Il titolo che colpisce: l’headline diventa la calamita del click

da | CULTURE

Che sia un post di Instagram, un link sul web, un libro o uno strillo di copertina su una rivista, la prima cosa che notiamo è sempre il Titolo. Accompagnato delle immagini, che sono le fondamenta della società odierna, il titolo, nell’era digitale, è l’esca che attira il lettore nella rete della curiosità 

Quanti di voi, scorrendo le notizie sul web o sui social, hanno cliccato un link dopo aver letto un titolo accattivante? 

E, quanti invece, hanno fatto scroll down, ignorando una notizia, a causa di un titolo poco comprensibile e noioso?

Il titolo è una specie di call to action, che se piccante e allettante richiama l’attenzione del lettore e lo indirizza ovunque voglia.

Il titolo: l’elemento più importante e il più visibile

Il titolo ha la funzione di presentare al lettore i contenuti essenziali della notizia o dell’argomento dell’articolo, senza esaurirlo. Domina e introduce il pezzo giornalistico, ed è sempre evidenziato rispetto al resto del testo.

 Il suo scopo è catturare l’attenzione, e allo stesso tempo invogliare il lettore a cominciare la lettura; ma, nella stesura, non bisogna dimenticare la parte più importante: rispecchiare il contenuto dell’articolo. 

Un buon titolo deve essere un compromesso fra: sintesi del contenuto ed esaltazione dell’elemento centrale. 

Esistono due tipi di titoli. Ci sono i titoli caldi (coinvolgenti ed emotivi) e i titoli freddi (distaccati e informativi). I titoli caldi fanno leva sulle emozioni e sui sentimenti del lettore, colpendolo con espressioni e parole forti; mentre quelli freddi informano formando dei dati concreti e trasparenti, immediatamente comprensibili, e in cui non trapela il parere del giornalista. 

Un esempio di titolo caldo: San-Giuliano, non è poi così Santo…

Un esempio di titolo freddo: Incendio distrugge la zecca di stato 

Per farvi un esempio più concreto, il Vernacoliere, LivornoCronaca, un mensile di “satira, umorismo e mancanza di rispetto in vernacolo livornese e in italiano, nato nel 1982”, utilizza moltissimo e quasi esclusivamente i titoli caldi. Ecco la copertina di Agosto 2024: 

Mai a caso

Anche il titolo, come tutti gli elementi che compongono un articolo, deve rispettare la linea editoriale del giornale o del sito, per essere coerente e contribuire a creare l’identità del media che rappresenta. 

Il titolista

Un tempo era il giornalista ad intitolare il proprio pezzo, mentre, oggi esiste una figura che si occupa solo di questo: il titolista. 

Il titolista si occupa solo di scrivere l’headline per attirare lettori. La sua importanza è cruciale per fare una buona prima impressione, soprattutto nel mondo digitale. In un’epoca in cui gli utenti scorrono velocemente le notizie sui dispositivi, un titolo interessante potrebbe fare la differenza tra un articolo letto e uno ignorato. Inoltre, grazie alle nuove tecniche SEO, un buon titolo restituisce visibilità ad un articolo e al suo sito nei risultati dei motori di ricerca.

Allo stesso tempo, i titoli non devono risultare fuorvianti o sensazionalistici, poiché potrebbero danneggiare la reputazione del sito o del giornale in questione, se per richiamare il lettore lo ingannano.

È questo il caso del Clickbaiting.

Curiosità: Clickbaiting è il titolo acchiappa-click 

Significa letteralmente esca da click. L’obiettivo è farsi notare da chi legge, e trascinare l’utente sul sito, aumentandone le visite.

Dicono poco o nulla sul contenuto dell’articolo, ma suscitano curiosità attraverso giochi di parole o espressioni che fanno leva sull’interesse proprio dell’individuo di sapere e di conoscere sempre di più.

È una specie di manipolazione, che agisce quasi inconsciamente sulle persone. 

Esempio di Clickbaiting : “Come sono diventato milionario in una settimana”, “Il segreto per perdere 10 kg in un mese”, “Fa sosta in autogrill. Non immaginerete cosa succede dopo”.

Ecco perché la figura del titolista non va sottovalutata. Ci sono dei percorsi di studi appositi per fare questo mestiere. 

“Fare il titolista è una forma d’arte.”

Jennifer Lee

Questo articolo non ha titolo

La testa del gruppo Condé Nast, Wired Italia, il 30 giugno 2021, per 24 ore, ha deciso di pubblicare sul proprio sito esclusivamente articoli aventi come titolo “Questo articolo non ha titolo”. 

Una vera e propria provocazione pensata per “invitare i lettori a non restare in superficie” e ad approfondire, senza essere influenzati dalle due o tre parole che formano il titolo

Sulla base di questa iniziativa il numero Estate 2021 di Wired trattava la tematica del “Grande Inganno”, dedicato all’eccessiva polarizzazione delle discussioni che nascono e si diffondono online.

Spesso ci facciamo un’idea di qualcosa soltanto sulla base del titolo. Sbagliando, pensiamo sia sufficiente una frase a fornirci le competenze per sviluppare un’opinione o un giudizio riguardo qualcosa. Il titolo è fondamentale per indirizzarci verso i nostri interessi, ma spesso mette in atto meccanismi di sintesi e banalizzazione che non ci consentono di imparare e conoscere nuove cose.

“Sappiamo benissimo che i titoli sono fondamentali per un sito di news o un giornale: aiutano i lettori a orientarsi a scegliere cosa leggere. Quindi non vogliamo dare alcuna lezione di giornalismo. Ma per oggi vogliamo privilegiare la complessità delle questioni che affrontiamo. Ben consapevoli ovviamente che molto spesso è importante avere opinioni nette. Sulla vaccinazione e sul Ddl Zan, solo per citare due esempi, qui a Wired abbiamo le idee chiare e siamo in entrambi i casi favorevoli. Ma è importante che il giudizio sia consapevole e arrivi quindi dopo un approfondimento. Perché tra i principali compiti di un organo di informazione come è Wired c’è quello di contribuire a un sano sviluppo della discussione pubblica. E oggi il nostro contributo vuole essere questo”, afferma Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia.

Immagini: Pinterst

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