Attraverso diverse e varie lenti, viene esposta una mostra sulla fotografia di moda fatta dalle donne, spesso le principali protagoniste di questo mondo che lo reinterpretano con il loro gusto e la loro prospettiva.
L’estate non è solo sdraio e caldo, ma può significare anche mostre e cultura. Se vi sento sbuffare spengo tutti i condizionatori nella stanza e vi ricordo che nei musei spesso il deumidificatore c’è. Quindi, potrebbe anche darsi che godersi una mostra aiuti, anche, a scappare dal caldo.
Il 22 settembre 2024 si concluderà “Sguardi di Intesa. La moda fotografata delle donne”, una mostra fotografica a cura di Angela Madesani, aperta a marzo 2024.
La mostra si tiene nel Centro Saint-Bénin, ad Aosta. Questa è la prima esposizione istituzionale nel nostro Paese, in cui viene posto l’accento sulla fotografia di moda scattata da donne.
Nel corso del tempo la donna è stata soggetto delle immagini di moda, raramente artefice: qui si cerca di porsi dall’altro punto di vista.
Il titolo ovviamente non è preso alla leggera. “Sguardi di Intesa” fa riferimento all’intesa che si crea tra chi fotografa e chi viene fotografato.
Sono diverse le autrici i cui lavori vengono esposti. Le personalità che riusciamo a scorgere dalle foto sono varie e ci permettono di vedere letture particolari che cambiano con il tempo, ma tutte partono dalla stessa condizione comune: l’essere donne.
La mostra propone un cammino in queste immagini, che durante il Novecento hanno trovato maggiore sviluppo.
Difatti, nel corso del tempo, la fotografia di moda ha sviluppato una sua estetica precisa in cui gli abiti sono valorizzati anche da altri elementi presenti nelle immagini. Questa estetica è oggi segnata ancora di più dalla commistione tra i diversi linguaggi della fotografia e dell’arte.
La rassegna presenta per un’80% le opere originali, quasi tutti sono materiali vintage. L’esposizione offre una lettura di queste immagini di moda per inserirle in una visione più ampia in una relazione ideale con i colleghi uomini, ai quali è stato fino ad adesso dedicato lo spazio principale di questa storia.
E’ interessante vedere come le fotografe si siano affianchiate al mondo della moda che per la maggior parte del tempo le ha viste come oggetto di interesse e non come autrici.
Con questa esposizione conosciamo le donne come fotografe e le vediamo esprimersi da un punto di vista progettuale e poetico.
La mostra viene introdotta da una breve sezione di ambito sociale, in cui si analizza il lavoro che si cela dietro la moda. Spesso realizzato dalle donne, come tessitrici, sarte e operaie, viene elaborato partendo da un’immagine di Tina Modotti.
In alcune delle fotografie si legge il mondo del lavoro femminile con un intento di ricerca e di denuncia. Sono principalmente immagini degli anni Sessanta e Settanta e sono realizzate per essere pubblicate per lo più su riviste dall’impegno politico. È il caso di Livia Sismondi, Liliana Barchiesi, Gabriella Mercadini, Elsa Robiola e Lori Sammartino.
Un’altra sezione è dedicata alle pioniere, quelle che per prime si sono occupare della fotografia di moda. Eccole: Louise Dahl-Wolfe, molte volte autrice di copertine di “Harper’s Bazaar”. E ancora: Lee Miller, Lillian Bassman, il cui lavoro ha attraversato tutto il Novecento.
C’è spazio anche per una fotografia di moda più vicina ai giorni nostri con Ellen con Unwerth e Brigitte Niedermair, che di recente ha realizzato campagne fotografiche per Dior.
Alcune delle fotografe presenti nascono come modelle per poi passare dall’altra parte della fotocamera.
I nomi sono molti di più, ma non vogliamo dare troppi spoiler, per cui sarà il caso di prenotare il biglietto e scoprire questa meravigliosa mostra con i vostri occhi.
La mostra è prodotta da Nomos Edizioni e viene accompagnata da un catalogo bilingue (italiano-francese), con le riproduzioni delle opere e con i testi di Angela Madesani e Daria Jorioz, entrambe grandi esperte d’arte e di fotografia.
E’ importante capire come le cose debbano e possano cambiare. Come il mondo della moda è visto da chi ne fa parte più di tutti, in tantissimi modi diversi. Questa mostra ad Aosta è un ottimo modo per capirlo e cambiare la prospettiva con cui guardiamo le cose.