Il sacro vincolo del matrimonio secondo la generazione Z

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Sarà anche presto per parlare di Gen z e matrimonio, ma questa generazione già sta cambiando le cose. Come vede il matrimonio la generazione Z?

Cominciamo con il dire che la generazione Z ha una visione completamente diversa del matrimonio rispetto ai suoi predecessori. A rivelarlo è un’indagine condotta da Ashley Madison. Una singolare app di incontri definiti “discreti” per persone, tendenzialmente, impegnate. Il sondaggio, condotto su un pubblico under 24, evidenzia che la generazione Z non creda affatto nel vincolo, sacro o non, del matrimonio. La maggior parte dei gen Z iscritti all’app dichiara, infatti, di non volersi sposare (e forse è un bene visto che stiamo parlando di un’app di incontri extraconiugali). Ciò non significa che la gen z non creda nell’amore in se, semplicemente ne ha una visione differente.

Il matrimonio è stato per secoli un punto cardine della vita. Un traguardo irrinunciabile che aveva come unica alternativa l’esclusione sociale. Sposarsi e creare una famiglia era uno status obbligato da una certa classe borghese perbenista che non vedeva altro modo di realizzarsi nel corso della vita. Oggi le cose sono molto cambiate. Nel gioco è entrata la possibilità della convivenza e i tempi si sono largamente allungati. Pensate che, secondo i dati ISTAT, nel 1871 l’età media degli sposi era tra i 25 e i 29 anni, tra i 21 e i 24 invece per le spose. Numeri molto diversi da quanto rilevato nelle indagini del 2020 secondo cui l’età dei maschi è attorno ai 34 anni mentre quella delle femmine è circa 31 anni. Inoltre crescono, sempre più i matrimoni celebrati con rito civile piuttosto che religioso. Insomma le cose stanno cambiando, e non poco.

Le nuove abitudini bridal

Tutti questi cambiamenti portano le nuove generazioni a vivere il matrimonio in una maniera molto diversa. Una festa per celebrare un sentimento piuttosto che un modo per sancirlo. Spesse volte, infatti, i matrimoni vengono celebrati tra persone che già convivono e, magari hanno anche figli. Insomma nelle vita di queste persone, oltre la fede al dito, cambia ben poco. Il matrimonio è un presupposto per festeggiare, divertisti e celebrare l’amore. Non più un rito di grande importanza formale che cambia le sorti della coppia nel tessuto sociale.

Con un così forte cambiamento del senso del matrimonio cominciano anche a cambiare le abitudini degli sposi circa questo evento. Innanzitutto le cerimonie vengono ridotte all’osso per dare spazio alla festa. Festa dove, molto spesso, anche il pranzo da 12.000 portate è ridotto per dare libero sfogo a balli, giochi e momenti di condivisione spontanea. Ma soprattutto a cambiare è il senso dell’abito da sposa.

L’immagine dell’abito da sposa dei sogni, quello che ti sceglie e che non scegli tu, è sempre stata una narrazione da favola. Alimentata dai mille programmi televisivi che vedevano le spose in lacrime di fronte all’abito giusto che puntualmente costava migliaia di dollari. Ecco che con il venir meno del forte simbolismo di questa festa viene, per certi versi, meno anche il senso di questo abito.


L’abito da sposa, in primis, molto spesso non è più uno solo. Complici i super instagrammabili matrimoni delle celebrities, che cambiano abito per ogni portata, anche tra i comuni mortali ha cominciato a diffondersi la moda dei cambi d’abito. Di base sono due, uno classico per la cerimonia e uno un po’ più smart per il ricevimento e la seguente festa. Le più attente però ne scelgono addirittura tre: uno romanticissimo per il rito, uno più semplice per il pranzo e, infine, uno super glamour per il party. Chiaramente non tutti hanno un portafoglio a fisarmonica. Motivo per cui, molto spesso, le spose, pur di avere tutti questi cambi, non si affidano ai tradizionali atelier brilla, ma scelgono varie catene che propongono abiti a prezzi più abbordabili.

E se da un lato la gen Z sceglie l’esagerazione, dall’altro abbracci il minimalismo. Ebbene sì, a svilupparsi, in maniera dicotomica, è la tendenza dei matrimoni green con un forte interesse verso l’impatto ambientale. Si riducono gli sprechi e si scelgono materiali sostenibili per una cerimonia ad impatto zero. Complice di tutto ciò anche la scelta dell’abito. Decisamente minimal e, soprattutto, riutilizzabile. Lunghe sottovesti in seta bianca, completi e jumpsuit , ma soprattutto abiti due pezzi. Ebbene sì, la tendenza green vuole che l’abito da sposa sia due pezzi in modo da poterli riutilizzare separatamente.

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