Marcia a New York
Il Futuro della Democrazia: Fashion for Our Future
Negli Hamptons, con un giorno di anticipo, Ralph Lauren presenta la sua sfilata per la SS25. Nella cornice delle Khalily Stables, il designer americano per eccellenza crea un mondo scintillante. Bryant Park a New York, invece, è stato il palcoscenico di un evento che ha unito moda e impegno civile. Vogue insieme al CFDA (Council of Fashion Designers of America), in apertura della Settimana della Moda di New York, ha organizzato un corteo straordinario. Fashion for Our Future, che ha visto sfilare designer di fama mondiale, top model, e icone della moda.
L’obiettivo?
Incoraggiare i cittadini a esercitare il loro diritto di voto. Un messaggio chiaro e forte, lanciato in un momento cruciale per la politica americana. La passerella, solitamente dedicata alle ultime tendenze, è diventata una tribuna per la democrazia. Ciò ha dimostrato che la moda può essere un potente strumento di cambiamento sociale.
L’evento cade a meno di due mesi dalle elezioni presidenziali -si terranno infatti il 5 novembre 2024-. Ha visto i membri chiave dell’industria della moda scendere in strada.
Da Herald Square a Bryant Park
Il corteo, colorato e coinvolgente, ha attirato l’attenzione dei media internazionali e ha scatenato un dibattito sui social network. Molti hanno apprezzato l’iniziativa di Vogue, sottolineando l’importanza di utilizzare la propria influenza per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi cruciali.
Con la t shirt “Fashion for Our Future” abbiamo visto -da Herald Square fino a Bryant Park- Tory Burch, Michael Kors, Tom Browne, Joseph Altuzarra. Altri designer insieme a modelli, influencer, studenti e lavoratori. Tra le file anche Anna Wintour a sventolare orgogliosa la bandiera americana.
Infine, a Bryant Park, a sorpresa parla sul palco Jill Biden. “Le elezioni hanno un peso più rilevante di quanto siamo abituati a pensare. Riguardano la libertà dei nostri figli di imparare senza paura, senza odio, senza la violenza delle armi” ha aperto il suo discorso. Accanto a Tom Browne.
Un invito a considerare il peso del voto, un diritto quanto un dovere.
Ma perché la moda si impegna in politica?
Semplicemente perché la moda è parte integrante della cultura e della società. Come tale non può rimanere indifferente di fronte alle sfide del nostro tempo. I designer, con la loro creatività e la loro visibilità, possono contribuire a plasmare il futuro del nostro pianeta e delle nostre comunità.
Fashion for Our Future è un segnale importante, che dimostra come la moda possa essere una forza positiva per il cambiamento. E chissà che questo corteo non ispiri altre iniziative simili in tutto il mondo.
Photocredits: Vogue