci si è sempre limitati, pur sempre con passi da gigante, a piccoli esperimenti che vedono interagire la moda e l’AI per brevi momenti.
La svolta, se così possiamo definirla, avviene nel 2023. Durante l’evento Adobe MAX 2023, un po’ a sorpresa, Adobe presenta Project Primrose. Si tratta -e sembra ancora incredibile a dirsi- del primo abito interattivo e animato. Può cambiare composizione e colore. Forte di questo successo l’azienda ha collaborato con il designer britannico, Christian Cowans, creando una collezione A/I 2024, presentata alla Fashion Week di New York.
Project Primrose
L’abito finito comprende due parti: un pezzo superiore composto da 1264 petali di cristalli liquidi, tutti tagliati al laser e perfezionati a mano, e una parte inferiore composta da pezzi lucidi a forma di stella.
Il design unico utilizza “petali” di cristallo liquido tagliati al laser e le iconiche stelle di Cowan, trasformando l’abito in un istante. Sotto ogni petalo c’è un circuito stampato flessibile, che permette ai petali di alternarsi e passare da una tonalità all’altra di grigio e avorio. L’abito dinamico apre possibilità illimitate nel design di moda, mostrando come i design statici possano essere trasformati in espressioni dinamiche di arte e tecnologia.
Tutto ciò va anche -straordinariamente- a favore della sostenibilità. L’uso della tecnologia, riduce gli sprechi in termini di tessuti e materiali, oltre all’impatto a lungo termine. E’ una notizia interessante, molto bella, ma ci porta davanti a un quesito -e perdonatemi- piuttosto basilare.
Questo “futuro”, l’uso massiccio di intelligenza artificiale, sarà davvero utile ai brand? I grandi marchi del lusso non perderanno, forse, il loro scopo? Perché così intere collezioni potrebbero essere indossate in un solo abito.
E allora, a questo punto, quante fashion week avremo ancora? O, forse, dovremo abituarci a vedere l’AI in passerella?
Nuove tecnologie e moda
Di fronte a questi dettagli, oltre all’avanzare irrefrenabile delle nuove tecnologie, come possiamo considerare i designer? La paura è dunque che l’AI finisca per soppiantare i designer, la moda sembra voler fugare ogni dubbio: l’estro rimane la componente più importante nel settore e l’AI non sarà altro che uno strumento come tanti. Di certo, l’esistenza di una AI Fashion Week, dove sfilano solamente abiti creati con le nuove tecnologie, ci incuriosisce come -comprensibilmente- ci preoccupa.
Una nuova tecnologia da cui non si può prescindere se non si vuol restare indietro, che rimane però al servizio della creatività senza soverchiarla, almeno per ora.
Il futuro della moda generata dall’IA è ancora incerto, con potenziali benefici e sfide in gioco.Indubbiamente la sua adozione finale da parte dei consumatori e dell’industria della moda si evolverà nel tempo, perciò, non ci resta che trattenere le domande e osservare. Sarà solo il tempo a dirci chi “avrà la meglio”.
Photocredits: Adobe, Pinterest