Se per molti di noi Estate voleva dire solo Riviera e sdraio, quest’anno le cose cambiano. Con lidi quasi vuoti o vissuti solo da stranieri, anche le classiche mete estive europee vengono rivoluzionate simboleggiando una grande inversione di tendenza per il turismo.
Quest’anno sembrerebbe che l’estate sia tutta sballata, o meglio, le mete estive sono state tutte quante rimescolate. Da sempre l’iter del turismo estivo per quanto riguarda le vacanze è stato più o meno lo stesso. C’era chi andava in Riviera nell’hotel di fiducia o nello stesso appartamento di sempre. Qualcun altro puntava alla costa sarda, dove anche lì si ritrovavano i vicini di spiaggia di sempre. Ogni tanto capitava di sentire gli amici di famiglia che organizzavano un piccolo viaggio fuori Italia che risultava spesso, però, essere l’eccezione alla regola.
Il tacito accordo sulle vacanze sembrerebbe essere totalmente cambiato.
Ovviamente la prima cosa che ci passa per la testa riflettendo su cosa potrebbe aver portato a questi cambiamenti è la pandemia Covid-19. L’estate 2022 doveva essere la prima dopo due anni segnati dal lockdown. In molte regioni d’Italia le regole iniziavano ad essere più permissive, allentate soprattutto riguardo il distanziamento sociale. A inizio aprile 2022 veniva emanata un’ordinanza del Ministero della Salute con le “Linee Guida per la ripresa delle attività economiche e sociali” dopo la fine dello stato di emergenza. Per stabilimenti balneari, spiagge attrezzate e spiagge libere si allentava la morsa.

Sparite le limitazioni imposte dal Green Pass e con loro mascherine e distanziamento, l’estate italiana riprendeva a grande ritmo.
Ovviamente qualche piccolo cambiamento c’era, l’emergenza non era totalmente rientrata. Comparivano accessi con prenotazione, riorganizzazione degli spazi e tutto quello che potesse aiutare nell’evitare qualsiasi assembramento non voluto. Anche in discoteca cadeva ogni limite di capienza e nei ristoranti all’aperto non era previsto nessun tipo di distanziamento fra i tavoli.
Nel 2022 i viaggi degli italiani sono stati 54 milioni, in aumento del +31% rispetto al 2021, ma ancora sotto i valori pre-pandemia del -23%.

Nel 2023, poi, la domanda turistica rimane stabile, ma ancora sotto i livelli pre-Covid. I viaggi degli italiani lo scorso anno sono stati 52 milioni, al di sotto di quelli del 2019 quasi del -30%. Il tipo di turismo si è attestato su valori simili a quelli del 2022 e tutto sommato, non abbiamo notato nulla di strano se non un calo delle “vacanze lunghe”. Insomma, gli italiani che si fanno la “stagione” sono molti meno, ma come dicevamo, tutto nella norma.
Oggi la stagione turistica della Riviera ancora non decolla e con pochissimi italiani.
Gli albergatori a riguardo non danno la colpa solo al meteo, ma anche ai costi. Pochi turisti a luglio e un rischio crisi. “Dopo il Covid la gente è tornata all’estero. Tocca reinventarsi, sole e mare ce l’hanno tutti”. Si starebbe già calcolando un turismo di un meno 20/30% rispetto all’anno scorso. Dopo i due anni di pandemia molti si erano illusi di poter fare di nuovo il pienone e invece no.
Molti ora scelgono di tornare all’estero dove si spende di meno e così la riviera Adriatica soffre perfino nell’ultima settimana di luglio.
Patrizia Rinaldi, presidente dell’associazione degli albergatori, racconta che sono gli stranieri a salvare la situazione in riviera Adriatica, perchè di Italiano se ne vedono davvero pochi. Di questo calo si iniziava a parlarne già dall’anno scorso. Rimini e il litorale tutto, sono da sempre stati mete designate per la classe media che ad oggi però soffre le congiunture economiche.
La classe media viaggia meno e quando viaggia investe soldi ed energie per andarsene altrove, preferibilmente all’estero.
Il primo sold-out della stagione per albergatori e spiagge di Rimini e Cesenatico si è registrato in occasione del tour de France. Sono gli eventi a trainare ora l’economia turistico balneare della Riviera, dove da sempre si andava per i suoi servizi permanenti. Proprio per questo si sono incrociate le dita per la Notte Rosa che ha fatto lievitare le prenotazioni fino al 90% della capienza nelle strutture, ma un tempo produceva solo sold-out.

Il 2024, comunque, prevede un anno record per il turismo italiano con una ripresa del settore consolidata e una prevalenza di turisti stranieri.
Gli stranieri, infatti, sono tornati a rappresentate la maggioranza dei turisti in territorio italiano, rappresentando il 52% delle presenze nel 2023 e finalmente superando il 50% del 2019. Ovviamente questo rappresenta un chiaro segno della completa ripresa del turismo internazionale verso l’Italia riconfermando il nostro paese come una destinazione di grande richiamo.
Lazio, Lombardia e Sicilia sono le regioni con l’incremento maggiore di presenze sia rispetto al 2022 che al pre-pandemia. Roma e Milano ritornano quindi ad essere le mete predilette dai turisti. Per quanto riguarda le regioni del Mezzogiorno italiano, ad eccezione della Campania, la clientela turistica resta in maggioranza italiana.

