È trend su Tik Tok lo shopping “pre vacanza”. Abiti nuovi e un make over totale tra capelli, unghie e trattamenti di bellezza. Qual’è il problema? Si tratta di un circolo vizioso di spreco.
Per qualcuno sarà inconcepibile, per il popolo di Tik Tok è la base. Il web straborda, all’alba di agosto, di video che definiscono come la cosa più costosa della vacanza la settimana precedente. Pare d’obbligo, per la gen Z, rifarsi il guardaroba e l’aspetto prima di partire per il tanto atteso viaggio estivo. Così ogni anno si acquistano una nuova kermesse di costumi, cappelli, occhiali da sole e copri costume. Per non parlare dei trattamenti estetici atti a un immediato glow up prima di partire.
Capelli in ordine, unghie perfette, ceretta e chi più ne ha più ne metta. E fin qui può anche essere tutto normale. Si tratta di voler arrivare in vacanza, photo booth per eccellenza, nel migliore dei modi. A preoccupare è la necessità di riempirsi la casa di buste di Shein con abitini prendisole, costumi, pochette e vestiti da serata. Tutti pezzi usa e getta validi solo per una vacanza. Il meccanismo vuole infatti che, l’anno seguente, si ricominci questo loop. Un circolo vizioso di acquisti e sprechi fuori misura.
Sul social viene definito lo shopping pre vacanza. L’ennesimo sistema atto a far spendere ai compratori sempre più soldi nell’assurda convinzione che ogni anno sia necessario comprare nuovi costumi di qualità scadente. A leggerlo sembra stupido e senza senso, ma sui social non si contano i video di shopping pre vacanza. Ogni anno allora si cerca di avere il costume all’ultimo grido per scattare una bella foto in riva al mare da pubblicare su Instagram in attesa dei falsi o premeditati commenti di stima delle amiche.
Un anno il costume è leopardato e il copricostume una camicia bianca over-size. L’anno successivo la moda detta costume color pastello e prendisole in pizzo San Gallo, quello dopo ancora costume scuro e maglia in rete sopra. Insomma è un circolo che non finisce mai. Complici i miliardi di e-commerce di fast fashion ,da Shein a Temu che rincorrono queste micro tendenze trasformandole in dogmi biblici. Per non parlare delle influencer che non si fanno mai vedere con lo stesso costume in due scatti, escluse rare eccezioni.
Non si può certo fare il dump di fine vacanza sempre con lo stesso costume. La massima ripetizione accettabile è la borsa di spiaggia firmata Saint Barth. Accessorio in dispensabile per distinguersi sulle spiaggia. Il risultato di tutto questo? Rispetto a 20 anni fa ogni individuo acquista il 60% in più di abiti e li usa per meno tempo. Ogni anno gettiamo circa 92 miliardi di tonnellate di rifiuti tessili che finiscono ad alimentare le discariche del continente africano provocando un inquinamento fuori misura. Siamo così convinti che il gioco ne valga la candela?
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