Quindi, se per l’Italia sembra che tutto vada più o meno bene, andiamo a vedere cosa succede nel resto d’Europa.
Perchè non è solo la Riviera a mostrare assenze preoccupanti. Infatti, a Ibiza se da poco gli abitanti hanno protestato per i grandi disagi causati da anni e anni di continuo turismo di massa, sembrerebbe ora che l’isola iberica sia deserta.
Un creator italiano ha documentato e mostrato come si svolge e quanto costa la vita in alcuni paesi esteri, tra cui la Spagna.
”Ibiza di sabato sera è vuota. Dieci o quindici anni fa non ti muovevi, ma ora è un’isola per ricchi. A mancare sono soprattutto gli inglesi, quelli che consumano, mentre gli italiani sono aumentati. Questo però non basta. Ibiza è davvero finita?”.
Un venerdì di maggio di quest’anno, a Ibiza, mille persone hanno organizzato una marcia per protestare contro i danni provocati dal turismo di massa. Le lamentele riguardavano soprattutto le difficoltà relative al trovare alloggi a prezzi onesti per via del mercato delle seconde case, che favorisce affitti a breve termine e che così facendo costringe le persone del luogo a trasferirsi altrove o addirittura a dormire in auto.
Secondo alcune persone del posto, i problemi con il turismo di massa a Ibiza riguardano soprattutto due necessità che mal riescono a conciliarsi: l’aumento di strutture turistiche e del numero di persone che visitano l’isola. Questo ha causato la necessità di assumere molto più personale, mentre i lavoratori che arrivano a Ibiza non riescono a trovare un posto in cui stare in quanto i proprietari di case preferiscono formule di affitto a breve termine, molto più remunerative di quelle tradizionali.
A Ibiza è molto comune trovare appartamenti piccolissimi condivisi da 8 persone, inoltre negli ultimi dieci anni gli affitti sono quasi raddoppiati passando da una media di 800 euro al mese a un prezzo di partenza di 1.500 euro.

Ritornando all’esperienza diretta del nostro creator, la gente sui social ha commentato dando la colpa a chi ha osannato Ibiza talmente tanto da farla diventare una meta turistica per vip e influencer e allontanando una grande fetta di mercato che non può più permettersi di visitare l’isola.
Ecco che in risposta compare la “Malta-Mania”.
Il 2023 è stato un anno straordinario per Malta che ha superato i livelli pre-pandemia con un afflusso di 3 milioni di turisti, incrementando di un +8,3% rispetto al 2019. Amatissima dagli italiani, tanto da superare gli inglesi per numero di presenze. Tendenzialmente, in estate, l’isola è popolata da inglesi, ma l’anno scorso è arrivato il cambio di tendenza: gli italiani hanno rappresentato il 18,4% dei visitatori, gli inglesi il 18,1%.
L’isola, assieme a Cipro, ha registrato la più alta crescita di notti passate dai turisti con un incremento di più del 20%, evidente quindi la capacità dell’isola di attrarre e trattenere i visitatori grazie alle bellezze naturali e storiche del posto. Ma non solo.
Sui social sono tanti i video che riportano spezzoni di una vispissima vita notturna sull’isola, tanto da ribattezzare l’isola come nuova meta per l’estate, titolo solitamente associato a posti come Ibiza, Mykonos e Corfù.
Malta sta diventando la meta turistica più desiderabile per giovani e amanti del lusso.
La città da poco è stata inserita tra le preferred destinations di Serendipians, la rete internazionale di Luxury travel designer. Il riconoscimento è arrivato grazie ai plus offerti dalle isole maltesi che, oltre al grande prestigio culturale, offrono i migliori servizi nelle strutture più prestigiose rappresentate soprattutto da recentissimi boutique hotel.
Per quanto riguarda le altre “solite” mete estive se la cavano tutte abbastanza bene.
Le mete greche sembrano non essere minimamente scalfite da questa inversione di tendenza del turismo, anzi, molti i problemi causati da un eccessivo turismo di massa.
E’ il caso di Santorini che nel mese di luglio ha registrato troppa, ma davvero troppa, gente. Si parla di un turismo di massa, ma le strette strade della piccola isola sono completamente inagibili. Per quanto riguarda Mykonos, Corfù e compagnia annessa, tutto fila liscio, come sempre.
E la Sardegna?
L’isola promette di stabilire nuovi record per il turismo italiano con un incremento del 3,6% rispetto all’anno scorso. Il 35% delle camere d’albergo erano già prenotate entro marzo.
E se i prezzi dei voli verso l’isola lievitano fino a otto volte il costo minimo in periodo di picco, i turisti non si spaventano e cambiano modalità di prenotazione, ma non la meta.

Con una grande rimonta del Sud Sardegna, Villasimius primeggia tra le mete più in voga, dando filo da torcere a Porto Cervo e alla Costa Smeralda. La regione inoltre tra le sue strategie di gestione dell’alta stagione investe sul turismo lento con un progetto chiamato “Noi Camminiamo in Sardegna”. Il progetto mira a diversificare l’offerta turistica e a destagionalizzare il flusso di visitatori promuovendo diversi chilometri di percorsi e varie tappe.
L’estate è uno dei momenti più aspettati per un paese, un momento di crescita e di opportunità di investimento. Se c’è chi spicca e si scopre meta ambita, c’è anche chi soffre questa inversione di tendenza del turismo, dovendo affrontare sfide nuove. Quello che sicuramente notiamo che c’è voglia di divertirsi, di scoprire il mondo, ma c’è anche la necessità di trovare il posto migliore al prezzo più conveniente.
Se l’estate italiana era Riviera, calippo e discoteche, ora ci prepariamo a ripensare il nostro concento di estate Made in Italy, addirittura puntando a mete più lontane, togliendo il Made In. In ogni caso i dati parlano chiaro e l’anno di boom è fissato per il 2025, con una prospettiva di 627 milioni di viaggiatori europei in vacanza nel Continente. E noi? Chissà dove andremo…